Muore Davide Cesare, un giovane del centro sociale O.R.So, accoltellato per strada da tre balordi fascisti, subito presi. I suoi amici e compagni, in ospedale, vengono poi massacrati di botte dai carabinieri

Dax, uno di noi, operaio e comunista

Chi era il giovane ucciso

Dax. A Brescia lo conoscevano così. Davide Cesare, 26 anni, ucciso ieri notte in via Brioschi a Milano aveva vissuto per diversi anni a Ghedi, in provincia, dove si era sposato e aveva avuto una bambina che ora ha quattro anni. «Uno di noi», si legge nello striscione che hanno portato a Piazza della Loggia i suoi compagni del Magazzino 47, il centro sociale occupato da anni in zona industriale e che ha promosso il presidio di solidarietà che s'è tenuto ieri pomeriggio.

Davide era tra le decine di volontari che si mobilitano ogni estate nella gestione della festa di Radio Onda d'Urto. Anche i redattori della storica emittente comunitaria bresciana erano in piazza per Dax, ieri pomeriggio, dopo aver trasmesso tutta la giornata la cronaca, le testimonianze e il dolore collettivo.

Davide Cesare era stato iscritto a Rifondazione, faranno sapere sia la federazione bresciana che quella meneghina: «Prima era stato iscritto al circolo di Ghedi, poi fino all'anno scorso a Milano. Lavorava alla Trezzi Tubi di Vimodrone e frequentava l'officina di resistenza sociale (l'O.R.So) di via Gola a Milano».

«Abbiamo conosciuto Davide per il suo impegno nell'Unione Inquilini», scrive la Cub, la confederazione sindacale che abbraccia il sindacato inquilini e a cui è iscritto il ferito grave Antonino Alesi detto Alex, operaio delegato alla Necchi di Pavia.

Con il collettivo dell'O.R.So (centro sociale sorto un anno fa in una officina in disuso) s'era occupato delle occupazioni delle case del quartiere. Era uno dei più attivi nel Navigli-Ticinese, quartiere vivace da questo punto di vista con centinaia di famiglie che occupano appartamenti sfitti in una città dove gli affitti costano sempre di più specie per settori disagiati come giovani coppie, precari e migranti. Dax era anche legato al collettivo "Milano odia" (embrione di quello che è stata la Raf, rete antifascista milanese, fino a tre anni fa), con altri ragazzi punk e skin antifascisti che organizzano concerti, feste e un lavoro politico variegato fatto di momenti seminariali e presenza sul territorio.

Checchino Antonini
Milano, 18 marzo 2003
da "Liberazione"