Guerra neo-coloniale contro la Libia.

Perché la Lega è contro questa guerra?

Altro che guerra umanitaria! Ci sono ben altri interessi mega-miliardari dietro, di gruppi di persone straricchissime al comando di multinazionali, centri finanziari, Stati, che si fanno la guerra fra di loro per accumulure altre ricchezze! A noi e al popolo ignorante e ingenuo, che è all’oscuro di tutto, che facciamo fatica ad arrivare a fine mese, ci fanno bere che è una guerra umanitaria, per il popolo libico!

C’è un aspetto in apparenza strano di questa guerra. Come mai la Lega Nord si è schierata contro la guerra?

E’ una domanda che molti si fanno. Ma se non si alza per un attimo lo sguardo dal nostro ombelico, non si riuscirà mai a capirlo. C’è un motivo evidentissimo.

La Lega è da sempre vicina all’orbita tedesca, come erano quelle forze politiche Yugoslave che lavorarono per portare la Croazia e la Slovenia alla secessione e all’ingresso nell’area del Marco. Non a caso la Germania fu la prima a riconoscere la secessione. La Germania è contro questa guerra, e infatti non a caso si è astenuta nel Consiglio di sicurezza dell’Onu assieme a Russia e Cina, perchè questa guerra è fatta innanizitutto contro di lei, dalla Francia, Gran Bretagna e Usa, con il sostegno di Israele, per riequilibrare l’asse che si era creato nell’area euro-mediterranea fra Russia-Italia-Germania-Turchia sul gasdotto Russo-Turco con la partecipazione dei tedeschi e dell’Italia, con Berlusconi che fece nel 2009 da mediatore fra russi e turchi aiutando a concludere l’accordo, cosa che ha irritato molto sia gli Usa che Israele, che hanno deciso di fargliela pagare, come si è visto nell’ultimo anno con le strane vicende italiane.

L’Italia ha un rapporto economico-commerciale privilegiato con la Libia. Se guardiamo un po’ oltre le pagliacciate fra Berlusconi e Gheddafi, vediamo che il nostro paese è innanzitutto il primo acquirente delle esportazioni libiche e primo fornitore delle sue importazioni.

La Libia vende all’Italia quasi il 40% delle sue esportazioni (il secondo maggior acquirente, la Germania, raccoglie il 10%) e riceve dalla nostra nazione il 18,9% delle sue importazioni totali (il secondo maggiore venditore, la Cina, fornisce poco più del 10%).

La Libia possiede le maggiori riserve petrolifere di tutto il continente africano ed è geograficamente prossimo al nostro paese e dunque si profila naturalmente come fornitore principale di risorse energetiche all’Italia. La nostra compagnia statale ENI estrae in Libia il 15% della sua produzione petrolifera totale; tramite il gasdotto Greenstream nel 2010 sono giunti in Italia 9,4 miliardi di metri cubi di gas libico.

Tutto ciò fa della Libia un caso più unico che raro, dal punto di vista italiano, tra i produttori di petrolio nel Mediterraneo e Vicino Oriente. Quasi tutti, infatti, hanno rapporti economici privilegiati con gli USA e con le compagnie energetiche anglosassoni, francesi o asiatiche.

Questa guerra è fatta anche per rompere questo asse economico privelegiato, precisamente come avveniva per le guerre coloniali.

In particolare la Francia è interessata alla guerra per prendere il posto dell’Italia, avendo perso da un lato Ben Alì in Tunisia e avendo instaurato non a caso da subito rapporti privilegiati con gli oppositori a Gheddafi (l’ex-ministro della Giustizia). Tant’è vero che immediatamente, è di questi giorni, c’è la ritorsione di Tremonti, notariamente vicino alla Lega e ai tedeschi, che ha annuncoiato un decreto del governo per impedire le scalate francesi nelle nostre aziende.

Altro che guerra umanitaria! Ci sono ben altri interessi mega-miliardari dietro, di gruppi di persone straricchissime al comando di multinazionali, centri finanziari, Stati, che si fanno la guerra fra di loro per accumulure altre ricchezze! A noi e al popolo ignorante e ingenuo, che è all’oscuro di tutto, che facciamo fatica ad arrivare a fine mese, ci fanno bere che è una guerra umanitaria, per il popolo libico!

Leonardo Masella (Direzione nazionale del PRC)
Roma, 20 marzo 2011