La denuncia Uil: i lavoratori "in nero" pagati anche ottomila lire all'ora. Se sono stranieri e si lamentano finiscono anche in ospedale.
Cantieri, i "magutt" clandestini rischiano pure le botte.
"E gli enti pubblici una volta conclusa la gara d'appalto si dimenticano di fare i controlli".

Unica regola: non ci sono regole.

Può così succedere che un lavoratore in nero sgobbi per 8.000 lire all'ora in un cantiere qualsiasi. Senza una qualsiasi garanzia od una qualsiasi tutela. E senza la possibilità di vedersi riconosciuto un minimo diritto. Anzi, per chi protesta, c'è il rischio di finire all'ospedale. E non per uno dei sempre frequenti incidenti lavorativi, drammatica componente delle attività legate al Comparto edile. "Ci sono stati anche - commenta Ferdinando Lioi, segretario Eeneal Uil Milano e vicepresidente della Cassa Edile di Milano - dei lavoratori clandestini picchiati perché avevano reclamato. Così come ci hanno segnalato casi di incidenti avvenuti nei cantieri e poi denunciati al pronto soccorso come incidenti stradali o domestici. "La scusante addotta - aggiunge Giuseppe Mancin, operatore Feneal Milano - é che non si riesce a trovare la manodopera sufficiente. Bisogna quindi reclutare lavoratori extracomunitari. Che però, in quanto clandestini, non si possono regolarizzare. E un circolo vizioso che consente di tenere in piedi il sistema".

La situazione, complice un settore che ha ripreso a tirare, è comune all'intera provincia di Milano. Per quanto riguarda il comprensorio brianzolo, al 30 settembre dell'anno scorso, gli addetti e le imprese iscritte alla Cassa Edile erano, rispettivamente, 4613 e 1245. Le aziende attive erano 900, mentre 309 avevano sospeso i versamenti. Una manovra quest'ultima, che alcune volte le imprese effettuano quando lavorano con committenti privati. In caso di aggiudicazione di una commessa pubblica, invece, il versamento dei contributi riprende.

Le "disattenzioni" dei committenti pubblici

Ma la presenza di un committente pubblico non equivale ad una garanzia di legalità. Anzi, sono spesso pure i cantieri destinati alla realizzazione di opere pubbliche, a presentare condizioni a rischio.

"Gli enti pubblici - sottolinea Lioi -, una volta conclusa la gara d'appalto, si "dimenticano" di effettuare i controlli. Certi ribassi nelle opere pubbliche, d'altra parte, si possono spiegare anche con l'utilizzo di lavoratori clandestini extracomunitari La corsa al ribasso negli appalti pubblici, inoltre, può nascondere una realtà fatta di disinvolti subappalti. Una realtà che può portare alla rescissione dei contratti, con costi notevoli per la collettività.

Aumentare i controlli.

L'inversione di tendenza passa obbligatoriamente attraverso un aumento dei controlli: e proprio un incremento delle verifiche prevede una strategia messa recentemente a punto dai sindacati e dagli uffici ispettivi di Cassa Edile, lnail e lnps.

Un tentativo per cercare di arginare un fenomeno ormai fissato dalle regole non scritte del caporalato: i muratori "fantasma" reclutati con un gesto, ormai, sempre più spesso arrivano dall'Africa o dall'Europa dell'Est.

Uno su cinque è senza contratto

L'eccezione è, purtroppo, costituita dall'impresa che rispetta le norme. La norma, invece, è rappresentata da un'elusione costante di obblighi e doveri fissati da regolamenti e leggi. Che, troppo spesso, sono interpretati con spigliata ed interessata elasticità da troppi addetti ai lavori.

In Brianza come nel resto della provincia di Milano. Aumentano così i rischi per i lavoratori e la frustrazione di chi cerca di operare nel rispetto della legge.

"Il lavoro nero - precisa Costantino Frustaci, segretario generale Feneal Uil Brianza - è diventato anche in Brianza talmente comune che non può più essere considerato un'eccezione, ma una drammatica regola. Basti pensare che un lavoratore su cinque lavora in nero. Diventa così difficile esercitare un'azione di trasparenza e di leale concorrenza tra le imprese, in modo tale da non penalizzare quegli imprenditori che tentano di svolgere il proprio lavoro nel rispetto sia della legge, che del contratto". Indispensabile, dunque, è un brusco cambiamento di rotta.

Un'operazione che deve però fare i conti con limitati sostegni e scarsa collaborazione.

"Apprezziamo - prosegue Frustaci - lo sforzo fatto dal direttore dell'Inps di Monza di voler combattere il lavoro nero e di voler recuperare l'evasione contributiva attraverso il potenziamento del settore ispettivo, portando da 5 a 25 gli ispettori e programmando interventi mirati.

Come sindacato dobbiamo comunque registrare un forte disinteresse per i problemi legati alla sicurezza nel settore edile.

Da mesi, abbiamo inviato 15 raccomandate ai Comuni più importanti della zona per chiedere un incontro su questo tema.

Solo l'Amministrazione comunale di Cesano Maderno ha avuto la sensibilità di risponderci".

Sergio Gianni
Monza, 24 febbraio 2001
Da "Il Cittadino" - n° 8/2001