Proposta di ordine del giorno avente per oggetto

La chiusura di Indymedia, prove di repressione globale.

IL CONSIGLIO COMUNALE DI SEREGNO

CONSTATATO CHE

Il giorno 7 ottobre 2004 il server anglo-americano che ospita i siti internet dell'organizzazione no global Indymedia è stato chiuso dalla polizia federale statunitense (FBI).

Il portavoce dell'FBI, Joe Parris ha riferito che:«L'operazione è stata condotta per conto di paesi terzi da responsabili del ministero della giustizia contro il server Rackspace, che offre spazi a Indymedia».

Tale richiesta di intervento è stata presentata da due paesi: l'Italia e la Svizzera.

Il fatto è gravissimo in sè, ma acquisisce un aspetto ancora più sinistro a seguito delle dichiarazioni rilasciate dal portavoce di Alleanza nazionale Landolfi, primo firmatario di una interpellanza urgente che ne chiedeva la chiusura a causa di frasi ingiuriose riportate senza rispetto alcuno dei nostri militari in Iraq. Cioè per una difformità di giudizio sulla presenza italiana in Iraq. Landolfi si guarda bene dal proporre lo stesso trattamento ai siti di An sui quali più di una volta sono apparse frasi inneggianti al fascismo ed a quelli della Lega sui quali gli insulti all'unità d'Italia e al Capo dello Stato si sprecano.

CONSIDERATE LE AFFERMAZIONI DI

Articolo21: «Proprio perchè non è stata spesso in sintonia con le posizioni espresse da Indymedia, ritiene ancora più grave che in una situazione internazionale nella quale la bugia mediatica è stata determinante nello scatenamento delle guerre, si possa pensare di oscurare o di cancellare le poche voci che non hanno ritenuto di dover, sempre e comunque, avallare ogni sorta di menzogna ufficiale»

Paolo Serventi Longhi (Fnsi): «Il caso di Indymedia, uno dei siti più frequentati da non global i cui server italiano e inglese sono stati messi sotto sequestro dall'Fbi, attiene al diritto di tutti di continuare a fare libera informazione. Le Autorità degli Stati Uniti, e in particolare l'Fbi hanno emesso un ordine federale imponendo la consegna dell'hardware di Indymedia situato a Londra: questo atto ha colpito e messo nell'impossibilità di operare venti siti di Indymedia in tutto il mondo, compresi quelli che diffondono i messaggi multimediali on line dall'Italia. Una decisione incomprensibile , anche per il fatto che gli Stati Uniti riescono per motivi misteriosi a condizionare l'informazione in tutto il mondo. Cosa che si traduce anche in una interruzione di informazione alternativa nel nostro Paese. La denuncia dei colleghi di Indymedia, al di là delle autonome opinioni che essi esprimono e non del tutto condivisibili, va raccolta. Per questo chiedo al Ministero della Comunicazione italiano come sia possibile che i siti Indymedia nel nostro Paese possano essere così facilmente oscurati. Un problema che attiene al diritto di tutti di continuare a diffondere libera informazione».

RITENUTO CHE

La chiusura di Indymedia è un atto di censura globale incompatibile con i principi costituzionali di libertà di espressione e d'informazione.

IMPEGNA IL SINDACO

Ad inviare, a nome del Consiglio comunale, una nota di protesta al Ministro degli Interni Pisanu ed al Ministro della Giustizia Castelli nella quale si condanni chiaramente qualunque tentativo di impedire la libertà di espressione o anche solo di intimidire chi esprime posizioni diverse.

Giuseppina Minotti, Capogruppo del PRC
Seregno, 10 ottobre 2004
Consiglio Comunale di Seregno
Milano - Italia