Stamattina a Milano, camicie verdi in corteo e la nipote del duce a teatro coi suoi nuovi partner

Lega Nord e "Polo nero" in competizione nella caccia al voto

Milano si ritroverà così due manifestazioni promosse dalle destre nello stesso giorno, ambedue a caccia di voti fascisti

Da qualche settimana, con il dichiarato intento di intercettare gli elettori di Alleanza Nazionale, la Lega Nord non si limita più alle sole critiche nei confronti di Gianfranco Fini. Attraverso La Padania ha anche avviato una vera e propria campagna per favorire manifestazioni di pubblico dissenso dall'interno di An, cercando di capitalizzare voti e militanti. Al tema del diritto di voto agli immigrati, si è ora infatti affiancato quello della coerenza e della fedeltà alle radici fasciste. Un cavallo di battaglia indubbiamente nuovo e per certi aspetti inquietanti. Un appuntamento sembrerebbe in particolare assumere nell'immediato futuro una certa rilevanza: quello promosso nel capoluogo lombardo dalla Lega Nord per questa mattina «a sostegno del federalismo» e della «libertà della Padania», con l'adesione di alcune vecchie figure del neofascismo milanese. A tirare le fila Leo Siegel, a suo tempo uno dei più stretti collaboratori di Giorgio Pisanò nel settimanale di estrema destra Il Candido. L'intenzione di questa pattuglia di «ex-elettori di An» che si sentono, come scrivono, «traditi dal compagno Fini», sarebbe di dar «vita ad un grande movimento spontaneo di ribellione», facendolo confluire proprio nelle fila leghiste, «partendo da Milano», sottolineano con enfasi, «teatro» di «tutti gli eventi storici». Un'affermazione certamente condizionata dal ricordo del "covo" di San Sepolcro e del primo movimento mussoliniano. Ma per meglio identificare il profilo dell'iniziativa, veniamo alla biografia politica di Davide Beretta, che in un'intervista su La Padania è stato assunto ad esempio di coloro che dovrebbero innervare questo "movimento" di delusi dalle svolte di Gianfranco Fini.

Figlio del comandante dei "Volontari di Guerra Azzurri di Dalmazia", Davide Berretta, già nel 1948 militava nelle file missine. Dopo aver fatto parte del direttivo provinciale della federazione milanese ed aver assunto la carica di "reggente" del Fronte della Gioventù, la sua carriera venne bruscamente interrotta a causa di un arresto, nel febbraio del 1972, nell'ambito delle indagini sulle Sam (le Squadre d'Azione Mussolini). L'imputazione: detenzione porto di materiale esplosivo. Da questa accusa, ad onor del vero, Davide Berretta fu prosciolto, non così altri, anch'essi interni o contigui alla federazione milanese del partito di Almirante. Le Sam nacquero infatti nel 1969 a Milano per iniziativa di militanti appartenenti alle organizzazioni giovanili del Msi. Firmarono in soli due anni, più di 20 attentati dinamitardi, soprattutto contro lapidi partigiane, sedi di partito, redazioni e tipografie di quotidiani democratici. Nel corso delle indagini e dei successivi processi furono individuati e condannati, tra gli altri, Angelo Angeli, passato poi alle cronache come "il bombardiere nero", Giancarlo Esposti, il futuro leader di Ordine Nero, ucciso nel 1974 in uno scontro a fuoco con i carabinieri, e Gianluigi Radice, all'epoca segretario milanese del "Fronte della Gioventù", passato successivamente al campo della delinquenza comune e dei sequestri di persona. Una bella compagnia.

Storie che non turbano minimamente La Padania che non esita a dar voce, con pagine intere, a figure il cui passato rimanda non solo al regime fascista, ma direttamente alla "strategia della tensione". Ecco allora propagandare una manifestazione il 13 dicembre scorso, indetta per onorare i caduti della Rsi al Cimitero Maggiore di Milano, non più di cinquanta persone, quasi tutte di Forza Nuova, alla presenza di Giancarlo Rognoni, condannato all'ergastolo in primo grado per la strage di Piazza Fontana; intervistare il fratello di Giorgio Pisanò per parlare della «generazione che non si arresta»; dar spazio ad Antonio Cioci, «caporal maggiore nella campagna d'Africa», ideatore nel mantovano di un patetico "museo-sacrario" dedicato ai reduci del "Reggimento Giovani fascisti". Si può continuare a rimanere fascisti militando nella Lega. Questo il messaggio lanciato in aperta competizione con il "polo nero", di recente costituzione, promosso da Alessandra Mussolini insieme a Forza Nuova, il Fronte Nazionale e la Fiamma Tricolore di Pino Rauti. Questi ultimi si raduneranno, sempre stamattina, al Teatro Nuovo di Piazza San Babila, presente la nipote del "duce", per la prima iniziativa pubblica. Milano si ritroverà così due manifestazioni promosse dalle destre nello stesso giorno, ambedue a caccia di voti fascisti. C'è di cui preoccuparsi, a soli due giorni dal 27 gennaio, dedicato alla memoria dei deportati nei campi di sterminio.

Saverio Ferrari
Milano, 25 gennaio 2004
da "Liberazione"