Guerra in Iraq

Ecco quali sono le organizzazioni della resistenza irachena.
(E i paramilitari filo-governativi...)

La resistenza in Iraq è composta da oltre 40 entità. Almeno quelle “ufficiali”… ma ci sono anche altri gruppi che potrebbero far parte di speciali forze paramilitari molto vicine all’attuale governo fantasma di Allawi, con l'unico scopo di screditare la resistenza.

Molti stranieri di diverse nazionalita' sono stati sequestrati in Iraq, il quadro che si presenta e' molto incerto così come l'identita' dei vari gruppi che operano in Iraq. Dopo che gli Stati Uniti sono entrati a Baghdad il 9 aprile del 2002, molti iracheni appartenenti a ceti diversi si sono riuniti in piccole cellule separate per combattere e resistere contro l’occupazione che sono costretti a subìre sul loro territorio. Ora ci troviamo di fronte a una campagna di rapimenti che colpisce amici del popolo iracheno: Enzo Baldoni, i giornalisti francesi, le due Simona di “Un Ponte per…”. Non è facile avventurarsi in un’analisi tra i diversi comunicati che rivendicano i rapimenti dei sequestrati (come quelli di camionisti o contractor al servizio degli occupanti) . E’ necessario seguire attentamente le mosse e le azioni di tutti i movimenti di resistenza, grandi e piccoli, per leggerne il grado di importanza strategica delle azioni, tenendo sempre presente che la resistenza in Iraq è composta da oltre 40 entità. Almeno quelle “ufficiali”…

Ci sono i baathisti, i comunisti dissidenti del vecchio Partito Comunista Iracheno che appoggia l’occupazione, i nazionalisti, i gruppi di soldati ed ufficiali iracheni allo sbando a causa dell’occupazione nonché gruppi religiosi sunniti e sciiti.

Questi ultimi – comunque - ancora poco numerosi. Piu' di un anno e mezzo fa, i gruppi di resistenza potevano essere divisi schematicamente in sunniti e shiiti. I sunniti si riconoscevano nella Resistenza Islamica Nazionale Irachena conosciuta anche come le Brigate della Rivoluzione 1920, apparse per la prima volta nel giugno 2003. Il loro intento e' di liberare l'Iraq dall'occupazione straniera e di ricostruire uno stato iracheno indipendente costruito su una base islamica.

Questo gruppo ha effettuato moltissime operazioni contro le forze d'occupazione statunitensi ad ovest di Baghdad, la maggioranza delle quali avvenute ad Abu Ghraib - la prigione dove i soldati americani hanno compiuto numerosi abusi e episodi di vera e propria tortura contro i prigionieri - e a Fallujha dove le forze d'occupazione hanno continuato a martellare con continui bombardamenti la popolazione.

Anche i nazionalisti ed islamisti hanno unito le loro forze dopo il fallimento di Baghdad dell'aprile 2003 di istituire il Fronte Nazione per la Liberazione dell'Iraq. I loro attivisti come le Brigate, hanno lanciato diversi attacchi ad Arbil e Kirkuk nel nord del paese, Fallujah e Tikrit nel centro ed a Basra e Babel nel sud, ed anche ad est, a Diyala.

Un altro gruppo e' chiamato Fronte Islamico per la Resistenza in Iraq, una coalizione di piccoli gruppi di resistenza. E' il primo gruppo che ha pubblicamente manifestato la sua presenza lo scorso 30 maggio. Il suo obiettivo e' quello di colpire con ogni mezzo tutte le forze di occupazione. Il gruppo si e' dichiarato responsabile di molti attacchi contro le forze d'occupazione, incluso un nutrito lancio di mortai contro il quartier generale americano di Baghdad ed un’altra selva di colpi di mortaio lanciati verso l'aereoporto di Mosul.

La fazione delle Brigate Al Rantissi ha invece rivendicato attentati compiuti contro soldati americani di stanza nei pressi dell’ aeroporto a Diyala.

La vita quotidiana in Iraq è fatta di miseria e per colpa dell’occupazione non si è in grado neppure di soddisfare i bisogni di prima necessità della popolazione civile. Tutto questo alimenta anche le forme più radicali della resistenza ed incoraggia molti giovani a unirsi alle formazioni dei guerriglieri per combattere. E ben pochi di loro sono pronti a tradire quanti stanno combattendo al loro fianco. Oltre tutto senza il supporto fattivo della popolazione la resistenza sarebe molto diffcile se non impossibile.

Anche questo ha contribuito a far nascere altri piccoli gruppi di “resistenti” come Al Tahrir (Liberazione), tra i primi ad apparire sulla scena irachena fin dal giugno 2003, avvertendo i paesi stranieri di non collaborare con le forze occupanti e di abbandonare immediatamente l'Iraq minacciando rappresaglie.

Il gruppo Hamza unitosi alla resistenza nell'ottobre 2003 ha fatto sentire la sua voce chiedendo il rilascio di Gamal Nidal, prigioniero dagli americani. Un'altro gruppo di sunniti ha rivendicato numerosi attentatati contro le forze d'occupazione attraverso l'invio di videotape alla Tv iraniana il 7 luglio. Comunque i sentimenti anti-americani albergano nelle pieghe pù profonde della società irachena che subisce raid aerei e rastrellamenti giornalieri da parte delle forze d'occupazione.

Anche le fazioni formate dal partito Baath legato al vecchio regime di Saddam Hussein hanno lanciato attacchi contro le forze d'occupazione. La fazione Al-Awdah (Il ritorno), ha compiuto diversi attentati nel Nord dell'Iraq, a Samara e Tikrit.

I Fedayeen di Saddam formatisi nel marzo del 2003 sono conosciuti come gruppo di Baathisti. Ma secondo alcune fonti i Fedayeen si sarebbero riuniti con altri gruppi legati alla resistenza islamica.

Il gruppo piu' grande di resistenza shiita e' formato da miliziani di Muqtada al Sadr che ha formato un vero e proprio esercito nel luglio 2003. Oltre a questi gruppi della resistenza ben strutturatii, un numero inquantificabile di gruppi armati si è omai formato al di fuori dei canali tradizionali della resistenza

Tra questi Asadullah Brigades (Leoni delle brigate di Dio) che in un documento afferma che nessun straniero dovra' essere presente sul suolo iracheno pena la sua uccisione . L'Islamic Anger Breigate si è attribuito il sequestro di 15 cittadini libanesi nel giugno 2004.

Il movimento Islamic Response ha rapito lo statunitense Ali Hassoun il 19 giugno. Non dobbiamo dimenticare che oltre a questi gruppi esistono nella variegata mappa della esistenza irachena sono presenti i gruppi legati ad Abu Musaab Al-Zarqawy come Al-Tawheed.

Sulla scena del conflitto iracheno appaiono poi anche altri gruppi più o meno conosciuti che secondo gli analisti più attenti potrebbero far parte di speciali forze paramilitari molto vicine all’attuale governo fantasma di Allawi, con l'unico scopo di screditare la resistenza.

Per il momento non si conoscono quali strategie o interessi perseguano questi grupi para-governativi ma certamente si puo’ affermare che questi distolgono l'attenzione da quelle forme di autentica resistenza contro le forze di occupazione presenti in tutto il paese.

Rosarita Catani
Giordania, 16 settembre 2004
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