La storia del deputato Marco Rondini:

Un fascista in camicia verde

Marco Rondini, milanese, classe 1968, è stato eletto lo scorso 13-14 aprile dalla Lega nord alla Camera dei deputati nella circoscrizione Lombardia 2.

Questa è la sua storia politica. Nei primi anni Novanta è nel Fronte nazionale di Franco Freda, figura centrale nella storia dell'eversione nera, condannato nel 1981 a quindici anni per gli attentati dinamitardi a Milano del 25 aprile 1969 (alla Fiera e all'Ufficio cambi della Stazione centrale), e sui treni nell'agosto successivo (dieci, di cui otto riusciti). Freda sarà anche riconosciuto dalla Corte di cassazione tra i responsabili della strage di piazza Fontana, seppur non più perseguibile per le assoluzioni nei precedenti processi degli anni Settanta e Ottanta.

Nel 1995 cinquanta esponenti del Fronte nazionale furono portati a giudizio davanti alla Corte di assise di Verona, sia per ricostituzione del partito fascista che per istigazione razziale. D'altro canto era stato lo stesso Freda a scrivere di voler “costituire in Italia un movimento politico esplicitamente razzista”. Dichiarò anche “finita l'epoca delle guerre civili europee” sostenendo l'inizio “delle guerre razziali” in cui “al colore dell'ideologia” si sarebbe sostituito “quello dell'epidermide”.
Il 21 dicembre del 1991 a Bardolino, sul lago di Garda, 150 aderenti del Fronte nazionale furono anche fotografati mentre celebravano con una cerimonia in perfetto stile nazista il solstizio d'inverno. Rigidamente sull'attenti, in cerchio e con in mano una fiaccola, assistevano, sulle note dei Carmina Burana di Carl Orff, al lento ardere di una pira con alla sommità una mezza svastica, il simbolo del Fronte.
Franco Freda fu condannato con sentenza definitiva a tre anni, e Cesare Ferri, il suo vice, a venti mesi. Il Fronte nazionale venne sciolto con decreto dal Consiglio dei ministri, il 27 ottobre 2000, a norma della legge Mancino.

Dopo questa prima esperienza giovanile, Marco Rondini, arriverà nel 1995 alla Fiamma tricolore di Pino Rauti, l'iniziale contenitore di tutte le anime del neofascismo italiano dopo la trasformazione dell'Msi in Alleanza nazionale.

Una formazione da cui fuoriuscirono in seguito quasi tutti gli altri esponenti dell'attuale galassia della destra radicale, dal Fronte sociale nazionale di Adriano Tilgher e Stefano Delle Chiaie, agli stessi dirigenti di Forza nuova.

Passerà alla Lega solo nel 2000, reclutato da Mario Borghezio. Divenuto segretario dell'area provinciale della Martesana, farà parlare di sé nell'aprile del 2004, quando chiederà di chiudere tutte le moschee e i centri islamici della Lombardia, a partire da Segrate. Commenterà in una conferenza stampa: “i progetti di società multirazziale e multiculturale sono falliti”.

Sarà più recentemente Roberto Sandalo, sorpreso proprio a Segrate nell'aprile scorso a lanciare ordigni incendiari contro la moschea, a cercare di mettere in pratica questo obiettivo con il suo Fronte cristiano.
Sempre nel 2004, in novembre, Rondini organizzerà in provincia di Milano una campagna di raccolta firme contro l'ingresso in Europa della Turchia, sostenendo che tale “ipotesi sciagurata” avrebbe consegnato “all'Islam le chiavi del nostro continente”.
In tempi più recenti si è battuto, facendo pressione su Matteo Salvini, il capogruppo della Lega a Palazzo Marino, per far ottenere una sede a Milano a Cuore nero.
In tutte le occasioni possibili, feste, convegni, fiere (tra le altre Militalia a Novegro), lo si è trovato a gestire il banchetto dei libri delle Edizioni di Ar, guarda caso la casa editrice di Franco Freda. Ar, per chi non lo sapesse, sta per ariano e i testi prodotti negano l'Olocausto e propagandano “la superiorità della razza bianca”.

Ancor oggi, come nei primi anni Novanta, sono in tanti a raccontarlo, celebra ogni 21 dicembre il solstizio d'inverno.

Qualcuno giura davanti a una svastica fiammeggiante. Proprio come ai bei tempi del Fronte. Con lui, immancabilmente, Cesare Ferri, il vice di Freda.

Saverio Ferrari
Milano, 2 maggio 2008
da “Liberazione”