Venerdì 19 Settembre a Monza

No pasarán!

Giovani Comunisti di Monza e Brianza a sostegno della carovana antifascista della Banda Bassotti e della Resistenza nel Donbass

Giovani Comunisti - Monza e Brianza

Abbiamo deciso di accogliere l’appello lanciato dal gruppo Banda Bassotti per la carovana antifascista nel Donbass. Riteniamo prezioso l’impegno profuso dalla Banda Bassotti per far conoscere, attraverso concerti e social network, quanto sta accadendo in Ucraina all’indomani del golpe che ha portato al potere un governo apertamente filo-nazista, col beneplacito di Unione Europea e USA. Un lavoro d’informazione importante, che deve essere d’esempio e guida per quelle parti della sinistra che sempre più si lasciano condizionare acriticamente o intimorire dal pensiero dominante. L’idea della carovana antifascista nel Donbass non può non ricordarci le migliori tradizioni del movimento comunista, quelle della solidarietà internazionale. Un atto di coraggio e di denuncia contro l’imperialismo atlantico. Per queste ragioni abbiamo deciso di sostenere economicamente questa iniziativa, attraverso una raccolta fondi sui territori in cui militano i nostri compagni. Venerdì 19 settembre alle 20.00 cena di raccolta fondi a prezzo popolare in sede di Rifondazione Monza Brianza (Via Borgazzi 9, Monza). Per confermare la presenza scrivere direttamente qui oppure a rivoltiamonza@gmail.com Ora e sempre Resistenza!

I nostri più sentiti ringraziamenti a tutti i compagni e le compagne che, partecipando numerosi all’evento da noi organizzato, hanno reso possibile continuare a dare un reale sostegno alla carovana antifascista della Banda Bassotti e alla Resistenza nel Donbass.

Ora e sempre Resistenza!


Di seguito un nostro contributo letto durante la serata:

Dalla dissoluzione dell’Unione Sovietica e la fine del mondo diviso in blocchi contrapposti, gli Stati Uniti e la NATO hanno portato avanti indisturbati una politica di espansione della loro influenza una volta impensabile. Nell’Europa dell’est questa operazione è stata attuata con l’aiuto dell’UE, fedele alleata del blocco atlantico, che ha portato i suoi confini e quelli della NATO fino quasi alla Russia. L’influenza politica ed economica degli USA si è estesa a tal punto da risvegliare l’apparentemente sconfitta ex-superpotenza rivale che fino almeno al 2003 sembrava essere a portata di mano dell’espansione imperialista americana. Questo risveglio ha portato a una generale mobilitazione anche delle altre potenze non completamente allineate alle politiche del blocco atlantista, come la Cina e gli altri BRICS e i paesi dell’ALBA, e alla formazione embrionale di un fronte di opposizione alla globalizzazione politico-economica statunitense.

È evidente dalla situazione geopolitica degli ultimi anni che gli USA non hanno assolutamente rinunciato alla loro politica di conquista e sono stati capaci di utilizzare diverse strategie, belliche e non, per raggiungere i loro obbiettivi. Le espansioni più palesi effettuate dagli Stati Uniti negli ultimi anni sono state ovviamente le invasioni militari di Afghanistan e Iraq, legittimate come operazioni anti-terrorismo, che in realtà erano rivolte contro organizzazioni terroristiche create dagli USA stessi e che hanno portato alla creazione di altri gruppi terroristici. Il tutto nascondeva le vere motivazioni cioè sottrarre a governi indipendenti, o sfuggiti al controllo americano, le enormi risorse energetiche dei paesi invasi per riportarle sotto il dominio statunitense.

Ma le operazioni atlantiste non si limitano ad azioni di guerra condotte direttamente con l’esercito. I “nuovi” e più subdoli metodi attuati dall’impero per rovesciare governi poco collaborativi e insediarne di obbedienti sono ripresi, quasi direttamente secondo il sottoscritto, dalla strategia utilizzata dal Terzo Reich per invadere la Norvegia durante la seconda Guerra Mondiale. I nazisti scelsero e appoggiarono un piccolo partito a loro vicino, il Nasjonal Samling di Vidunk Quisling, per farlo crescere e legittimare, sia agli occhi dei norvegesi che dell’opinione estera, l’invasione militare del paese nordico che avverrà nel 1942. Così gli Stati Uniti, nei paesi che sono di rilevanza economica e geopolitica per i loro interessi, finanziano le opposizioni ai governi che si oppongono alla loro potenza, di qualunque natura essi siano, per poi far prendere loro il controllo dello stato e poterle sottomettere.

Da quando non è più possibile, per l’opinione pubblica internazionale, invadere un paese in cui al potere c’è un governo democraticamente eletto per instaurare una dittatura militare, come hanno fatto più volte nel corso degli anni soprattutto in Sud America (basti ricordare il Cile di Allende), gli USA si affidano a questa nuova strategia. Attraverso i media si sconvolge completamente la realtà e qualsiasi presidente scomodo agli interessi statunitensi viene trasformato in un dittatore sanguinario. Fatto ciò vengono giustificate e lautamente foraggiate le opposizioni a tale regime, a volte addirittura vengono creati gruppi combattenti di opposizione, affidandosi a qualsiasi fazione politica reazionaria, anche fondamentalisti islamici e neo-nazisti.

Questo è quello che è accaduto in Libia, è quello che sta accadendo in Siria, in Venezuela e soprattutto in Ucraina.

In Ucraina il governo democraticamente eletto di Janukovjč è stato rovesciato da un colpo di stato da parte di un alleanza di fazioni e partiti filo-europeisti, liberali e conservatori in cui la parte del leone però la fanno i gruppi neo-nazisti, tra cui i partiti Svoboda e Pravij Sektor e il battaglione Azov. Questo golpe è stato portato a termine con l’aiuto materiale di USA e UE in una situazione di totale disinformazione internazionale riguardo a ciò che succedeva, e che sta succedendo, in questo grande stato ai confini dell’Europa. Si è scatenata una vera e propria guerra civile: massacri perpetrati dai gruppi paramilitari nazisti, legittimati dal nuovo governo (come l’incendio del Palazzo dei Sindacati di Odessa e la strage di Mariupol’); vere e proprie cacce all’uomo nei confronti dei cittadini di etnia russa (più del 20% della popolazione ucraina); la messa al bando del Partito Comunista d’Ucraina e la persecuzione dei compagni di ogni organizzazione comunista; e bombardamenti continui sui civili nei territori che resistono all’invasione dell’esercito del nuovo governo.

Grazie a questa operazione gli USA vogliono assicurarsi un territorio geopoliticamente molto interessante attraverso il quale passano le principali arterie di gasdotti provenienti dai ricchi giacimenti asiatici e prendere il controllo delle importanti società del gas ucraine; il figlio del vicepresidente USA Joe Biden è già entrato nel CdA della più importante, la Burisma Holdings.

In questa difficile situazione i cittadini delle regioni di Donec’k e Luhans’k hanno dato vita a due Repubbliche Popolari indipendenti, poi unitesi nello Stato Federale della Novorossiya, per contrastare il governo e i neo-nazisti di Kiev.

In Italia, ovviamente, si pende dalle labbra dei vari Obama, Biden, Mc Cain, e Soros con le sue Femen, e si festeggia per la nuova “democrazia” ucraina, dimenticandosi semplicemente della presenza maggioritaria dei nazisti (come d’altronde ci si scandalizza dell’ISIS solo quando è al di fuori della Siria, mentre quando è all’interno fa comodo per rovesciare l’ultimo stato laico del medio oriente). Così troviamo il vicepresidente del Parlamento Europeo Gianni Pittella (ovviamente del PD) in piazza a Kiev a fomentare la rivolta dei neo-nazisti, il PD, il governo e il Presidente della Repubblica che sostengono l’oligarca del cioccolato insediato al potere a Kiev da parte degli USA, e Renzi e Mogherini che condannano il “mostro” Putin mentre incontrano rappresentanti ucraini responsabili di massacri di civili. Di pochi giorni fa è la notizia di una Festa dell’unità Ucraina a Milano per la raccolta di fondi a favore della Guardia nazionale ucraina in cui erano presenti fianco a fianco esponenti del movimento neo-nazista italiano e delegati del PD milanese.

Di fronte a una situazione così drammatica, aggravata dalla più totale mancanza di buon senso da parte della classe politica italiana, noi comunisti non possiamo fare altro che: denunciare la disinformazione dilagante, diffondere il più possibile i canali di controinformazione per contrastare le bugie dell’informazione dominante e sostenere con tutte le nostre forze la resistenza dei compagni ucraini e della Novorossiya e di tutta l’ex Unione Sovietica.

In quest’ottica abbiamo aderito con convinzione all’iniziativa del gruppo musicale Banda Bassotti, una Carovana Antifascista per portare sostegno alla popolazione del Donbass e partecipiamo alla raccolta fondi in loro favore.

L’Europa attuale non è per forza un avanzamento per gli stati che non ne fanno parte e di sicuro non può essere imposta con la forza, non può essere esportata dai neo-nazisti! Gli Stati Uniti non possono decidere cosa è meglio per gli altri popoli e non possono decidere da soli cosa è meglio per il mondo!

NO PASARAN!

Giovani Comunisti di Monza e Brianza
Monza, 21 Settembre 2014
rivoltiamonza@gmail.com