Primo intervento bilancio
'98
1° parte analisi della struttura
I decreti legislativi 77/95 e 336/96 rappresentano i pilastri sulla
base dei quali il legislatore ha pensato di avviare il processo di cambiamento
del funzionamento degli enti locali.
Il bilancio che abbiamo davanti nasce da quei decreti e risponde ad
alcune caratteristiche previste; è forse il primo che viene presentato
in questa forma nelle città brianzole.
Come PRC non abbiamo dato un giudizio positivo sui decreti "Bassanini"
perché l'adozione di criteri aziendalistici e di privatizzazione
spinta per la gestione degli enti locali, la prevalenza della tecnica sulla
politica in nome dell'efficienza, la rigidità della struttura
del bilancio mascherata dietro l'enfasi della separazione fra funzione
politico/amministrativa/gestionale e di controllo, la mole di Regolamenti
che ogni comune si deve dare nel rispetto della norma, col rischio che
ogni campanile abbia il suo regolamento, hanno portato il Consiglio a perdere
sempre di più i già risicati strumenti di controllo. Poniamoci
due domande:
Le nuove norme hanno consentito maggior partecipazione dei Consigli
alla stesura del bilancio?
Hanno portato maggior trasparenza e leggibilità dei documenti
contabili per i cittadini?
In entrambi i casi la risposta è negativa ed il legislatore
secondo noi ha fallito: a maggiore conoscenza corrisponde una minore possibilità
di interventi puntuali.
E' indubbio che il consiglio perde ogni possibilità di
influire sulle scelte concrete (emendamenti).
Questo è un fatto: perdita di spazi democratici
cui ogni amministrazione deve supplire.
Ma va dato atto che la struttura di questo bilancio ha delle positività:
? la relazione programmatica si sforza di non essere un semplice
"allegato" perché si pone nell'ottica di presentare una strategia
e tenta di uscire dalla concezione puramente finanziaria della
programmazione
? allegati significativi (revisori dei conti)
? una leggibilità degli obiettivi da perseguire e gli impegni
da realizzare anche nel triennio
? un impegno evidente degli uffici
? un tentativo di voltare pagina ed offrire qualcosa di nuovo
al di là della logica del puro adempimento formale da parte dell'amministrazione.
2° parte: i contenuti.
Dobbiamo dire che molte furono le critiche al precedente bilancio,
critiche che sfociarono in risoluzioni e mozioni successive, critiche che
ci videro contrari a molte delibere successive, critiche che hanno
cercato sempre di costruire, critiche che spingevano l'amministrazione
a muoversi su alcuni obiettivi che ci parevano trascurati.. Non possiamo
fare altro che apprezzare in questo bilancio alcune scelte: un'invariata
pressione fiscale;
-
un impegno al recupero dell'evasione ICI;
-
quattro miliardi per risolvere il problema biblioteca,
-
eliminazione dell'esagerata spesa per la XXIV Maggio,(quartieri)
-
revisione delle tariffe comunali per i servizi a domanda individuale,
-
acquisizione aree PEEP,
-
rinuncia ad ulteriore vendita del patrimonio comunale abitativo anzi sforzo
d'incremento dello stesso per rispondere ai bisogni di casa,
-
indicazioni dell'AMSP a rivedere le tariffe degli impianti sportivi,
-
estesi e notevoli impegni di spesa per il verde pubblico e l'arredo urbano
e manutenzione di edifici pubblici,
-
l'impegno a realizzare un osservatorio sul lavoro,
-
bandi per i lavori socialmente utili
-
ed ultimo ma non meno importante lo stanziamento di due miliardi per la
revisione del settore informatico e indicazione dell'AMSP di affrontare
il cablaggio della città (rete civica).
Abbiamo volutamente dato spazio agli aspetti positivi perché
riteniamo che molti nascano da proposte che noi abbiamo costantemente
sollecitato da questi banchi, ma molte sono le scelte che ci lasciano
perplessi e/o contrari, il progetto di corso Matteotti, il PUT, i trasferimenti
che in alcune "funzioni "sono veramente alti. Concludo affermando
la necessità che l'amministrazione si sforzi di favorire una più
ampia partecipazione perché un conto è scrivere delle cifre
in bilancio e un altro è spenderle e gestirle con criterio.
Secondo intervento
Efficienza ,snellezza, trasparenza, dovrebbero rendere forte l'ente
locale. L'aziendalizzazione, i regolamenti, la definizione/separazione
dei ruoli e delle competenze, la sburocratizzazione degli atti amministrativi,
dovrebbero rendere più "vicino" i l Comune ai cittadini. Ad una
struttura forte dell'ente dovrebbe a rigor di logica democratica, corrispondere
un forte potere di controllo dal basso e quindi un rafforzamento degli
organi di indirizzo e di controllo. Ma il quadro che ne emerge è
invece preoccupante. Il ruolo di indirizzo e di controllo del C.C. si riduce
ad una delega ampia agli esecutivi (fiduciaria) e con questa perdita di
controllo si riduce così anche il controllo sociale, il quale
è possibile e concreto se e in quanto regolato dal mandato ai rappresentanti
eletti. Il C.C. esercita il suo ruolo di indirizzo e di controllo su un
documento preventivo e generico (questo è quanto stiamo facendo
anche se non si può negare che il documento sia valido). E
allora vanno rafforzati e potenziati, rinnovandone ruoli e funzioni, gli
spazi di democrazia, di partecipazione e di controllo che già ci
sono: Commissioni , consulte, comitati di quartiere. Dal lavoro delle commissioni
dovrebbero nascere gli indirizzi politici da portare in C.C., le indagini
sui bisogni, la predisposizioni di dati e preventivi, lo studio settoriale
dei problemi: casa, lavoro, ambiente, elementi questi che ogni assessorato
dovrebbe poi fare propri nei PEG. Sono necessari un'adeguata pubblicizzazione
di costi, tariffe, tasse comunali, e l'attivazione di momenti di partecipazione
reale ( comitati di quartiere) sull'analisi preventiva e consuntiva dei
dati affinchè il giudizio sulla capacità di spesa e sulla
qualità della spesa stessa, venga condotto avendo come riferimento
i bisogni sociali prima dei criteri tecnico-contabili-finanziari. Ora però
siamo già a discutere del bilancio e tutto il "prima" non è
stato fatto. Vero. Ma i tempi della democrazia sono diversi da quelli della
contabilità e la seconda non deve prevalere sulla prima e da domani
è necessario lavorare per il primato della politica e della partecipazione
.
Dichiarazione di voto
Per Rifondazione questo voto ha una peso politico, sia rispetto
al passato ma e soprattutto rispetto al futuro della vita politica e amministrativa
del paese. Abbiamo già vissuto tre momenti del genere e ad ognuno
abbiamo dato un senso politico diverso. Al primo bilancio Rifondazione
ha espresso un voto contrario in quanto era ancora un retaggio dell'amministrazione
leghista, era tecnicamente confuso e c'erano state "incomprensioni" politiche
fra Rifondazione e la maggioranza sul tema delle Commissioni consiliari.
Il secondo bilancio ci aveva visti contrari anche se assenti durante la
votazione, perché la maggior parte dei punti andava in senso contrario
(ignorava o si contraddiceva) ai contenuti del nostro programma elettorale(e
anche del sindaco). Non fummo favorevoli sia per i contenuti sia per le
modalità di costruzione dello stesso. Cosa è cambiato ora?
Premesso che non ci sono stati accordi né trattative con la maggioranza
(perché le posizioni di Rifondazione sono quelle dichiarate da sempre)
e non c'è nulla di più di quello dichiarato da sempre, e
premesso che questo non è certo il Bilancio che Rifondazione avrebbe
presentato, dobbiamo tuttavia prendere atto che sono stati notevolmente
modificati contenuti ed atteggiamenti. Non ci arroghiamo il merito di questi
cambiamenti, ma siamo certi che le nostre critiche, nette ma sempre
in positivo, abbiano sicuramente influito sulle modifiche evidenziate.
Forse questo cambiamento doveva comunque avvenire per qualificare questa
Amministrazione, ma sta di fatto che molte scelte vanno nella direzione
da noi sollecitata (vedi contenuti e argomenti del primo intervento). Dove
zoppica allora ancora questo bilancio se positivi sono i contenuti, i programmi
(alcuni) e le prospettive?. Zoppica ancora sulle modalità di costruzione,
sulla partecipazione non plebiscitaria ma intesa come rapporto democratico
con la cittadinanza, zoppica nella realizzazione e potenziamento degli
spazi democratici di costruzione dal basso come sono i Comitati di Quartiere,
le Consulte, nella revisione di quegli spazi democratici che sono le Commissioni
Consiliari. Anche sulle cifre molto è da rivedere: differenziazione
ulteriore ICI anche per gli immobili ad uso artigianale; trasferimenti
molto alti (scuole materne private); investimenti esagerati sulle strade;
nessun investimento per favorire i comitati di quartiere. Su queste cose
noi lavoreremo e per queste cose noi votiamo:
-
nuovi rapporti con i quartieri, non plebiscitari, ma organizzati in strutture
che sappiano garantire l'autonomia del quartiere nella lettura dei propri
bisogni e la forza dello stesso nei confronti dell'Amm. nella ricerca di
una risposta ai bisogni;
-
potenziamento dei rapporti democratici col cittadino anche attraverso le
nuove tecnologie, al fine di creare uno scambio produttivo fra bisogni
e risposte ad essi;
-
revisione di tutti gli strumenti a nostra disposizione Statuto, Commissioni,
Regolamenti, che rinnovino profondamente il sistema democratico della partecipazione;
-
ulteriore differenziazione ICI fino a toglierla per prima casa e per l'immobile
di lavoro;
-
razionalizzazione delle scelte urbanistiche (se c'è da tagliare
si tagli sulle strade e sui maquillage che danno solo immagine ma non rispondono
a tutti i bisogni);
-
progettazione di un PEEP a grande respiro che tagliando le unghie alla
speculazione soddisfi la richiesta di casa per anziani, coppie, famiglie
che non possono reggere i costi del mercato ed infine anche per le Cooperative
che sono presenti sul territorio;
-
controllo vigile sull'AMSP perché non ci sia uno stravolgimento
della sua forma istituzionale.
Ora, siccome Rifondazione non è in opposizione pregiudiziale
a questa Giunta e a questa maggioranza pur mantenendo autonomia di giudizio
politico, voteremo favorevolmente a questo bilancio, temerariamente voteremo
sì a questo bilancio. Ma se per Rifondazione questo è un
voto temerario, per la Maggioranza è sicuramente impegnativo perché
verificheremo puntualmente sul campo tutti gli obiettivi che con questo
voto abbiamo sottolineato. Ora ci sono delle cifre, da ora bisogna spenderle
con criterio e su questo noi saremo testardamente presenti ed attenti.
Giuseppina Minotti
(capogruppo PRC)
1998