Tavolo della Sinistra della Brianza - Monza 30 Ottobre 2007
sede della Federazione Brianza del PRC

Beni comuni e multiutility in Brianza

Relazione iniziale di Daniele Ratti: Situazione e prospettive

La questione dei beni comuni / multiutility di proprietà pubblica, negli ultimi anni ha assunto, per i cospicui interessi economici in gioco, una valenza nazionale e locale inedita rispetto solo a qualche anno fa.

Le ventate liberiste hanno tentato e stanno tentando a più riprese, di sottrarre al pubblico la gestione di importanti settori vitali per la popolazione. Principalmente Acqua, gas, energia e rifiuti, rappresentano, una grande fonte di entrate, e ben si capisce perché interessi privati vogliono metterci mano.

Storicamente le aziende pubbliche gestori di beni comuni, sono nate nei municipi, per rispondere alle esigenze di fornitura di servizi essenziali ad un costo contenuto,e a garanzia per la popolazione. Ovviamente sono anche fonte di finanziamento per le casse degli enti locali permettendo la gestione dei servizi alla persona o progetti di interesse comunale. Elemento questo che, in presenza di un decennio di tagli dei trasferimenti dallo stato ai comuni, ha garantito spesso servizi vitali.

Negli ultimi anni lo scenario si è mutato, e da aziende comunali, si è evoluta una dimensione sempre più territoriale ed allargata.

I motivi di questo mutamento di scenario sono credo essenzialmente i seguenti:

Negli ultimi anni, quindi, si è sviluppata una progressiva e costante aggregazione sovra comunale delle aziende ex municipalizzate, perlomeno nei settori a rilevanza economica. Infatti oggi le aziende comunali gestiscono nei fatti servizi come quello delle farmacie, i servizi cimiteriali, le affissioni e poco altro.

Le realtà più rilevanti oggi in Brianza sono le seguenti.

I vari settori, hanno ovviamente peculiarità proprie e differenti tra di loro. Il settore energetico, dopo le varie liberalizzazioni del mercato, vede una concorrenza interna e internazionale ferocissima, e come sopra richiamato la necessità di adeguare le reti impone investimenti rilevanti, che solo grandi o medi gruppi possono e potranno permettersi, oltre ovviamente alla concorrenzialità sui prezzi di acquisizione delle fonti energetiche. Non a caso principalmente nel nord Italia, assistiamo a fusioni di aziende a carattere provinciali e/o regionali

Il settore dell’acqua sarà la nuova futura frontiera del business internazionale e temiamo di conflitti, ma fino ad oggi gestita localmente e vede in Italia poche presenze straniere.

Il settore dei rifiuti per evidenti problemi logistici ed oggettivi, è un servizio gestito territorialmente, anche se non sono mancate presenze di multinazionali straniere.

In questi ultimi 2/3 anni con l’avvio del percorso di costituzione / istituzione delle strutture della provincia della Brianza, si è aperto un dibattito sulla necessità ed opportunità di dotare la futura provincia di adeguate di Forti aggregazioni per la gestione dei beni comuni. Il dibattito è stato spesso accademico e più pesantemente condizionato da campanilismi e localismi oltre ovviamente su chi avesse la guida e la rilevanza e potere di gestione. O per meglio dire, le destre hanno bloccato ogni tentativo di MULTIUTILITY fino alla loro vittoria alle amministrative di Monza, per essere loro i motori e gestori del percorso.

COSA E’ SUCCESSO E COSA STA SUCCEDENDO.

Il primo passo è stato quello di mettere al sicuro dalla presenza di privati il settore ACQUA. La costituzione di BRIANZA ACQUE con tutti i soggetti pubblici presenti nel ns. territorio, ha consentito di mantenere la gestione pubblica di questa vitale risorsa. Ora ovviamente occorre dare battaglia contro la Regione Lombardia che invece vuole favorire i privati.

Ora invece nella zona centro occidentale della Brianza, si è aperta una fase di fusione ed incorporazioni di aziende del settore Energia e di parte della filiera dei rifiuti. Le aziende di Seregno, Cesano Maderno, Lissone, Desio, e i comuni limitrofi che hanno quote azionarie nelle stesse società, hanno aperto un percorso di costituzione di MULTIUTILITY, che comprenderà i seguenti settori:

La struttura societaria sarà alla fine del percorso del seguente tipo: la HOLDING capogruppo e 4 diverse società di scopo.

Rimane escluso il settore dello smaltimento dei rifiuti; in parte perché BEA (termo valorizzatore) che ha in programma di costruzione di nuova linea di incenerimento e ha deciso di ricapitalizzare la società prima di entrare nella Multiutility, e in parte perché, per ora, non sono stati presi accordi con le società di smaltimento (Consorzio Seregno e CEM). Rimane il fatto che non ha senso che con la nuova Provincia, permangano 3 società per lo smaltimento dei rifiuti.

Il percorso si è già avviato, e l’iter si concluderà presumibilmente entro il 2008. Ad oggi il percorso è ancora nebuloso nella sua definizione, frutto di non ancora chiarite strategie e, per quanto di mia conoscenza si sta predisponendo una governance di questo tipo: nella sostanza AEB di Seregno assorbe tutte le società esistenti con ovvi conferimenti di quote, sarà il fulcro della Holding, e “influenzerà” il settore energia in genere; Cesano e Lissone “influiranno - gestiranno” acqua e rifiuti.

Le perizie, entro i primi di dicembre, stabiliranno il peso di ogni azienda nell’aggregazione.

Ora si pongono ovviamente molteplici questioni; dal piano industriale complessivo e per settore, alla pluralità e democraticità di gestione, agli assetti del personale dipendente, alle tariffe per i cittadini. Peraltro nel settore energia dal 2010/2011 diventerà forse ineludibile un sistema di alleanze con altri soggetti pubblici

Si possono empiricamente già fare alcuni numeri sulla consistenza di questa aggregazione:

Il numero di dipendenti delle aziende coinvolte sarà attorno alle 750 unità; il solo fatturato per il settore gas, calcolato con le tariffe attuali è stimabile per difetto attorno ai 160 milioni di euro. Se sommiamo anche gli altri settori di intervento possiamo ipotizzare un gruppo che supera le centinaia di milioni di euro di fatturato. Poco in confronto ad altri colossi del settore, ma pur sempre una realtà preponderante in Brianza

Sempre per quanto a mia conoscenza, dovranno essere migliorate le condizioni logistiche (sedi – sistemi di comunicazioni – magazzini etc.) oggi frammentate e non omogenee.

Ma il problema vero sarà il tipo di controllo democratico di questa Multiutility. Se fino ad oggi le S.p.A. comunali sono di quasi di diretta emanazione dell’Amministrazione comunale con la nomina dei vari C.d.A. e soprattutto della Holding, questo meccanismo di controllo rischia di vanificarsi . Le logiche imprenditoriali e di Gruppo economico possono sottrarsi facilmente al controllo delle Amministrazioni locali. Quando si sedimentano ruoli manageriali, che vuol dire potere decisionale, ben difficilmente si riesce a scalfire tali logiche. Sarà doveroso un lavoro di approfondimento sugli statuti della Holding e delle società di scopo, proprio per garantire la permanenza del filo diretto con le amministrazioni locali.

Ma come prima enunciato questa aggregazione non copre tutto il territorio della provincia; rimane fuori AGAM di Monza e tutto il vimercatese.

Per quanto riguarda AGAM, l’adesione è impossibilitata dal fatto che i soci privati (AEM Milano e Azienda di Genova) detengono col 25% di azioni il potere decisionale al 51%, e ovviamente non sono interessate a partecipare in misura minima e marginale nella Multiutility.

Per quanto riguarda il vimercatese invece la presenza è limitata a Brianza Acque; per il settore energia occorrerà aspettare le gare del 2010/2011.

Inoltre ritengo che il processo che riguarda lo smaltimento dei rifiuti conoscerà una fase di dialogo tra gli enti con l’obbiettivo della unificazione

Le ultime considerazioni riguardano le tutele sindacali generali e le proposte e attenzione che la sinistra brianzola deve avere nei riguardi di uno dei futuri fulcri dell’economia provinciale.

Sul versante del lavoro, sempre per le conoscenze in mio possesso, generalmente le relazioni sindacali interne sono buone, con condizioni lavorative ed economiche migliori rispetto al settore delle piccole aziende del privato, a parte alcune eccezioni come da denuncia CGIL in Alsi. Certo, il compito delle organizzazioni sindacali sarà quello di vigilare e rafforzarsi dentro la/le strutture, ma non vedo al momento pericoli occupazionali o di restringimento diritti, anche per il posizionamento strategico delle attività.

Per quanto riguarda le ns. proposte, provo ad abbozzare alcune indicazioni:

Queste brevi e sintetiche analisi costituiscono un contributo alla discussione della sinistra della Brianza.

Daniele Ratti
Monza, 30 ottobre 2007