IL GOVERNO HA PRECARIZZATO IL LAVORO
ADESSO VUOLE PRECARIZZARE LA VECCHIAIA
Berlusconi sta facendo una campagna pubblicitaria per convincere gli italiani
che l’intervento sulle pensioni è necessario per ragioni di bilancio. Si tratta
di una falsità. I conti dell’INPS sono in ordine e potrebbero essere anche
migliori se il governo si decidesse a separare la previdenza dall’assistenza
(che deve essere a carico della fiscalità generale) e a perseguire l’evasione
contributiva. Inoltre Berlusconi sostiene che il provvedimento sarà equo e
lieve. Si tratta di una falsità. L’intervento sulle pensioni prevede:
- l’obbligo di 40 anni di lavoro per maturare il diritto alla pensione di
anzianità. Così si peggiora ulteriormente la condizione dei lavoratori,
che già con la controriforma Dini avevano pagato un prezzo pesante, in una
situazione in cui lo sfruttamento sui luoghi di lavoro è aumentato moltissimo.
Il governo continua nella strada di far lavorare di più i lavoratori e di
tagliare stipendi e pensioni, mentre dall’altra riduce le tasse per le imprese
e per i ricchi.
- l’abolizione delle liquidazioni e il loro trasferimento obbligatorio dentro
i Fondi Pensione Integrativi. Ai lavoratori verrà così tolta, in un colpo
solo, una cifra pari ad una mensilità di salario l’anno. In pratica, dovranno
pagare due volte, una all’INPS e una alle assicurazioni private per avere
diritto ad una pensione da fame. Il tutto allo scopo di favorire le assicurazioni
private che gestirebbero i fondi pensione in modo speculativo.
- il taglio del 5% dei contributi che le imprese pagano all’INPS per ogni
nuovo assunto. In questo modo le imprese risparmieranno un mucchio di soldi
e nello stesso tempo i nuovi assunti avranno meno contributi versati. Ciò
comporterà una pensione tagliata di oltre il 15% rispetto al sistema attuale.
Inoltre, questo taglio dei contributi sui nuovi assunti determinerà immediatamente
un buco di svariati miliardi nelle casse dell’INPS, mettendo a rischio le
pensioni oggi erogate.
Il governo al di là delle chiacchiere vuole distruggere il sistema previdenziale
pubblico, rubarsi le liquidazioni e abolire le pensioni di anzianità. Tutto
questo mentre milioni di giovani sono condannati alla disoccupazione e alla
precarietà per anni e anni. previdenza integrativa? no grazie!
Il governo vuole obbligare tutti i lavoratori ad attivare la previdenza integrativa.
Noi siamo contrari per 4 semplici ragioni:
- In questo modo i lavoratori devono pagare due volte, una alla previdenza
pubblica e una a quella privata, per avere la stessa pensione. Si tratta
cioè di una inaccettabile riduzione del salario.
- I fondi pensionistici privati hanno una resa inferiore alla previdenza
pubblica. A parità di capitale versato danno cioè luogo ad una pensione
più bassa.
- I Fondi pensionistici privati, per far rendere il capitale, investono
in larga parte in borsa. Quando le borse crescono non vi sono problemi,
ma quando calano sono guai, come si vede già oggi per i fondi pensione statunitensi.
I lavoratori non possono essere esposti a questo rischio.
- Visto che i mercati sono globali, questi fondi finiranno nelle borse internazionali.
I risparmi dei lavoratori saranno così utilizzati dalla speculazione finanziaria
mondiale.
ma in Italia si spende più che in Europa?
Il governo Berlusconi motiva il taglio della pensione dicendo che la spesa
previdenziale italiana è molto più alta di quella europea. E’ falso!
Le statistiche dicono che la spesa previdenziale italiana è pari al 13,5%
del Prodotto Interno Lordo, mentre la media europea si aggira sul 12%. Non
dicono però che in quel 13,5% vengono conteggiate anche le liquidazioni (valgono
l’ 1,5%), che nulla hanno a che vedere con la pensione. Non dicono inoltre
che in altri paesi, ad esempio in Germania, sulle pensioni non si pagano le
tasse, per cui tutto l’importo finisce nelle tasche dei pensionati. In Italia,
al contrario, una parte della spesa pensionistica (pari al 2% del P.I.L.),
ritorna allo stato sotto forma di IRPEF. Se venissero quindi usati criteri
omogenei (senza TFR e al netto delle tasse), si vedrebbe come la spesa pensionistica
italiana sia addirittura al di sotto della media europea e cioè circa al 10%
del Prodotto Interno Lordo.
LA NOSTRA PROPOSTA SULLE PENSIONI
I nostri NO
- Le pensioni di anzianità non devono essere modificate.
- Le liquidazioni non devono essere toccate.
- Non si devono tagliare in alcun modo i contributi previdenziali.
I nostri SI
- Combattere l’evasione contributiva, che oggi ammonta ad oltre 35 miliardi
di euro all’anno (più di 70.000 miliardi di lire), assumendo gli ispettori
necessari.
- Garantire la pensione pubblica anche ai lavoratori atipici e precari che
oggi hanno diritto solo ad una pensione da fame.
- Portare tutte le pensioni minime e le pensioni sociali di invalidità a
516 euro (un milione di lire al mese), come aveva promesso Berlusconi.
- Aumentare tutte le pensioni medio-basse, che negli ultimi anni hanno perso
molto del loro potere d’acquisto.
- Rivedere la normativa sui lavori usuranti, anche a partire dalla mancata
applicazione delle promesse fatte con la legge del ‘95.
- Porre un tetto alle pensioni d’oro. Nessuno deve prendere di pensione
più di 10 volte il minimo.
APPELLO ALLE OPPOSIZIONI
Contro il progetto governativo i lavoratori sono scesi in lotta e le organizzazioni
sindacali si sono opposte unitariamente. questo e’ molto importante. chiediamo
al centro sinistra di fare altrettanto, costruendo nel paese e nel parlamento
una forte opposizione al taglio della previdenza pubblica.
E’ ora di smetterla con le aperture al dialogo con berlusconi sul tema delle
pensioni, aperture che mettono in difficoltà lo stesso sindacato.
E’ possibile battere il governo e il disegno di distruzione della previdenza
pubblica, ma per questo e’ necessaria la mobilitazione dei lavoratori e l’unita’
di tutte le forze di opposizione.