Due anni e mezzo fa, uno dei primissimi atti della fantasmagorica e scoppiettante Giunta Pugliese fu
quello di uscire da Sviluppo Brianza s.r.l.. Navigando su internet abbiamo incontrato il sito www.sviluppobrianza.it
e visitato.
Abbiamo quindi potuto prendere atto del percorso effettuato da questa Società di Comuni (peraltro per
nulla "targata" politicamente: vi aderiscono Comuni amministrati dalle più diverse compagini politiche)
fra i "lazzi" dei nostri ineffabili amministratori.
Ci ha favorevolmente impressionato, in particolare, il livello di maturazione raggiunto dal progetto
che ha ispirato la nascita di Sviluppo Brianza: la capacità di leadership, da parte delle municipalità,
nel processo di sviluppo locale, inteso come riqualificazione del territorio della Brianza e della sua
capacità imprenditoriale e produttiva, in un'ottica di recupero di competitività nel quadro della globalizzazione
dei mercati.
E' stato infatti studiato e presentato il "Piano Strategico della Brianza", in stretto coordinamento
con la Conferenza dei Sindaci della Brianza.
Riportiamo solo un piccolo passaggio del documento, che però dà la misura dell'ampiezza degli orizzonti
entro cui si inserisce la prospettiva di lavoro dei Comuni coinvolti:
" Il passaggio dalla competitività aziendale alla competitività territoriale richiede la creazione di
un ambiente amministrativo favorevole in grado di rispondere alle esigenze produttive e sociali. Si
rende necessario un piano di cooperazione tra i vari attori pubblici, economici, sociali e culturali
fondato su un patto di sviluppo che si concretizza in un piano con visioni di riferimento, linee strategiche
e obiettivi prioritari e sulle capacità di realizzare sinergicamente le azioni che trasformano tali
obiettivi in risultati".
Pensiamo che orizzonti di questo tipo debbano indurre a superare logiche di schieramento e gelosie di
campo. Lo hanno capito i Sindaci della Brianza: sono 21 i Comuni che condividono questo progetto e,
mentre altri se ne sono aggiunti, uno dei fondatori (Desio) se ne è andato, esprimendo giudizi volgari.
Nel quadro che abbiamo appena tinteggiato è legittimo chiedersi: perché Desio, che ha contribuito da
protagonista a dare vita ad un progetto così ambizioso, legandolo ad una opportunità così concreta come
la riqualificazione dell'area ex-Autobianchi, si è autoesclusa?
Ci viene spontanea una riflessione: forse proprio perché la collocazione in un ambito sovracomunale
del progetto del Polo Interuniversitario e Tecnologico sull'area ex-Autobianchi non avrebbe consentito
ai nostri eroi di gestire "in camera caritatis" la lottizzazione dell'area? Mah, è solo una delle tante
ipotesi. A completamento delle informazioni su Sviluppo Brianza c'è da sottolineare che la Società si
è trasformata, coerentemente con gli obiettivi, in Agenzia per lo Sviluppo Locale, cui hanno si sono
recentemente associate anche le più significative organizzazioni imprenditoriali e delle rappresentanze
sociali della Brianza . Comunque, per la nostra città è proprio un peccato.
Essere stati fondatori e poi esserne usciti per l'ingordigia di qualche personaggio diventato troppo
potente.
Amministratori , ripensateci!