Sul caso Cesare Battisti

Silenzio complice, ma non in mio nome.

Un silenzio, della sinistra, assordante che lascia spazio a ministri fascisti, piduisti soggetti attivi della strategia tensione

Sul caso Battisti e la sua estradizione appare evidente che la destra stia strumentalizzando la questione per fini puramente elettorali. Francia e Brasile hanno delle leggi molto “liberal” sul “diritto di asilo”. Forse da una volontà determinata del Paese richiedente l'estradizione potrebbero essere ammesse delle deroghe. Ma questa volontà l'Italia non l'ha mai manifestata, perché appare fin troppo evidente che c'è una questione di “ex terroristi” cosiddetti “rossi” che nessuno, dai servizi segreti alla politica nostrana vuole riaprire.

Ed invece la sinistra di classe dovrebbe contendere il terreno a questi signori che per anni hanno lasciato fare (la questioni dei terroristi in libera uscita è vecchia di 30 anni) e, a secondo delle occasioni, aprivano le valvole dell’“antiterrorismo” per fare un po’ di campagna; ma tutto sommato agli apparati della “strategia della tensione” faceva comodo che questi loschi figuri rimanessero fuori dal Paese col loro bel fardello di verità a garanzia della propria incolumità. Come fu per i terroristi neri anche per quelli definiti “rossi” stessa sorte perché hanno fornito gli stessi servigi. Per chi scrive i vari Scalzone, Negri, Pifano, Battisti, Curcio e altri marcioni di siffatta specie, tutti a piede libero, hanno avuto dalla loro la “giustizia borghese” perché se dovevano rispondere a quella proletaria starebbero spalando merda nelle porcilaie di Casalpusterlengo.

Questo intervento vuole essere un atto di denuncia e di dissociazione dal lugubre silenzio della sinistra e di Rifondazione su questi personaggi squallidi. Persone che negli anni 70 hanno permesso la distruzione di un movimento politico rivoluzionario riducendo un periodo storico eccezionale ai cosiddetti “anni di piombo”. Al PCI faceva comodo vedere criminalizzato un movimento che gli toglieva consenso e visibilità, alla DC faceva comodo trovare un capro espiatorio alle sue nefandezze. Ma, se la moderna Sinistra Comunista non farà i conti con la storia del moderatismo del PCI e dell'estremismo delle BR, non ne verrà mai a capo di una giusta e dimensionata storia politica dalla quale trarre giovamento per il prossimo ed immediato futuro.

Alle famiglie delle vittime del cosiddetto “terrorismo rosso” va tutta la mia personale solidarietà.

Voglio esprimere la mia solidarietà in particolare alla famiglia di William Vaccher, giovane milanese assassinato da Prima Linea perché si voleva dissociare e denunciare le malefatte di Marco Barbone e dei suoi killer prezzolati; proprio quelli che hanno ammazzato Walter Tobagi e il giudice Alessandrini che stava indagando sulla Loggia massonica P2.

Con questo silenzio assordante si lascia spazio a ministri fascisti, piduisti soggetti attivi della strategia tensione. Il vostro silenzio non in mio nome. Il terrorismo degli anni settanta: “è una montagna di merda!” fatta di professori e manovali prezzolati.

Marco Fraceti (Segretario del Circolo “Peppino Impastato” Partito della Rifondazione Comunista Monza)
Monza, 5 gennaio 2011