Contro il finanziamento delle scuole materne private
Il Consiglio Comunale di Seregno
Premesso che
In data 27 febbraio 1999, è entrata in vigore il Lombardia la legge regionale 147 relativa al finanziamento delle scuole materne private;
A seguito dei rilievi di incostituzionalità eccepiti dalle forze di minoranza del Consiglio Regionale, il Consiglio dei Ministri, in sede di controllo preventivo, ha sottolineato, nelle sue osservazioni, che la legge regionale in questione in tanto può essere considerata compatibile con il dettato costituzionale, in quanto i finanziamenti in essa previsti (60 miliardi nei prossimi tre anni) siano destinati, pena eventuali ricorsi alla Corte dei Conti, "alla copertura dei costi per servizi relativi all’assistenza scolastica, materia nella quale sussiste effettivamente la competenza regionale, che è invece assente in materia di istruzione scolastica";
considerato che
Come recita testualmente l’art. 42 del DPR 616/77, attuato a livello regionale lombardo dalla legge 31/80, l’assistenza scolastica, ossia il cosiddetto DIRITTO ALLO STUDIO, concerne "tutte le strutture, i servizi e le attività destinate a facilitare, mediante erogazioni e provvidenze in denaro o mediante servizi individuali e collettivi, a favore degli alunni di istituzioni scolastiche pubbliche o private, anche se adulti, l’assolvimento dell’obbligo scolastico, nonché, per gli studenti capaci e meritevoli, ancorché privi di mezzi, la prosecuzione degli studi; gli interventi di assistenza medico – psichica; l’assistenza ai minorati psico – fisici e l’erogazione gratuita dei libri di testo agli alunni dalle scuole elementari;
Non di meno il Presidente della Giunta Regionale Formigoni ha pubblicamente dichiarato che intende attuare la legge 147 non già tenendo conto delle succitate indicazioni del Governo, né tantomeno tenendo conto delle norme nazionali e regionali sul diritto allo studio, ma utilizzando i finanziamenti previsti come "diversi e aggiuntivi" rispetto al diritto allo studio, cioè destinandoli esclusivamente alla gestione delle scuole materne private, e non universalmente a tutti i cittadini;
Questo progetto penalizza fortemente i Comuni, i quali sono degradati, dal loro potere dovere di decidere le politiche locali in ordine alle garanzie del diritto allo studio, al ruolo di meri tramiti dei finanziamenti regionali ai privati;
Occorre, invece, rilanciare fortemente il ruolo dei Comuni, in un’ottica di corretto decentramento amministrativo, nella gestione dei servizi alla persona (art. 9 legge 142/90), con particolare riguardo ad un settore fondamentale, come il diritto allo studio, che anche nella nostra realtà locale registra purtroppo problemi di non attuazione effettiva per mancanza di finanziamenti pubblici adeguati;
Impegna il Sindaco e la Giunta
A sostenere, insieme ad altri Comuni, un conflitto istituzionale con la Regione Lombardia per ricondurre la normativa, di cui alla legge 147, nell’ambito dei canali della costituzionalità, come chiaramente indicato dalle OSSERVAZIONI DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI, ponendo in essere, se del caso, tutti i ricorsi possibili anche in sede legale;
A richiedere i finanziamenti previsti dalla legge 147 esclusivamente nell’ambito delle misure a sostegno del diritto allo studio;