Militari italiani uccisi in Iraq

E' ora di porre fine a questa guerra assurda

L'intervento di Rifondazione alla Camera.

Signor Presidente, signori del governo, onorevoli colleghi e colleghe, desidero in primo luogo, come hanno fatto i colleghi degli altri gruppi, esprimere il più profondo cordoglio alle famiglie e agli amici delle vittime e il senso della nostra solidarietà a tutte le forze armate per il colpo subito.

Queste morti provocano in noi un profondo ed acuto dolore, che è tanto più sentito in quanto, come è noto, noi siamo stati contrari a quella guerra e a quella missione e in quanto non siamo avvezzi alla retorica militarista o nazionalista.

La morte di questi soldati italiani è la morte di chi compiva il proprio dovere: un dovere cui erano stati chiamati da una decisione del governo, avallata e ratificata da un voto di questa Camera.

Noi pensiamo che questa Camera, signor Presidente, sia un luogo di pensiero e di confronto. Noi non ci associamo alla richiesta che in questa Camera si diventi tutti dimentichi delle nostre ragioni, delle nostre posizioni politiche, per poi magari affidarle a qualche polemica, forse degna di miglior causa, sulle agenzie di stampa o in qualche talk show televisivo.

Pensiamo, anche difendendo le nostre ragioni, le nostre valutazioni e le nostre proposte, di onorare nel miglior modo la memoria di queste persone che sono cadute in divisa e la memoria di tanti civili che hanno perso la vita a migliaia in questa guerra.

Compiere una missione militare espone chi la compie a rischi. Noi non cederemo alla tentazione - lo dico con la massima chiarezza - di usare queste morti per ottenere un surplus di ragione nelle nostre scelte politiche contrarie a questa missione. Ma non accettiamo nemmeno che chi ha difeso le ragioni di questa guerra e di questa missione usi queste morti per darsi più ragione. Non strumentalizziamo queste morti, ma difendiamo le nostre ragioni.

Questa guerra è stata scatenata per obiettivi che sono stati ormai dichiarati fasulli. Questa guerra si proponeva l'obiettivo di pacificare l'Iraq: l'Iraq è in preda al caos e questa guerra sta continuando come guerra di occupazione. Questa guerra ha perseguito con tutta chiarezza - almeno per conto nostro - l'obiettivo di umiliare le Nazioni Unite e di renderle, come il sottosegretario di Stato degli Usa aveva predetto, un ente inutile. Questa guerra aveva l'obiettivo di dividere l'Unione europea ed anche questo obiettivo è stato raggiunto.

Per queste ragioni e non per le morti che ci sono state, non per i rischi cui andrebbero incontro i soldati italiani, come di altre nazionalità, noi riteniamo che si debba porre fine a questa iniziativa, che sia necessario ritirare le truppe del nostro paese e invitare gli altri paesi occupanti a ritirarle, come presupposto di una missione delle Nazioni Unite che non contempli la presenza militare dei paesi che hanno appoggiato e fatto la guerra in Iraq.

Noi continueremo a batterci contro questa guerra e contro il terrorismo - che peraltro, da questa guerra, è stato terribilmente alimentato - con il movimento per la pace che in tutto il mondo ha fatto sentire la sua voce il 15 febbraio scorso, che ha continuato a farla sentire e che continuerà a farla sentire, perché non rinunciamo, in nome di una falsa Realpolitik o di un falso pragmatismo, non rinunciamo, in nome di una ragion di Stato, all'idea che il mondo si possa e si debba incamminare sulla via della pace invece che sulla via della guerra.

Ramon Mantovani
Roma, 12 novembre 2003