MENTRE SI ATTACCANO LE PENSIONI DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI
SI FAVORISCONO LE PENSIONI D’ORO

Scompare dalle pensioni d’oro il prelievo di solidarietà del 2%.

Il governo di centro destra, sostenuto politicamente da Confindustria, mentre continua imperterrito nella sua opera di demolizione dei diritti e delle tutele nel lavoro, attraverso la quasi definitiva approvazione del disegno di legge 848 che introduce ulteriori dosi di precarizzazione del rapporto di lavoro, e l’avvio dell’iter parlamentare del disegno di legge 848/bis contenente la modifica (in peggio), dell’articolo 18 della legge 300, si pone l’obbiettivo di intervenire sul sistema previdenziale pubblico.

Infatti, non passa giorno che da più parti non si sollevi il problema dell’insostenibilità finanziaria dell’Inps, creando falsi allarmi, allo scopo di ridurre le prestazioni a favore delle lavoratrici e dei lavoratori o, in alternativa, per aumentare l’anzianità necessaria per poter accedere al giusto riposo, dopo lunghi anni di lavoro.

Nel contempo (e come spesso accade anche per altre questioni), si favoriscono i possessori di rendite previdenziali privilegiate.

Accade cioè che i pensionati d’oro, dal 1.1.2003, non verseranno più il contributo di solidarietà del 2% previsto dalla finanziaria del 2000.

Per comprendere la gravità politica di questa scelta, serve sapere che nell’ambito della definizione della legge 488/99 (legge finanziaria per il 2000), precisamente all’articolo37, si introduceva un contributo di solidarietà del 2% a carico dei trattamenti previdenziali (e per la parte eccedente i 78.507 Euro;150 milioni circa di vecchie lire), per la costituzione di un fondo a favore delle prestazioni dei “cosiddetti precari” (facoltà di coprire periodi privi di contribuzione per i lavoratori interinali; periodi scoperti per lavoratori discontinui o part-time; periodi di studio e formazione).

Ora, tale norma è decaduta il 31 dicembre 2002, ed ovviamente ( o probabilmente) il fondo di solidarietà verrà comunque alimentato, ma rimane evidente il segno di classe di tale di questo Governo, anche perché era del tutto possibile prorogare i termini di questo piccolissimo contributo.

Governo e Confindustria, quando parlano dei giovani e delle nuove forme di lavoro (collaborazioni coordinate, interinali, lavoro a chiamata,ecc.ecc.) teorizzano la libertà e i vantaggi che derivano dell’essere imprenditori di se stessi. Poi, però, alla prova dei fatti, negano, in ragione di un egoismo di classe, perfino quel minimo di solidarietà concreta, già in essere.

Anche per queste ragioni è importante sostenere il “SI” al referendum per allargare a tutti, quanto previsto dall’articolo 18 dello Statuto dei Diritti delle Lavoratrici e dei Lavoratori, nonché aderire allo sciopero indetto dalla sola CGIL del 21 febbraio prossimo.

Fausto Ortelli, CGIL - Brianza
Monza, 23.01.2003