Perquisizioni a Torino, Bologna, Firenze e Taranto disposte da Genova

Attacco a Indymedia

Carabinieri a caccia di filmati sul G8

Carabinieri in «numeri da corteo» - recita il tam-tam sul web - hanno fatto irruzione ieri mattina in quattro luoghi ritenuti "nodi" di Indymedia a caccia di materiale audio e video sui fatti di Genova. L'operazione s'è svolta tra un centro sociale torinese, il Gabrio; la casa occupata "Cecco Rivolta" di Firenze, il Teatro polivalente occupato di Bologna e la sede tarantina della Confederazione Cobas (dove non è stato trovato nulla) ma l'ordine è partito dalla procura genovese con un decreto di perquisizione firmato dai procuratori Canciani e Canepa, gli stessi che martedì mattina avevano interrogato Luca Casarini come persona informata dei fatti. «Poiché i soggetti detentori appartengono ad area antagonista - si legge nel decreto - e potendo pervenirsi all'identificazione dei responsabili di reati connessi vi è il fondato motivo di ritenere che gli stessi non intendano spontaneamente consegnare la documentazione all'autorità». Ecco il perché dell'impressionante spiegamento di forze messo in atto ieri mattina e che ha comportato anche il blocco di interi quartieri. Ma l'interesse dei magistrati genovesi è rivolto anche a «episodi delittuosi avvenuti presso il complesso scolastico "Diaz-Pascoli-Pertini"», ovvero dove avvenne la sanguinosa rappresaglia di varia polizia della notte tra 21 e 22 luglio 2001. La formula del decreto è alquanto aleatoria e lascia supporre che l'operazione possa replicarsi «presso ogni altro luogo di cui tale soggetto risulti avere la materiale disponibilità». Ad andarci di mezzo, naturalmente, sono stati computer, archivi e materiali di ogni genere che servono al lavoro quotidiano nelle realtà perquisite. Il messaggio dei blitz, avvenuti all'indomani dell'interrogatorio di Casarini, potrebbe essere che le indagini siano slittate sul movimento e non sugli abusi delle forze dell'ordine con i magistrati alla ricerca di no-global "cattivi". Tecnicamente perquisizioni e audizione di Casarini non sono legate come spiega Laura Tartarini, legale del Glf: «Il decreto della procura è datato 1 febbraio, prima ancora delle rivelazioni di Scajola, ma le modalità potrebbero essere legate al nuovo clima». Dal Nordest, Luca Casarini accenna al «comportamento paradossale della magistratura rispetto a un'inchiesta che dovrebbe avere per oggetto le violenze su un corteo autorizzato».

«Un attacco alla libertà d'informazione - fa sapere Indymedia Italia, rete di videomaker e reporter gestita collettivamente - il materiale sequestrato è liberamente consultabile sul nostro sito».

Al Tpo bolognese, l'invasione dei sessanta carabinieri ha provocato danni anche ai materiali non sequestrati. I militari hanno agito prima che arrivassero i legali portandosi via hard disk e perfino un vibratore dell'annesso sexy-shop femminista. «Una perquisizione inutile e con modalità talebane», è stato detto al termine dagli animatori del centro che hanno incassato la solidarietà dei consiglieri comunali di Rifondazione.

«Irruzioni che creano preoccupazione», commentano a caldo Giovanni Russo Spena e Titti De Simone, deputati di Rifondazione comunista rivolti, in particolare, alle «modalità in cui si sono svolte le perquisizioni». Luciano Muhlbauer della segreteria nazionale del Sin. Cobas esprime solidarietà a Indymedia e invita «tutte le componenti del movimento a ribadire la verità che tutti conosciamo: i responsabili della repressione e della morte di Carlo stanno ancora al loro posto». Come lui, Piero Bernocchi, della Confederazione Cobas: «E' sconcertante - spiega - che, anziché indagare a partire dalle ultime dichiarazioni di Scajola, si continui a perseguitare le vittime cercando di creare un clima di intimidazione per le lotte sociali». «Il governo ha molta paura del movimento - recita un comunicato di Attac! Italia - ma i nostri occhi sono "testimoni di Genova" e nessuna perquisizione potrà oscurarli».

Una prima risposta di piazza sarà il sit in di oggi, a Roma, indetto da Radio Onda rossa in piazza della Pilotta. Anche l'emittente romana, nodo di Radio Gap, è oggetto in questi giorni delle pesanti attenzioni del ministero delle comunicazioni che la vorrebbe zittire, trasferendola su una frequenza soffocata da Radio Vaticana. A Torino, invece, ci sarà un sit in domani anche per protestare contro la presenza di Forza nuova. E il 16 marzo, a Roma ci sarà il corteo per un'informazione libera.

Checchino Antonini
Bologna, 21 febbraio 2002
da "Liberazione"