Anche il Brianza la situazione occupazionale è drammatica

Il lavoro prima di tutto

3000 gli esodati truffati dalle scelte governative, 6400 i posti di lavoro persi nel 2012 (per la prima volta in Brianza abbiamo un saldo negativo tra assunzioni e licenziamenti), 10000 i lavoratori in cassa integrazione con il proprio posto di lavoro a rischio, raddoppio dei fallimenti ...

I dati ed i numeri della crisi sono drammatici.
Le statistiche INPS ed  ISTAT, gli studi sindacali, industriali e  ministeriali ci parlano di milioni e milioni di ore di cassa integrazione.
Cassa integrazione speciale ordinaria, in deroga.
Licenziamenti individuali e collettivi. Mobilità. Esodati. Istanze di fallimento.
Crollo del potere di acquisto e della produzione industriale.
Migliaia di lavoratori e lavoratrici buttati sulla strada e fuori dal lavoro.
Una desertificazione industriale e produttiva.
L’economia di un intero paese in agonia.

Una situazione generalizzata all'intero territorio nazionale ed a tutti i possibili comparti produttivi dove, anche il nostro territorio della Brianza risulta essere pesantemente colpito.

La crisi in Brianza: sono 3000 gli esodati truffati dalle scelte governative, 6400 i posti di lavoro persi nel 2012 (per la prima volta in Brianza abbiamo un saldo negativo tra assunzioni e licenziamenti) 10000 i lavoratori in cassa integrazione con il proprio posto di lavoro a rischio, raddoppio dei fallimenti.
La disoccupazione aumenta e chi mantiene il posto di lavoro spesso ha un reddito ridotto dal pesante ricorso alla cassa integrazione.  
Nei prossimi mesi finiranno i soldi per gli ammortizzatori sociali e per molti lavoratori l'unica prospettiva è il licenziamento.

Dobbiamo reagire, le risorse e le possibilità ci sono ! Facciamo due cose. Subito.

  1. Un fondo di solidarietà che riunisca tutti gli sforzi parziali che oggi ci sono: comuni, provincia, lavoratori,  imprese,  Onlus,  Caritas. E’ necessario fare fronte comune per l'emergenza delle famiglie. Basta con gli egoismi. Prendiamo i soldi dove ci sono e utilizziamoli per chi ha bisogno. Per questo serve una tassa sui grandi patrimoni.
  2. Distribuiamo il lavoro che c'è. Nell'emergenza, serve una scelta coraggiosa: utilizziamo le risorse degli ammortizzatori sociali per una generalizzata riduzione dell'orario di lavoro. Questo è l'unico modo per ridurre la disoccupazione, dare un'occasione di lavoro ai giovani e rilanciare il paese.

Queste cose le diciamo da anni, oggi si comincia a discuterle. L'aumento della povertà è il risultato
 delle politiche schiave del mercato e della speculazione.
Per raggiungere i livelli occupazionali del 2007, l'anno prima della crisi, senza cambiamenti
nell'attuale politica economica e sociale, ci vorranno più di 60 anni (secondo gli ultimi studi CGIL).
Forse, solo i nostri nipoti potranno vederne i risultati!

Adesso basta, ragioniamo con la nostra testa per un cambiamento radicale.

Partito della Rifondazione Comunista
Monza, 31 maggio 2013