ARTICOLO PER SEREGNO NEWS (NUMERO 9 - NOVEMBRE 1998)

Una scolta per l'alternativa

Mentre scrivo il governo Prodi è inciampato in una finanziaria non in grado di affrontare le necessità della popolazione.
Rifondazione Comunista si è battuta in questi anni per difendere le conquiste dei lavoratori, a partire dalle pensioni, anche subendo due finanziarie molto pesanti per la popolazione.
Ci sembrava giunto il momento di una nuova fase, quella del «risarcimento», per rispondere ai problemi dell'occupazione, del lavoro e del benessere dei cittadini.
Abbiamo chiesto una svolta nell'azione del governo ma ci è stato risposto con più flessibilità, più precarietà, libertà di licenziamento, soldi ed assistenzialismo per le imprese senza garanzia di un aumento dei posti di lavoro.
L'impegno del governo ad approvare rapidamente la legge sulle 35 ore si è trasformato nella possibilità per le imprese di aumentare le ore straordinarie.
Avevamo chiesto la riduzione dei ticket e la gratuità dell'assistenza per i malati cronici e non autosufficienti e ci viene risposto con la carità (cosa diversa dalla giustizia) riservata ai miserabili.
Chiedevamo un maggiore impegno verso la scuola pubblica ed invece si prospetta il finanziamento della scuola privata.
Chiedevamo interventi a favore dei ceti popolari: l'abolizione dell'ICI sulla prima casa, una legge a favore degli inquilini, una imposta sui movimenti di capitale, piena gratuità del diritto allo studio a partire dai libri di testo, ecc.
A questo governo, eletto anche con i voti determinanti dei comunisti, non si chiedeva dunque la luna nel pozzo e
potevamo anche accettare di discutere di priorità. Ci è stato risposto con un rifiuto totale.
Abbiamo dunque coerentemente deciso di ritirare la fiducia al governo Prodi.
Non è stata una decisione facile ma non potevamo diventare complici di una politica antipopolare e condannare il nostro partito alla perdita dell'autonomia politica.
Una parte dei parlamentari eletti nel nostro partito ha invece deciso di non seguire le decisioni democraticamente prese, di praticare la scissione a livello parlamentare (con scarso seguito nella base che più è vicina ai problemi della gente) e fondare un nuovo gruppo politico.
Si è trattato di un gravissimo errore (molto sponsorizzato dalla stampa e dalle TV di regime) che, oltre a non avere conseguenze positive per la popolazione, porterà gli scissionisti ad essere succubi della progressiva deriva moderata della coalizione di governo.
Siamo stati accusati di aver dato, con il ritiro della fiducia, spazio alle destre ma noi rispondiamo che è appunto la cattiva politica del governo quella che ha consentito alla destra di crescere e bisognava dunque cambiare politica.
Cosa c'entra tutto ciò con Seregno ed i seregnesi?
L'anno prossimo ci saranno le elezioni amministrative, si parlerà di programmi e di aggregazioni.
Rifondazione Comunista proporrà a livello locale una coalizione con i partiti di centro sinistra ma è opportuno chiarire fin d'ora che vorrà discutere per tempo di programmi e di politica e non si accontenterà di vaghe promesse cui non seguano azioni concrete e vantaggiose per i ceti popolari.

Giuseppina Minotti
Capogruppo del PRC al Comune di Seregno
Seregno, 11 ottobre 1998
da «Seregno News»