Egr. Signor Sindaco,
Il decreto legge n. 93/2008 porta pessime novità per i Sindaci dei Comuni italiani.
In primo luogo non viene prevista la scadenza dei trasferimenti erariali che dovrebbero compensare
il minore gettito ici derivante dall'abrogazione dell'imposta sull'abitazione principale; si era
percepito che i trasferimenti sarebbero stati eseguiti in corrispondenza dei mesi di giugno e di
dicembre, per evitare disagi finanziari ai Comuni.
In realtà il quarto comma dell'articolo 1, si limita a stabilire che “entro 60 giorni
dalla data di entrata in vigore del decreto, saranno stabiliti criteri e modalità per l'erogazione
del rimborso ai Comuni per gli anni 2008, 2009 e 2010.”
Penalizzante fino all'inverosimile, anche la disposizione prevista al settimo comma dello stesso
articolo 1, laddove si stabilisce che “fino alla definizione dei contenuti del nuovo patto
di stabilità interno, in funzione dell'attuazione del federalismo fiscale, è sospeso
il potere delle Regioni e degli enti locali di deliberare aumenti dei tributi, delle addizionali
e delle aliquote dei tributi ad essi attribuiti.”
Siamo pertanto di fronte ad un blocco a tempo indeterminato dell'autonomia finanziaria degli enti
locali e all'impossibilità di programmare i flussi finanziari 2008, in attesa dei criteri
e delle modalità di incasso.
E' appena il caso di ricordare che al 30 giungo scadono le rate semestrali dei mutui degli enti
locali, oltre alle scadenze mensili ordinarie, e in molti casi i pagamenti venivano effettuati con
l'introito dell'acconto ici in scadenza il prossimo 16 giugno.
Il mancato gettito dell'ici sull'abitazione principale e la nebulosità dei trasferimenti
statali in compensazione, comporteranno gravi rischi e costi finanziari per l'intero sistema delle
autonomie locali.
Dalla lettura del testo appena pubblicato emerge con evidenza un attacco centralista dello Stato
agli enti locali, mettendo in difficoltà i Comuni dal punto di vista finanziario, e pertanto
riteniamo che la riforma prevista non sia condivisibile per i seguenti motivi:
- Perché è l'unica imposta interamente delegata agli enti locali, su cui viene valutata
l'efficacia di una attività amministrativa, l'unica imposta direttamente collegata con il
territorio che consente di legare la qualità dei servizi al livello di pressione fiscale
- Perché l'eliminazione dell'ici sulla prima casa, con compensazione da parte dello Stato
a favore dei comuni genera una palese ingiustizia fiscale: la prevalenza dell'apparenza sulla sostanza;
in realtà si destinano risorse statali finalizzate al riequilibrio del potere di acquisto
dei salari a favore di coloro che non sono proprietari dell'unica casa, ma anche a favore di coloro
che hanno una prima casa di cinque
- Perché la riforma toglie autonomia ai comuni, privati dell'unico tributo locale rimasto,
in quanto la tosap e l'imposta sulla pubblicità hanno valori irrisori e in molti casi sono
stati trasformati in canoni patrimoniali, mentre la tassa o tariffa sui rifiuti è strettamente
connessa con il costo del servizio di raccolta e di spezzamento.
- Perché la copertura finanziaria rischia di non essere immediatamente garantita nell'immediato
e negli anni, in quanto alla data odierna risultano prive di coperture finanziarie i circa 613
milioni di euro relativi a potenziali entrate tributarie derivanti dall'accatastamento degli immobili
ex rurali.
- Perché i flussi finanziari rischiano di determinare gravi disagi di cassa ai comuni, in
quanto i trasferimenti erariali in compensazione del minore gettito ici, rischiano di avere tempi
lunghi e non immediati come nel caso di riscossione diretta, con una quasi totale dipendenza erariale
e un ritorno palese al centralismo fiscale.
- Perché la scelta di compensare il minore gettito dei comuni per l'ici sulla prima casa,
favorirà i comuni che hanno elevato al massimo l'aliquota ici sull'abitazione principale,
colpendo in maniera indiscriminata tutti gli enti locali più virtuosi, che avevano operato
scelte fiscali di aliquota più contenuta.
- Perché elimina la possibilità dei sindaci italiani di intervenire in modo differenziato
nella tassazione dei propri cittadini, utilizzando lo strumento delle detrazioni
- Perché rallenta il progetto federale di una unica imposta sul patrimonio immobiliare,
capace di assorbire la molteplici tasse erariali, la cui gestione e riscossione dovrebbe essere
delegata ai comuni.
- Perché il Governo, bloccando il potere degli enti locali di intervenire sull'addizionale
e sulle aliquote, sospende qualunque attività di autonomia fiscale, rendendo ingovernabili
le entrate nella programmazione dei bilanci di previsione pluriennali.
- Perché la sospensione dell'autonomia genera un inopportuno vantaggio ai comuni che nel
2008 o negli anni precedenti, hanno applicato le aliquote e le addizionali al massimo livello,
colpendo gli enti locali che avevano contenuto la pressione fiscale, programmando una crescita
graduale negli anni.
Alla luce di queste considerazioni
CHIEDO
- Che cosa ne pensano lei e suoi assessori?
- Quali iniziative immediate intende intraprendere l'Amministrazione Comunale di Seregno?
Distinti saluti.