Il fallimento annunciato del sistema Italia in un articolo di John Peet

Addio, Dolce Vita

Un plausibile Report presentato ieri dall’ autorevolissimo The Economist offre la più penosa e purtroppo veritiera visione dell’attuale situazione Italiana

La Dolce Vita

Roma: La Dolce Vita

Photo by The Economistinfo

Dal titolo redatto in Italiano si intuisce istantaneamente quali saranno le conclusioni della prestigiosa rivista (quella che prima dell’ultima vittoria elettorale del Centro-destra pubblicò un’ edizione speciale sulla cui copertina giganteggiava la scritta UNFIT!, INADATTO!, rivolto proprio al nostro attuale Premier).

Per motivi di spazio ho realizzato un’efficace scrematura, cercando di includere tutti gli argomenti principali:

  1. La crescita economica media Italiana durante gli ultimi 15 anni è stata la più lenta dell'Unione europea, la sua economia ora è approssimativamente l’80% di quella Britannica (nel 1989 era superiore). Si ritiene che per la fine dell’anno sarà l’unica a chiudere in passivo.
    L’anno prossimo si prospetta una ripresa “anaemic” anemica.
  2. Le piccole imprese, per anni colonna vertebrale della nazione, sono sempre più in crisi per via dell’aumento dei costi e del conseguente declino di produttività.
  3. La competitività italiana sta deteriorandosi velocemente,
  4. La sua capacità di attrarre investimenti stranieri è ai minimi storici (un gran merito per questo spetta secondo me al duo Fazio-Fiorani)
  5. Il World Economic Forum ha classificato l’Italia ad un umiliante 47°posto (sopra il temibilissimo Botswana).
  6. L’economia si è mostrata vulnerabile agli attacchi dei paesi Asiatici, soprattutto nel settore tessile e calzaturiero.
  7. I prezzi delle abitazioni hanno superato drasticamente le possibilità degli acquirenti di città come Roma, Milano e Napoli, effetto diretto della crisi è stato anche il drastico crollo dello standard di viviblità medio.
  8. L’ “Economia opaca” sta creando problemi rilevanti anche sul sistema delle infrastrutture: strade, stazioni ed aeroporti stanno precipitando sotto gli standard europei. La qualità del servizio degli edifici pubblici inizia ad impoverirsi.
  9. Nessuna Università Italiana si trova tra le 90 migliori.(L’Università è nata in Italia)
  10. Il debito pubblico sale oltre il 120%.
  11. Il 40% degli Italiani sui 30 anni vive ancora con i genitori perché non può permettersi neanche un appartamentino.
  12. Il fondo sociale è insolitamente basso.
  13. Le evasioni fiscali e le costruzioni abusive sono in perenne crescita grazie a “ripetute amnistie”
  14. Malavita e corruzione rimangono trincerate
  15. Il tasso di natalità è tra i più bassi d’Europa.
  16. La cosa peggiore è la percentuale degli italiani tra i 15 ed i 64 anni che non lavorano il 57%, mentre in Germania il tasso è del 34%, in Inghilterra del 27%.

L’ultima parte dell’articolo “Berlusconi’s Legacy” è dedicata al totale fallimento del nostro Primo Ministro, colui che nel 2001 aveva promesso agli Italiani nuova e maggiore ricchezza per tutti.
Il giornale ricorda di aver dichiarato in quel periodo (2001) che il politico era inadatto a condurre il paese per via degli “acquitrini di casi legali” condotti contro di lui, per falsi in bilancio etc... problemi cui ancora oggi non è riuscito a dare alcuna spiegazione valida, anche grazie al fatto che controlla personalmente il 90% delle reti televisive nazionali.
Anche l’apparente stabilità politica è ingannevole. La sua coalizione è stata vicina al crollo in diversi momenti, a causa delle incomprensioni con Lega Nord, Alleanza Nazionale e più recentemente con l’UDC.
Il giornale non risparmia neanche la sinistra: nessuno dei due raggruppamenti offre molto a quelli che vorrebbero una riforma radicale del sistema.
L’articolo si conclude con un traslato inappellabile e con una domanda senza risposta, che offre una terribile e spaventosa idea dell’Italia futura: La Venezia del 18° secolo puntava tutto sul suo glorioso passato, quindi non fu difficile per Napoleone sconfiggerla. Da allora la Serenissima è poco più che un’attrazione turistica.

E’ questo il futuro dell’Italia?

Concludo suggerendo a tutti di mettere da parte i soldi per il Corriere della Sera o per le altre riviste Lobbyste e di spenderli a fine settimana per acquistare questo numero dell' Economist. L'informazione corretta e la vostra cultura personale guadagneranno qualcosa in più.

Stefano Reves
Montalbano di Fasano (BR), 25 novembre 2005
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