La Costituzione e le vicende politico-istituzionali italiane dal 1946 al 1994

1.3. L’Assemblea Costituente

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Gli esiti dell’elezione dei 556 componenti dell’Assemblea Costituente che, in rappresentanza del popolo, avrebbero elaborato la nuova Costituzione, furono per lo più favorevoli a quei partiti politici che avevano combattuto la dittatura e, in particolare nel corso della Resistenza, si erano riorganizzati assumendo un ruolo guida nella lotta armata contro il nazifascismo e nella transizione dallo Stato fascista al nuovo Stato.

Si trattava principalmente dei tre grandi partiti di massa che avrebbero caratterizzato anche la vita politica italiana nei decenni successivi all’entrata in vigore della Costituzione: la Democrazia Cristiana, che ebbe il 35,2% dei voti; il Partito Socialista di Unità Proletaria, con il 20,8%; il Partito Comunista italiano, con il 19%.

Ad essi si aggiunsero alcune formazioni minori tra le quali spiccavano: l’Unione Democratica Nazionale (i liberali), con il 6,8%; il Partito Repubblicano italiano, con il 4,4%; il Partito d’Azione, con 1’1,7%.

Infine, una modesta parte dell’elettorato italiano si espresse con un voto decisamente conservatore e rivolto al passato: il Fronte dell’Uomo Qualunque, che rappresentava un’ideologia di destra e retriva, ottenne il 5,3% dei voti; il Blocco Nazionale della libertà, che interpretava ancora i desideri dei nostalgici della Monarchia, conseguì il 2,8% dei suffragi.

I più alti e valorosi nomi della Resistenza italiana, accanto al fior fiore dei giuristi democratici dell’epoca e di una nuova classe politica che si stava formando, comparivano tra i Costituenti scelti dagli italiani.

Fra gli altri, i più noti furono, per la Democrazia Cristiana: Giulio Andreotti, Emilio Colombo, Alcide De Gasperi, Giuseppe Dossetti, Amintore Fanfani, Giovanni Gronchi, Giorgio La Pira, Giovanni Leone, Aldo Moro, Costantino Mortati, Mariano Rumor, Oscar Luigi Scalfaro, Mario Scelba, Antonio Segni, Emilio Paolo Taviani, Benigno Zaccagnini; per il Partito Socialista: Lelio Basso, Pietro Nenni, Sandro Pertini, Luigi Preti, Giuseppe Saragat, Ignazio Silone; per il Partito Comunista: Giorgio Amendola, Arrigo Boldrini, Giuseppe Di Vittorio, Nilde Iotti, Luigi Longo, Giancarlo Pajetta, Emilio Sereni, Umberto Terracini, Palmiro Togliatti; per il Partito Repubblicano: Ugo la Malfa e Ferruccio Parri; per i liberali: Benedetto Croce e Luigi Einaudi; per il Partito d’Azione: Piero Calamandrei, Riccardo Lombardi, Leo Valiani; per il Partito Sardo d’Azione: Emilio Lussu.

Il 25 giugno 1946 venne insediata l’Assemblea Costituente che, come già ricordato, come suo primo atto procedette alla nomina del Capo provvisorio dello Stato nella persona di Enrico De Nicola; dopo di che iniziarono i lavori di predisposizione del testo della nuova Costituzione. Una commissione composta da 75 membri rappresentativi di tutta l’Assemblea ricevette l’incarico di redigere un progetto che avrebbe dovuto servire da base per la successiva discussione.

Dopo circa sei mesi di attività, la "Commissione dei 75" presentò il suo lavoro all’Assemblea che nel corso di quasi tutto il 1947 discusse, integrò, modificò, articolo per articolo, quella prima proposta e, finalmente, il 22 dicembre dello stesso anno approvò a larghissima maggioranza il testo definitivo della Costituzione che successivamente venne promulgato dal Capo provvisorio dello Stato ed entrò in vigore il primo gennaio 1948.

Graziano Galassi
Vignola, 1 maggio 1996
www.grazianogalassi.it