IL "TRITARIFIUTI" E’ SOLO UN BUSINESS PER LA STEA ?

Qualche settimana fa la stampa locale, si veda ad esempio "Il Cittadino" di sabato 1° febbraio 1997, riportava con evidenza una serie di accuse mosse dall’ associazione ambientalista "Amici della Terra" alla società STEA, che ha in gestione l’impianto di vagliatura e smaltimento dei rifiuti solidi urbani per il Consorzio della Brianza Milanese, attualmente ubicato a Lissone, di essere implicata in attività poco trasparenti collegate allo smaltimento dei rifiuti.

Perchè non si sono avute ulteriori notizie sulla vicenda ?

Forse perchè l’impianto di vagliatura è utile soltanto alle casse della STEA?

Mi sembra quindi il caso di aprire una pubblica discussione sull’argomento.

Nel frattempo le chiedo di conoscere:

  1. le prospettive a breve e medio termine di utilizzo di tale impianto di vagliatura;
  2. lo stato dei contratti/appalti in essere o in fase di approvazione o anche previsti per il futuro tra la società STEA ed il Consorzio della Brianza Milanese;
  3. il costo complessivo dell’utilizzo del vagliatore per il Comune di Seregno, distinguendo il costo per la fase di vagliatura presso l’impianto di Lissone, il costo per il conferimento in discarica della frazione secca ed il costo per il recupero della frazione umida;
  4. in quale discarica/he avviene il conferimento della frazione secca;
  5. quali sono le percentuali medie di separazione fra frazione umida e frazione secca dei rifiuti da parte dell’impianto di vagliatura, distinguendo se possibile per tipologia di rifiuto;
  6. della frazione umida quale percentuale è poi effettivamente recuperata, qual è la sua qualità e per quale utilizzo viene poi effettivamente impiegata;
  7. se l’intera operazione di utilizzo dell’impianto di vagliatura e del successivo conferimento in discarica della frazione secca e del recupero della frazione umida, avviene secondo i dettami del DPR 915/82 o se invece non si è derogato a tali disposizioni; in questo ultimo caso si chiede di conoscere chi, quando, come e perchè ha potuto derogare le vigenti normative.

Giuseppina Minotti

Seregno, 3 marzo 1997