Caso Suez - GDF - Enel

Ferrero (Prc): «La soluzione non è liberalizzare»

Parla il responsabile economico di Rifondazione:“I governi nazionali più attivi fanno politiche industriali vere, a livello europeo si continua a pensare che solo il mercato sia la risposta

Paolo Ferrero, il comportamento del governo francese sulla tutela del proprio settore energetico sembra aver riportato alla ribalta, almeno in sede italiana, la discussione sul ruolo degli Stati nazionali nell’economia e come conciliare questo con il quadro europeo. Tu cosa ne pensi?

Questa vicenda dimostra come le grandi scelte strategiche avvengono sì in un contesto di mercato, ma non avvengono in base alla mano invisibile del mercato. Si realizzano sulla base di scelte politiche. In questo ha ragione Prodi a denunciare l’isolamento del governo italiano. Un isolamento dovuto alla sua subalternità agli Usa su tutta la politica estera e sulle politiche economiche. Per esempio sul settore aerospaziale, un settore strategico, il governo ha scelto di non mettere l’Alenia nel consorzio Airbus, rendendola invece parte del ciclo di lavoro di Boeing.

Non ti pare che il punto nodale, che purtroppo in pochi sembrano centrare, è che l’assenza di politiche comuni europee su settori strategici (tra cui energia, politiche sociali, politiche industriali) sia la vera causa di comportamenti neoprotezionistici, come quello del governo francese?

Certamente. La soluzione a questa situazione non è «più liberalizzazioni », ma come si fanno le politiche pubbliche. Le sole regole non sono sufficienti, il punto vero è l’intervento pubblico sull’economia e le politiche industriali. Noi dobbiamo chiedere di più al livello europeo, ma intanto dobbiamo partire dal governo nazionale, rovesciare la cultura che ha dominato in questi anni. E questo è al centro del programma dell’Unione. E’ necessario un livello di politica industriale nazionale, che segni una ripresa di cultura e di politiche di intervento e usare questo perché ciò avvenga anche in ambiente europeo.

Quindi il problema è nazionale e poi europeo.

L’Europa continua ad essere un punto sovradeterminato di liberismo concreto, perchè mentre i governi nazionali più attivi fanno politiche industriali vere, a livello europeo si continua a pensare che solo il mercato sia la risposta a tutto. Per qualificare complessivamente l’apparto produttivo, che è la partita più grossa che si gioca tra l’Europa e la Cina, il problema è avere politiche industriali che permettano questa crescita in qualità, ricerca, sviluppo ecc. Questo è necessario che avvenga nel panorama europeo, ed invece qui non succede un bel nulla né sul piano europeo né su quello nazionale.

Marco Procaccini
Roma, 27 febbraio 2006
da "Rosso di Sera"