All'Eur il corteo del movimento.
Migliaia e migliaia di padri e madri costituenti della pace

Due fiumi un solo popolo

Bertinotti: «La Costituzione europea, per come è stata concepita, è pessima...».

I padri e le madri costituenti dell'Europa della pace hanno sfilato, in decine e decine di migliaia, per dire no alla Costituzione della guerra, dei mercati. Hanno sfilato in mezzo alle bandiere e alle sigle di tutto il movimento dei movimenti: un intreccio di istanze, proteste e speranze che parte dalla metro Laurentina, all'Eur, per arrivare al palazzo dei Congressi dove sono riuniti i Quindici dell'Ue, ma collegato idealmente e politicamente a quello che nelle stesse ore parte da piazza Esedra. «E' l'inizio - commenta il segretario di Rifondazione comunista, Fausto Bertinotti, appena giunto all'Eur dopo aver partecipato alla manifestazione dei sindacati - di una nuova Europa, plurale, pacifista. Sono due fiumi che confluiscono nello stesso mare. Un unico popolo, che potrebbe sfilare insieme intendendosi perfettamente».

I cittadini e le cittadine dell'altra Europa sono partiti per venire a Roma da tutta l'Italia e dal Vecchio Continente dopo un percorso che parte da lontano, da Seattle, e oggi trova in Cancun il simbolo concreto che i potenti si possono fermare, che si può agire sulle loro contraddizioni. Ad aprire il corteo lo striscione del Social Forum, dietro cui camminano i volti no ti di questo lungo cammino, da Vittorio Agnoletto a padre Alex Zanotelli, da don Luigi Ciotti ai genitori di Carlo Giuliani a Tom Benetollo. Dietro sfilano i centomila costituenti, raccolti insieme alle Donne in nero, all'Arci, Pax Christi, Cobas, SinCobas, Legambiente, Attac, Altra agricoltura, Bastaguerra, Disobbedienti. Ci sono anche Fiom e Cgil. Fino allo spezzone di Rifondazione comunista, che chiude il corteo con una lunga fila di bandiere rosse e della pace, disposte dietro lo striscione della Direzione nazionale. Poco più avanti ci sono i Giovani comunisti. Una presenza davvero consistente quella del Prc, anche perché, dirigenti e parlamentari, compagni e compagne, giovani e meno giovani sono talmente tanti e tante che non solo riescono a formare una schiera lunga, compatta e colorata, ma li si può incontrare lungo tutto il corteo con le bandiere - sempre più diffuse - che mettono insieme quella del Prc e quella della pace.

Nonostante all'inizio tutto fili liscio, la presenza di uno schieramento imponente delle forze dell'ordine crea tensione. Si temono gli scontri che poi avvengono davanti al palazzo dei Congressi, e dalla mattinata arrivano le notizie di azioni di disobbedienza come quella davanti a palazzo Chigi, ma anche di violenza. I timori non bastano però a rovinare lo spirito della manifestazione. Il giudizio sul vertice Ue è netto. «Si vuole approvare - sottolinea Piero Bernocchi, Cobas - una Costituzione che santifica il mercato». «I più europei - spiega Agnoletto - siamo noi». Sicuramente gli uomini e le donne che sfilano sono quelli che maggiormente, in questi anni, hanno saputo tessere relazioni, mescolare culture, storie, ideali. Il colpo d'occhio parla più di tante parole. Dietro lo stesso striscione del Social forum, camminano, uno accanto all'altro, padre Zanotelli, Bertinotti, don Ciotti: parlano di pace, di questa nuova Europa che sta nascendo, di quell'Europa che condividono con i nuovi costituenti. Zanotelli ne ha viste davvero tante. Ma non si arrende: «Vorrei una Costituzione che ripudi la guerra e che abbia come punti principali i diritti dei migranti, contro la Bossi-Fini dove chi viene da fuori non è soggetto di diritto ma in balia del capitale». Stessi toni di don Ciotti: «E' necessario che i valori fondamentali siano rispettati e non messi da parte in nome del mercato. Non è possibile che la fortezza Europa resti tale quando alle sue porte sono morte 3.100 persone nel tentativo di entrare». Bertinotti non cambia registro, cammina anche idealmente insieme a loro: «La Costituzione europea, per come è stata concepita, è pessima. Il fatto che non ci sia il ripudio della guerra lo consideriamo un vulnus gravissimo. Quella che vorremo dovrebbe essere segnata dal pacifismo, da un nuovo modello sociale. Dovrebbe essere la Carta degli ultimi, dei migranti, della difesa dell'ambiente. Non del mercato». Con Zanotelli c'è anche il tempo di parlare di politica. «Questa è politica: la pace», sottolinea il padre comboniano. Ma anche quella che vive nelle istituzioni non può essere sorda al popolo della pace. E infatti così è. In piazza, con il movimento, ci sono, oltre Rifondazione, la sinistra Ds e i Verdi. E ancora possono accadere molte cose. La sinistra d'alternativa è un orizzonte che guarda alla dimensione europea. «Confido molto - commenta il segretario del Prc - che anche forze come i Ds, ora con un atteggiamento emendativo rispetto alla Costituzione, assumano posizioni più radicali».

Intanto il movimento pensa al dopo, tra una settimana Assisi. A novembre, Parigi. Dove, spiega Franco Russo del Forum per la democrazia costituzionale europea, «tenteremo di scrivere una Carta di principi».

Angela Azzaro
Roma, 5 ottobre 2003
da "Liberazione"