L'esercito USA in Iraq

Volontari per forza

La guerra come lavoro

Ragazzini. Immigrati. Poveracci. Il grosso dell'esercito più potente del mondo non assomiglia affatto all'immagine che ci hanno propinato centinaia di film. A guardare le loro facce spaurite, i loro lineamenti infantili e a sentire le loro storie, sembrano più coscritti che volontari. Ma la leva è stata abolita dopo il Vietnam, no? Anche qui bisogna intendersi. Certamente la chiamata alle armi che pescava nel mazzo, tirando su campioni di pugilato e studenti comuni, figli di senatori e ragazzi del ghetto, è stata cancellata dopo la "sporca guerra". Al suo posto è stato istituito il Selective Service System, ovvero il Sistema di servizio selettivo che è effettivamente davvero efficiente nella selezione classista della truppa. Per la maggior parte giovanissimi, spesso immigrati, quasi tutti provenienti da famiglie a basso reddito che guardano la telecamera e dichiarano, candidi: "avevo bisogno di lavorare" oppure "dovevo pagarmi gli studi". Ma come funziona questa leva teoricamente non obbligatoria?

Per legge ogni ragazzo deve registrarsi entro i 26 anni d'età, altrimenti rischia di perdere la possibilità di accedere ai programmi federali che danno accesso all'educazione superiore, alla formazione e all'abilitazione l'abilitazione di alcune categorie, come avvocati e medici. Fu il presidente Carter a introdurre queste restrizioni dopo l'invasione sovietica dell'Afghanistan ma fu Reagan, nel 1985 a peggiorare la situazione di chi non vuole mettersi a disposizione dell'esercito: da allora chi non si registra nelle liste di coscrizione a tempo debito non potrà più accedere a un impiego federale vita natural durante. L'era Clinton non ha modificato la tendenza punitiva. Sono arrivate le multe - fino a 250mila dollari per "mancata registrazione" - e la minaccia del carcere - fino a cinque anni - cui si sommano le leggi dei singoli stati che penalizzano ognuno a sua maniera gli obiettori di coscienza più o meno motivati. Nel 2000 è stata addirittura allargata una normativa - già in vigore in alcuni Stati - che vincola il rilascio della patente di guida all'iscrizione alle liste di coscrizione.

Ma cosa succede una volta che uno si è iscritto? Di fatto il Selective Service System è una parte fondamentale della "macchina bellica" degli Stati Uniti e quando una persona si registra per una "chiamata futura alle armi" tacitamente accetta di fare parte di questa macchina. Un registrante non può quindi "rifiutarsi di partecipare alla guerra in nessuna forma". Il fatto che sempre più ragazzi non si registrino - circa mezzo milione di persone, in crescita - viene spiegato dalle autorità come una mancanza d'informazione malgrado i media siano molto attivi nel diffondere gli spot dell'esercito. Si moltiplicano quindi i tentativi di contattare direttamente i giovani, soprattutto gli immigrati che hanno un disperato bisogno d'integrazione. Per questo, inevitabilmente, chi ha più bisogno di lavoro, di sussidi per studiare o per una formazione professionale e non può si può permettere di pagare la multa, è costretto a firmare.

E' esattamente per questo motivo che le organizzazioni degli obiettori di coscienza statunitensi si concentrano soprattutto sulla questione dei fondi. Il Center on Coscience and War, ad esempio, ha istituito il Fondo per l'educazione e la formazione allo scopo di assistere i ragazzi che per motivi di coscienza non vogliono registrarsi. Prima del 1980 c'era la possibilità di dichiararsi obiettori di coscienza al momento della registrazione e di prenotarsi per il servizio civile, ma oggi non è più possibile fare una dichiarazione di coscienza al momento della firma: è solo quando sarà richiamato che l'obiettore può obiettare. Ma il "piano di mobilitazione rapida" che può essere messo in atto in caso di emergenza, dà all'obiettore solo nove giorni per spedire e vedersi approvata la sua domanda di esonero. E, su migliaia di domande ogni anno, l'esercito ne approva appena una trentina.

Chi viene maggiormente penalizzato, fa notare il Center on Coscience and War sono gli obbiettori più "politici". Quelli che appartengono a una confessione religiosa riconosciuta, come mennoniti, quaccheri, mormoni, presbiteriani e luterani, oltre ad avere una corsia preferenziale per le domande di esenzione alla guerra dispongono anche dell'appoggio finanziario di solide chiese che mettono a disposizione dei fondi di assistenza per i propri fedeli. Chi invece non vuole andare a combattere perché considera le attuali guerre statunitensi "coloniali" o perché sa che sarà costretto a bombardare prevalentemente popolazioni civili, è di fatto lasciato solo. Per questo motivo il Center, malgrado la forte connotazione religiosa dei suoi militanti, si rivolge soprattutto agli obiettori laici quando mette a disposizione il fondo "a chi non ha altre sovvenzioni, né da parte delle proprie famiglie né da parte di altri enti e istituzioni". Il sussidio per obiettori è in sostanza un prestito che resta a tasso zero durante tutta la durata degli studi e oltre, fino a sei mesi dopo il conseguimento della laurea o del diploma professionale. A quel punto scattano gli interessi allo stesso tasso di quelli federali. Una volta restituite, le somme verranno girate ai nuovi obiettori. Il tutto "con la garanzia della massima discrezione" perché, di questi tempi, l'obiezione di coscienza negli Stati Uniti è una faccenda alquanto delicata.

Sabina Morandi
Roma, 4 aprile 2003
da "Liberazione"