Mercoledì 5 novembre 2003: il Senato approva la legge delega 848.

Lavoro a pezzi

L'Italia dei superflessibili vede la luce

Una settimana "nera" per i lavoratori, quella appena trascorsa. Mercoledì il Senato ha approvato in via definitiva la riforma del mercato del lavoro, frutto del Patto per l'Italia del luglio scorso firmato da Cisl e Uil, contraria la Cgil. Una legge «devastante», come l'hanno definita sindacalisti e commentatori. Passata senza le modifiche all'art.18, confluito insieme alla riforma degli ammortizzatori sociali nell'848 bis (il cui esame dovrebbe partire a giorni), dovrà ora essere resa operativa dai decreti attuativi; ma l'Italia dei "superprecari" ha visto la prima luce. Operai "in leasing", "a chiamata", affittati, sempre più flessibili e meno garantiti affolleranno le agenzie interinali a completa disposizione del "datore-padrone".

Via libera al collocamento privato, al lavoro individualizzato e, soprattutto, all'azzeramento del potere di rappresentanza dei sindacati. Il mercato del lavoro verrà disarticolato e frantumato. Il lavoratore ridotto a vera merce di scambio, dato in affitto alle agenzie interinali, alle università o ai consulenti del lavoro, dipenderà "in toto" dalle esigenze dell'imprenditore che potrà chiamarlo anche solo per due giorni prima di restituirlo alle "sale d'attesa". Aumenteranno i contratti individuali, gli "operai-squillo" e a "intermettitenza" per non parlare delle tutele violate dai dieci articoletti di cui si compone la riforma. Come quello che riguarda la cessione dei rami d'azienda (l'"out-sourcing") in cui si legittima l'impresa a cedere le attività con il solo vincolo della dimostrazione dell'autonomia funzionale del "ramo ceduto", di fatto una garanzia per aggirare l'articolo 18 già ampiamente violato.

Una vera «rivoluzione» l'ha definita Maroni commosso, ispirata però da un unico valore: distruggere definitivamente ogni tipo di garanzia che fino ad oggi ha consentito di tutelare il lavoratore dagli abusi dell'impresa. «La delega - è il commento di Giorgio Cremaschi, segretario nazionale della Fiom - consente di scardinare orari, condizioni di assunzione e di utilizzo della forza lavoro che, fino ad oggi, sono state normate in maniera rigorosa dai contratti. E' necessario a questo punto uno sforzo ancora maggiore da parte del sindacato per proteggere i lavoratori». Un passo potrebbe essere quello di dire sì al referendum sull'articolo 18. «A questo punto - come ha già spiegato sul nostro giornale Paolo Cagna Ninchi, presidente del comitato promotore dei referendum sociali - la consultazione referendaria diventa realmente l'unico strumento per fermare i disegni del governo e invertire la tendenza generale alla superprecarietà».


SCHEDE


Meno tutele per tutti

Socio lavoratore

Viene attribuita al governo una nuova delega per la disciplina sul socio lavoratore, dando preminenza al vincolo associativo piuttosto che al rapporto di lavoro. La norma prevede che in caso di crisi aziendale, l'assemblea potrà deliberare un piano per salvaguardare i livelli occupazionali e i soci-lavoratori potranno dare il loro contributo anche economico alla soluzione, secondo le proprie disponibilità finanziarie. In sostanza viene applicata la modifica alla disciplina della legge 142/2001. Questa legge, che riguarda lo status di socio lavoratore di cooperativa, ha avuto un iter travagliato e lungo 4 anni, prima di vedere la luce. Con le modifiche viene eliminato un punto cardine della 142, e cioè il rapporto di lavoratore dipendente come ulteriore rapporto del socio lavoratore con la cooperativa. Questo significa che un consiglio di amministrazione potrebbe licenziare un socio lavoratore senza bisogno di passare per un tribunale a verificare la giusta causa o il giustificato motivo. Dunque si cerca di uscire dall'ambito dello Statuto dei lavoratori e dell'art. 18 e di reagire al referendum pendente cercando di aggirare la norma, colpendo i lavoratori meno tutelati. E' noto che un socio lavoratore di una cooperativa non è imprenditore della stessa: non la gestisce, piuttosto viene gestito.


"Lavoro condiviso" al via

Job sharing

In arrivo anche le nuove norme per i Co. Co. Co e per il "job sharing". Per "job sharing" si intende il "lavoro condiviso". Vale a dire due lavoratori potranno appunto dividersi un contratto a tempo indeterminato, subentrando a vicenda in un rapporto di lavoro stipulato per una sola persona. Il contratto occasionale inoltre viene esteso a nuovi settori come l'agricoltura.


Più «elastico» e non garantito

Part time

Nella delega vengono riscritte le norme che regolamentano il part time per renderlo più «elastico». Diventa in sostanza più facile l'accesso al lavoro supplementare (lo straordinario) e il cambio di fascia orario. Le caratteristiche più negative di questa delega sono da ravvisare soprattutto nella spinta all'accesso individuale dei rapporti di lavoro e nell'aumento indiscriminato dei lavoratori "atipici". La conseguenza più grave sarà di fatto l'indebolimento dei sindacati che non riusciranno più ad organizzare migliaia di lavoratori non individuabili. Proprio quella che è stata chiamata la «frantumazione» dei rapporti di lavoro alla lunga determinerà uno sviluppo degli interessi materiali e ideali dei singoli lavoratori profondamente divergenti e conflittuali, che sarà sempre più difficile rappresentare su ampia scala al fine di stipulare con la controparte contratti collettivi validi per tutti. Ma - dicono gli analisti economici - a perdere in competitività saranno anche le imprese, danneggiate nel loro centro di controllo. Proprio quest'ultimo si troverà nell'impossibilità di «organizzare i segmenti del processo produttivo» avendo di fronte non più un solo interlocutore ma una grande varietà di aziende e tipi diversissimi di contratto.


Cessioni libere in deroga all'art. 18

"Outsourcing"

Nuove norme regoleranno le operazioni di esternalizzazione o trasferimento del cosiddetto ramo d'azienda. Per poter dare in "outsourcing" un'attività dell'impresa occorre dimostrare che sussista una reale autonomia funzionale del ramo da esternalizzare nel momento stesso del trasferimento. Le nuove norme dovranno inoltre adeguarsi alla disciplina comunitaria anche per quel che riguarda il mantenimento dei diritti dei lavoratori in caso di cessione di imprese, di stabilimenti o di parti di essi. E' previsto inoltre un «regime di particolare solidarietà» tra appaltante e appaltatore per le ipotesi in cui a una cessione di ramo d'azienda sia connesso un contratto di appalto. L'obiettivo è chiaro: consente all'azienda di derogare con facilità all'articolo 18. La delega impone all'azienda solo di dimostrare che il ramo ceduto abbia, nel momento del suo trasferimento, una sua autonomia funzionale rispetto al resto dell'impresa. «È una legge - dice Beppe Casadio, segretario confederale Cgil - il cui scopo è rendere il lavoratore sempre più solo e debole. Da oggi i lavoratori non sono nulla di più di merce: si possono vendere, scambiare, trattare come l'azienda meglio crede».


Manodopera come merce

Staff leasing

Per "staff leasing" si intende una nuova formula contrattuale con cui si dà la possibilità alle aziende di affittare manodopera presso agenzie specializzate che restano però titolari del contratto di lavoro. Il mercato del lavoro viene completamente disarticolato e diventa, nelle intenzioni dei suoi relatori, più «americanizzato» di quello americano. Proprio su questo punta la trasformazione del lavoro voluta dal governo: meno posti sicuri e più mobilità, meno tutele e più flessibilità.


Braccia in affitto alle agenzie

Collocamento

Il collocamento viene aperto ai privati. L'obiettivo della delega è favorire l'efficienza attraverso il ricorso alla concorrenza. Cade dunque il vincolo dell'«oggetto sociale esclusivo» che costringe la società a svolgere solo attività di fornitura di lavoro interinale. E' stata inoltre estesa l'intermediazione tra domanda e offerta di lavoro anche ai consulenti del lavoro e dell'università. Servizi pubblici e privati di collocamento saranno poi collegati tra loro, con il ministero del Welfare e con gli enti previdenziali attraverso il Sil (Sistema informativo del lavoro). Nascerà, infine, la borsa del lavoro: una banca dati dei lavoratori attivi e in cerca di occupazione. Via libera dunque alla totale liberalizzazione del mondo del collocamento: agenzie interinali, università, consulenti del lavoro potranno fare incontrare domanda e offerta, reperire «braccia» per le imprese. Una norma assolutamente deleteria: i lavoratori diventeranno numeri "in affitto" «per sempre» delle varie agenzie interinali e non avranno mai un rapporto diretto con l'azienda richiedente. Un colpo di maglio alle tutele sindacali e di garanzia che vengono praticamente ridotte a zero.


Ti chiamo per due giorni poi si vedrà

Job on call

La delega introduce nuove forme contrattuali: tra queste il contratto a chiamata ("iob on call") per cui l'impresa potrà chiamare in qualsiasi momento il lavoratore che riceverà in cambio un'indennità minima di disponibilità oltre alla retribuzione per le ore di lavoro effettive. Alla Zanussi l'introduzione dell'"operaio-squillo" venne bocciata dai lavoratori con referendum. Ora il lavoratore dovrà invece essere sempre disponibile perché in ogni momento il "datore-padrone" potrebbe chiamare: basta appena un avviso di 48 ore.


Castalda Musacchio
Roma, 9 febbraio 2003
da "Liberazione"