Il voto amministrativo nei
Comuni del milanese

Li abbiamo fermati a Stalingrado

Nei trenta e passa Comuni del Milanese la destra non sfonda, anzi arretra e perde il suo Comune simbolo, Monza, la terza città della Lombardia, dove un anno fa la Casa delle Libertà incassò ben il 70% dei consensi.
Di converso il centro sinistra, alleato pressoché ovunque con Rifondazione, avanza e conquista proprio quel simbolo (conquistare il Municipio di Monza sarebbe come insediarsi nella Città del Vaticano, detto con tutto il rispetto).
Il nostro Partito, con qualche eccezione, con questo voto torna ad avvicinarsi ai dati del ’97 e, quindi, migliora di due punti sul risultato politico dell’anno scorso.
Il riscontro è in sé confortante, anche se il campione – solo una trentina di Comuni sui 189 della Provincia di Milano – è troppo articolato e troppo poco omogeneo per trarre una sintesi con qualche base di fondamento. Interessante sarebbe invece ritornare al come dai contendenti stessi, era visto il confronto solo qualche settimana fa. Erano sue i quesiti su cui allora si interrogavano partiti e coalizioni.

Il comportamento della Lega

Primo quesito: avrebbe retto la Lega, molto forte da queste parti, alla “stretta dell’orso” dell’alleanza soffocante con Berlusconi? Risposta del voto: la Lega ha retto alzando il tiro sulla cattiveria sociale e Berlusconi ha dovuto arretrare.

Il comportamento di DS, Margherita, Rifondazione

Secondo quesito: chi tra DS, Margherita, Rifondazione avrebbe tratto vantaggio, ammesso ci fosse un vantaggio da incassare, dalle lotte sindacali sull’art. 18, dai girotondi e dal movimento no-global. Risposta netta dal voto: hanno tratto vantaggio i DS, lieve vantaggio Rifondazione, svantaggio la Margherita.

Il "colpo gobbo" della Casa delle Libertà non è riuscito

Si andava pertanto a configurare, su questi quesiti pendenti, una competizione più “dentro” le alleanze opposte, che non “tra” le stesse. In realtà, da mesi e mesi, la Casa delle Libertà, stava preparando con cura il suo “colpo gobbo”: la conquista di Sesto San Giovanni, la Stalingrado del tempo delle lotte degli operai elettromeccanici e siderurgici, tuttora un simbolo, cui aveva posto l’assedio per farla diventare la Bologna del nord.
E, caduta Sesto, la destra avrebbe sfondato nella cintura rossa che tuttora resiste circondando la Milano di Albertini.
Questo il disegno predisposto in quel di Arcore. Ma Stalingrado non è caduta anzi, l’alleanza DS/Rifondazione lì ha stravinto. E “lor signori” hanno perso “Monza la bianca” (e Arcore).
Questo sì è il vero “colpo gobbo”! Interrogarci sul “come mai” è avvenuto è d’obbligo.

Le cause dell'insuccesso della Casa delle Libertà

La risposta si può comporre su due piani di ragionamento. Primo piano: a livello locale la Casa delle Libertà, non ha costruito un suo personale politico di qualità; essa vive tuttora dell’effetto alone di Berlusconi, ma quando il Cavaliere si fa da parte ed il suo gruppo è esposto direttamente al vento, esso perde i colpi, sbanda e si azzuffa. Clamoroso è proprio il caso di Monza dove la Lega si spacca in due in quanto una sua parte respinge e boicotta il candidato imposto dal centro romano.
Ma non sarebbe sufficiente la spiegazione solo su questo piano- i limiti, gli errori, e la rissosità dentro la Casa delle Libertà- senza la composizione dello stesso su un secondo livello di ragionamento, che affonda le radici nella opposta capacità di governo e di progetto dimostrate laddove, è il caso di Sesto (ma anche di Rho, Garbagnate, Pieve Emanuele e altrove), abbiamo saputo ricostruire un territorio ed un tessuto sociale devastati in profondità, da un decennale processo di deindustrializzazione. Ed i cittadini hanno capito.
E l’hanno capito anche a Monza, dove la “bagarre” nella destra si è accompagnata con la battaglia limpida delle sinistre contro un mostruoso ipermercato e contro le speculazioni di Paolo Berlusconi, fratello del Presidente del Consiglio. E ora le destre, scottate, frenano gli entusiasmi con cui finora sostenevano la Provincia della Brianza.
Due ultime considerazioni: solo in tre Comuni non è stato possibile, per noi, fare intese ma per la cocciutaggine del notabilato locale del centro sinistra.
Pur tuttavia, avendo fatto figurare anche in questi tre Comuni, il nostro sforzo per l’unità a sostegno di programmi di sinistra, ebbene, anche lì abbiamo raccolto consensi più o meno pari a quelli raccolti in Comuni ove si sono fatte intese (nel territorio su cui insiste la Federazione di Milano il consenso medio dato a Rifondazione con questo voto, per i Comuni sopra i 15.000 abitanti, è del 8,2%). 
Importante è, insomma, far capire chi siamo e cosa vogliamo.

Sta soffiando il vento del cambiamento?

La seconda considerazione è posta retoricamente: in questo voto è soffiato, o no, il vento del cambiamento? Direi di si, anche se il vento, già dicevano, ha sospinto in avanti i DS, ed a una velocità doppia rispetto alla nostra (pur confortante) ripresa. Taluni sostenevano che senza Genova non ci sarebbe stato lo sciopero generale sull’art. 18: sarà anche così, ma la ripresa di fiducia dei cittadini, quella perlomeno che si esprime con il voto, prende più slancio dalla lotta operaia che non, oggi, da altri fattori. Riflettiamoci. È il dato di fatto.

Da questo voto si può anche annunciare, come credibile per davvero, il prossimo obiettivo della primavera del 2004: la riconquista della Provincia di Milano, magari anticipandola a Brescia già l’anno prossimo. E la si può per davvero riconquistare, dopo avere conquistato la bianca Monza e riconfermato la rossa Sesto in cui il nostro compagno, Demetrio Morabito, è oggi il vicesindaco.

Bruno Casati
Consigliere alla Provincia di Milano per il PRC
Milano, 28 maggio 2002