Con la consegna alla Cassazione
delle firme per il referendum per l'estensione a
tutti i lavoratori delle garanzie dell'articolo 18
e degli altri diritti sindacali e, assieme a
questi, dei referendum contro il finanziamento
pubblico della scuola privata e di quelli per la
difesa della salute e dell'ambiente già siamo
dentro il cuore del conflitto sociale che occuperà
il centro della vita politica dei prossimi mesi.
Con una differenza fondamentale.
Possiamo
rovesciare il segno di classe che il governo delle
destre sta cercando di imporre.
All'attacco
che vuole determinare uno sfondamento sociale dei
diritti si risponde, cioè, non solo con la difesa
di quello che ancora c'è ma, al contrario, si
propone una offensiva sociale per estendere
diritti e garanzie.
Possiamo vincere
veramente: il re è nudo.
Il neoliberismo è in
crisi, avanza la recessione che smentisce le
promesse dei profeti delle magnifiche sorti della
cosiddetta modernizzazione, c'è l'irruzione nella
scena politica e sociale di un nuovo movimento di
contestazione della globalizzazione neoliberista,
c'è la ripresa forte e consapevole del conflitto
di classe.
Cresce l'esigenza di una
discontinuità rispetto alle politiche portate
avanti in questi ultimi decenni.
Una
discontinuità che il governo delle destre cerca di
intrappolare dentro una radicalizzazione in
direzione di politiche neoautoritarie e di
dispregio dei valori di civiltà giuridica e di
convivenza civile.
Una discontinuità che va,
invece, cercata nella direzione di una liberazione
dalla camicia di forza che si è voluta imporre
sulle condizioni di vita e di lavoro. Tutti
dovranno confrontarsi con i referendum sociali che
oggi consegniamo alla Cassazione, a partire dal
centro sinistra.
Abbiamo realizzato una grande
impresa, svolto decine di migliaia di banchetti,
abbiamo preso contatto con centinaia di migliaia
di lavoratori, di giovani, di pensionati, abbiamo
condotto una campagna unitaria assieme ad altre
forze politiche, sindacali, sociali, associazioni
e comitati. E' stata una grande prova che dimostra
la capacità dei militanti di Rifondazione
Comunista e la forza e la capillarità della sua
organizzazione. Una grande prova che è il
trampolino di lancio per gli appuntamenti del
prossimo autunno, a cominciare dalla
manifestazione nazionale del 28 settembre, allo
sciopero generale della CGIL, alle altre
manifestazioni che si intrecceranno a queste sui
temi caldi della giustizia.
Oggi abbiamo fatto
un grande balzo verso quegli appuntamenti
decisivi. Per questo un grande e sincero grazie a
tutte le militanti e i militanti del partito che
sono stati i protagonisti di questo impegno.