Legge Finanziaria 2006

Durissimo attacco agli Enti Locali

Le scelte governative si ripercuoteranno pesantemente sulla capacità di spesa sociale e di offerta di pubblici servizi dei comuni e delle province italiane.

Ancora una volta il Governo Berlusconi decide di sferrare un durissimo attacco alle Autonomie locali.

Lo schema della prossima legge Finanziaria illustrato dal nuovo (?) ministro dell’Economia Giulio Tremonti prevede infatti per il prossimo anno un taglio alla spesa corrente degli Enti locali pari al 6,7%.

In realtà, come già anticipato dal Presidente dell’Anci Leonardo Domenici, sindaco di Firenze, il taglio effettivo per i comuni dovrebbe superare il 10%; un vero e proprio uragano finanziario da 3 miliardi di euro che si abbatte su Autonomie locali già provate da 4 anni di pesanti tagli ai trasferimenti statali, forti limiti imposti dal Patto di stabilità interno sia alla spesa corrente che a quella per investimenti, dalla spinta alla privatizzazione dei servizi.

E’ facile immaginare come tali scelte si ripercuoteranno pesantemente sulla capacità di spesa sociale e di offerta di pubblici servizi dei comuni e delle province italiane.

Questo accade nonostante il fatto che le Autonomie locali negli ultimi 5 anni abbiano ridotto il totale della spesa per il personale ed abbiano aumentato il livello di spesa corrente in misura drasticamente inferiore a quello delle amministrazioni centrali dello Stato.

Si tratta pertanto di una scelta politica deliberata e non giustificata, la cui vera ragione risiede nella volontà del Governo di finanziare una manovra economica dal sapore chiaramente elettorale attraverso le risorse degli Enti locali governati in gran parte dall’Unione, tentando altresì di scaricare sui governi di prossimità gli effetti sociali devastanti di un ulteriore taglio ai servizi essenziali.

Non è un caso infatti che il Governo, dopo aver già abolito negli anni passati il reddito minimo di inserimento che veniva gestito dai comuni, provi oggi a tagliare ad esempio i finanziamenti destinati al sostegno delle cooperative socialmente utili di Napoli e Palermo, gettando di fatto sul lastrico migliaia di famiglie in territori già ad elevato tasso di disoccupazione.

In un quadro del genere appare grottesca la disponibilità del ministro Tremonti alla convocazione di un tavolo delle Autonomie locali per valutare la manovra finanziaria.

Il Governo infatti ha sistematicamente ignorato la Conferenza Stato Regioni e le sollecitazioni continue al confronto avanzate dall’Anci e dall’Upi nel corso degli ultimi mesi, ed a tutt’oggi non ha ancora chiarito il dettaglio dei tagli alle voci di spesa contenute nella manovra.

Allo stesso modo è ridicola l’idea di coinvolgere i comuni nella lotta all’evasione destinando agli stessi il 30% dell’evasione fiscale recuperata: in sostanza l’idea di comuni “a cottimo” la cui unica possibilità di sopravvivenza è legata ad un’attività che essi non sono istituzionalmente in grado di svolgere relativamente alla fiscalità generale, e che spesso non riescono a svolgere nemmeno per le proprie entrate.

Un dialogo allo stato pare pertanto impossibile ed occorre invece prepararsi alla più ampia mobilitazione per contrastare l’approvazione del provvedimento in Parlamento.

Non è pensabile che un Governo ed una maggioranza ormai privi di ogni credibilità internazionale e nazionale possa condannare al fallimento ed al dissesto finanziario decine e decine di comuni italiani che rischiano di non avere più neanche le risorse per pagare i propri dipendenti, e per ridurre ulteriormente gli interventi di carattere sociale che sono stati già fortemente ridimensionati negli ultimi anni.

Sabato 1 ottobre a Gubbio, in un’assemblea degli Enti e delle vertenze locali già convocata nell’ambito della campagna per le Primarie, proveremo insieme al Segretario nazionale Fausto Bertinotti a lanciare  nelle sedi istituzionali ed in quelle di movimento un’offensiva generalizzata contro questa legge Finanziaria.

I nostri rappresentanti nell’Anci e nell’Upi stanno già proponendo forme clamorose di protesta dei sindaci e dei presidenti di provincia.

Nel contempo crediamo sia utile che tutte le forze politiche dell’Unione lavorino congiuntamente alla convocazione immediata di una grande assemblea degli amministrastori locali, proseguendo nel confronto programmatico già in atto per delineare diverse e non più rinviabili scelte di governo e tutela delle comunità locali.

Francesco Manna (Responsabile Nazionale Dip.to Regioni ed Autonomie locali del Prc)
Roma, 30 settembre 2005