ARTICOLO PER SEREGNO NEWS (NUMERO 34bis - NOVEMBRE 2006)

Guerra, palazzo comunale

"Non in nostro nome"

Nel momento in cui scrivo è già passata una settimana dall'inizio dei bombardamenti in Afghanistan. Già si contano centinaia di morti tra i civili, una sede dell'ONU distrutta a Kabul, un intero villaggio raso al suolo...i cosiddetti danni collaterali. I motivi veri di questa guerra sono diversi dall'assicurare alla giustizia bin Laden, supposto responsabile dell'attentato alle torri gemelle: si tratta di ribadire la supremazia USA, di controllare direttamente un importante nodo di produzione e transito del petrolio (in Medio Oriente le guerre in genere hanno origine dal controllo delle fonti energetiche e dell'acqua), di mettere una spina nel fianco di Russia e Cina, di delegittimare ulteriormente il ruolo di mediazione dell'ONU.

Ecco perché moltissimi dei famigliari delle sette mila vittime di New York hanno sottoscritto un appello dal titolo significativo: "NOT IN OUR NAME (non in nostro nome)". Non è infatti per riparare il torto fatto a loro che si è scatenata la guerra.

La guerra dunque aggraverà la situazione in Medio Oriente ma anche nel resto del pianeta perché non eliminerà le cause che permettono a bin Laden di porsi come paladino dell'Islam oppresso e di conquistare adepti ad una visione integralista ed antipolitica della società islamica (Maometto si starà rivoltando nella tomba).

La guerra va dunque fermata ed è necessario trasferire sull'ONU la competenza in merito alla risoluzione delle controversie internazionali.

Cosa pensa il PRC del nuovo Palazzo Comunale

In questi mesi una parte di Seregno Democratica ha avuto il mal di pancia causato dalla realizzazione del nuovo Palazzo Comunale. Dopo lungo dibattere, dalle colonne de Il Cittadino si scopre che il dissenso era di tipo estetico: se si dovesse o no cambiare la fisionomia della piazza.

Anche noi dissentiamo dalla scelta di costruire il nuovo Palazzo Comunale ma per motivi di sostanza,

Quello più importante è l'enorme dispendio (circa 30 miliardi) per un'opera che nasce concettualmente vecchia. Come si fa infatti, nell'epoca dell'informatica e con la possibilità dunque di spostare i messaggi e non le persone, a ritenere essenziale il concentrare tutti gli uffici in un unico edificio?

Perché poi non si è studiata, come da noi proposto, una soluzione che prevedesse il decentramento di alcuni uffici ed il recupero di edifici esistenti?

Nel frattempo si sono spesi diversi miliardi per adattare l'edificio delle scuole Umberto a sede provvisoria del Comune: non si poteva prevedere un suo uso definitivo magari trasferendo i vigili del fuoco in una sede più idonea?

Questa amministrazione ha dunque sbagliato sia nel metodo (non proponendo diverse alternative) sia anche nel merito (approvando una soluzione inidonea).

L'anima antipopolare del governo Berlusconi

Ciò che qualche mese fa era scritto tra le previsioni ora comincia essere realtà. I provvedimenti annunciati dal governo Berlusconi vanno nella direzione di una rapida distruzione dello stato sociale e di privatizzazione dei rapporti tra lavoratori e padronato. La trasformazione degli ospedali in istituzioni aperte ai privati ( a fini ovviamente di lucro), la reintroduzione dei ticket, il finanziamento della scuola privata, l'abolizione di fatto dello statuto dei lavoratori con la libertà di licenziamento, l'assalto alle pensioni ed ai TFR, la cementificazione del territorio (le cosiddette "grandi opere"), ... sono strettamente unite alla difesa dei propri interessi economici ed alla cancellazione delle pendenze giudiziarie (chi si ricorda ancora di "Mani pulite"?) in corso attraverso leggi che hanno suscitato le preoccupazioni dell'intero mondo civile.

Un quadro estremamente negativo nel quale comunque brillano inizi di resistenza e di riorganizzazione: i 230.000 metalmeccanici in piazza, il riuscitissimo sciopero della scuola, il movimento No Global, ...

Giuseppina Minotti
Capogruppo del PRC al Comune di Seregno
Seregno, 18 novembre 2001
da «Seregno News»