Milano, 1 Maggio 2005

MAYDAY, MAYDAY!

Quest'anno più che mai in tutta la Europa si replicano svariate Mayday, e anche in Italia, alle tradizionali scadenze di Milano e Palermo, si aggiungono L'Aquila Viterbo e Napoli.

MayDay

La precarietā č la condizione di vita e lavoro oggi pių diffusa in Europa: colpisce chiunque e ovunque, l'Europa nordica come quella mediterranea, l'est come l'ovest.
Ai vincoli della precarietà imposta, le imprese preferiscono contrapporre i vantaggi della flessibilità scelta, ma si tratta di un'operazione pubblicitaria che dopo vent'anni non riesce pių a mascherare l'aumento dell'insicurezza sociale per decine e decine di milioni di persone in tutta l'Unione.

Le precarie e i precari -- e la flessibilitā che garantiscono a imprese e amministrazioni -- sono oggi il perno della produzione materiale e immateriale di ricchezza in Europa, ma non hanno alcun peso sulle tradizionali forme nazionali di rappresentanza, nČ i loro bisogni e desideri vengono tenuti in alcun conto nell'agenda politica europea, dominata com'č dagli interessi delle élite economiche e finanziarie.

E allora NOI, precari e precarie, flex/temp/networkers d'Europa, contorsioniste della flessibilitā, equilibristi della precarietà, migranti, studenti, ricercatori, schiavi demotivati del lavoro salariato, disoccupati volenti o nolenti, intermittenti a tempo determinato abbiamo deciso di riprenderci il nostro presente e la nosta vita.

Abbiamo deciso di lottare per nuovi diritti sociali su scala continentale che diano senso e futuro alle scelte individuali e collettive: solo con l'abolizione della precarietā di giovani, donne, immigrati, sarà possibile uscire dalla stagnazione politica e culturale in cui versa oggi l'Europa.

Abbiamo deciso di costruire uno spazio pubblico europeo dove coltivare nuove forme di cooperazione sociale e condividere esperienze e risorse di mediattivismo e agitazione sindacale, per dare forma e corpo a un nuovo immaginario sociale radicale.

Invitiamo quindi tutte e tutti i precari a EURO MAYDAY 005, che si svolgerā in contemporanea a Helsinki, Barcelona, Hamburg, Ličge, Maribor, Sevilla, Milano, Copenhagen, Paris, Amsterdam, Genčve, Wien, London, Stockholm, Marseille, Palermo, e in tante altre città europee.

Precarie e Precari del mondo,
agitiamo & scioperiamo x
un'Europa aperta, libera, ribelle


MAYDAY, MAYDAY!

Mayday non č soltanto un evento estemporaneo durante il primo di Maggio. La parata della Mayday č un percorso che si manifesta ed espande il primo Maggio per le strade delle cittā, trasformandole, e durante il resto dell'anno invece si manifesta attraverso convergenze e complicità, quando mettiamo in rete azioni persone e progetti con pratiche dal basso e orizzontali.
Quest'anno più che mai in tutta la Europa si replicano svariate Mayday, e anche in Italia, alle tradizionali scadenze di Milano e Palermo, si aggiungono L'Aquila Viterbo e Napoli.

Chi fa la Mayday? Chi la convoca?
I precari/e stess*! Quelli che vedete stanchi in metrò andando o tornando dal lavoro, quelli che vedete vendervi sorrisi, con il loro lavoro da standisti, o quelli che non vedete perchč sono dietro le quinte. Alla Mayday ci avete visto sorridere, esprimere, creare, ispirare.

Si aggira per l'Europa lo spettro della precarizzazione. Ma non preoccupatevi, perchč per combattere questo spettro stiamo riunendo forze, desideri, bi-sogni. relazioni.
Dopo quattro anni di Mayday, possiamo dire che siamo qui di nuovo a guardare intorno a noi e decidere come continuare.

Una cosa č molto chiara: questa precarietà oggi non investe solo le condizioni lavorative, ma č in grado di ristrutturare interamente la nostra vita ed i luoghi in cui questa si svolge. Ci comprano, vendono, ipnotizzano con i massmedia, ci trasformano in perfetti consumatori, sfruttano, ci rubano e rivendono le nostre emozioni e i nostri desideri, ma soprattutto ci atomizzano ci e isolano. Il peggiore destino č la routine, soli ad orbitare tra ufficio, metrò, televisione, bar.

Mayday vuole essere una occasione per uscire, prima dall'isolameno mentale e poi, un passo alla volta, dalla precarizzazione stessa. Perchč Mayday semina complicità, crea convergenze, permette forme di autorganizzazione dal basso. Ma non soltanto il primo Maggio. Quest'anno in particolare, partiamo dal 2 aprile, giornata dedicata alle lotte dei migranti. Il 19 vi sarà il lancio del countdown Mayday.

Sono sempre di più i tentativi di appropriazione dei prodotti del nostro lavoro, della nostra immaginazione, delle relazioni, delle comunità. La nostra precarizzazione viene usata come chiave per uno sfruttamento sempre maggiore e per una sempre maggiore abilità nel controllo sociale, che č uno dei principali fattori di annichilimento dei movimenti di lotta e dello stesso concetto di umanità.

Ogni aspetto della nostra esistenza di precari, di intermittenti, di giovani, di vecchi, di cognitari o di lavoratori cosiddetti garantiti viene sottoposto a continui ricatti, aggressioni e negazioni: dalle condizioni abitative e ambientali al reddito eroso dalla morsa del caro-vita e del lavoro sempre più intermittente e meno tutelato; dal taglio delle pensioni all'impossibilità di accedere a servizi pubblici sempre più smantellati e privatizzati; dalla precarizzazione dell'accesso ai saperi e alla formazione fino alla precarietà più assoluta della vita in un epoca di guerra globale permanente. Precarietà ben esemplificata infine dai migranti, che subiscono la negazione assoluta delle libertà civili e dei diritti sociali e di cittadinanza.

A tutto questo vogliamo rispondere con una pluralità ampia di pratiche ed esperimenti, contro ogni logica esclusivistica e ogni affermazione di gerarchie o centralità di soggetti e forme di lotta.

Vogliamo l'abrogazione delle leggi xenofobe, la chiusura dei CPT (Centri di Permanenza Temporanea, altrimenti noti come lager per migranti) e la fine immediata delle deportazioni. Vogliamo diritti di cittadinanza e libertà di movimento e circolazione per tutti i migranti e le migranti. Non vogliamo pių aspettare l'accesso a diritti e reddito, perchč la nostra vita Č qui ed ora, e non può attendere. Ci riapproprieremo di ciò che Č nostro per la nostra stessa condizione di esseri umani: occuperemo case e spazi sociali; faremo autoriduzioni e nuove forme di contrattazione sociale contro il caro-vita; garantiremo la libera circolazione delle persone; chiuderemo le discariche che distruggono il territorio, gli inceneritori e le fabbriche di morte.

Solidarizziamo incondizionatamente con chi a Roma, Milano, Genova, Torino, Padova, Trento, Brescia, Bologna, Modena, Reggio Emilia, Firenze, Pisa, Livorno, Napoli, Afragola, Bari, Taranto, Cosenza, Messina , Palermo, Nuoro, Sassari, Scanzano, Civitavecchia, Acerra, viene colpito dalla repressione, viene denunciato, arrestato, processato, condannato - per aver fatto vivere queste pratiche di riappropriazione, per aver reclamato diritti-bisogni negati, rivendicato giustizia sociale e libertà fondamentali: già almeno 15.000 persone sono sotto inchiesta dal '99 ad oggi, per reati che vanno "dal danneggiamento alla resistenza", "dall'interruzione di pubblico servizio al blocco stradale-ferroviario", "dall'estorsione alla rapina aggravata" , "dall' associazione a delinquere a quella sovversiva" , "dalla cospirazione all'eversione dell'ordine democratico".

Denunciamo la Santa Alleanza che puntualmente si crea fra Polo di Centrodestra e l'Unione di Centrosinistra quando si tratta di trasformare le lotte sociali in questioni di ordine pubblico e di limitare gli spazi di agibilità politica dei movimenti. Sappiamo inoltre che il terreno del monopolio (da parte del potere) della comunicazione, dei saperi e dei linguaggi, č anch'esso oggi assolutamente strategico sia per il controllo sociale che per la valorizzazione del capitale, ed č uno dei perni intorno ai quali ruotano i processi di espropriazione e precarizzazione. A questo rispondiamo con le pratiche di condivisione della conoscenza, di pirataggio e copyleft, di autoformazione, autogestione e socializzazione dei saperi, come forme ulteriori di riconquista di reddito, diritti e spazi di libertà. Ma siamo anche per la riappropriazione e creazione di nuove culture ed immaginari della liberazione, da San Precario alla "operazione Serpica Naro". Siamo contro l'espropriazione di questi nuovi immaginari da parte dei partiti a fini elettorali, o delle aziende a fini di profitto. Riaffermiamo quindi l'autonomia e l'alternatività della MayDay Parade rispetto alle celebrazioni del primo maggio dei sindacati confederali, al concertone di Piazza San Giovanni a Roma cosĪ come alla manifestazione nazionale convocata a Napoli-Scampia, perchč altri sono i nostri metodi e contenuti.
Da un lato sta la corresponsabilità dei sindacati confederali nei processi di precarizzazione (appoggio di CGIL, CISL e UIL al Patto Treu nel 1997, e di CISL e UIL alla Legge 30/Biagi nel 2003). Dall'altro lato sta la nostra scelta dell'autorganizzazione e del conflitto che metta al centro i bisogni ed i diritti sociali, contro le logiche delle compatibilità, della concertazione e della precarizzazione.

Precarie e precari del mondo, aderiscono i Giovani Comunisti della Brianza e Brianza Popolare
Milano, 27 aprile 2005
milano.euromayday.org