Per il governo del Paese, 10 proposte a Romano Prodi e ai segretari dei partiti dell'Unione

“Cambiare si può”. Anche nel metodo.

Un percorso di reale partecipazione alle scelte

Cari amici e care amiche, dai quattro milioni di elettori che hanno partecipato alle primarie del 16 ottobre emerge una straordinaria domanda di partecipazione che non può esaurirsi in una delega plebiscitaria, ma deve essere valorizzata nella costruzione di percorsi realmente condivisi per la costruzione di un programma di cambiamento.

Con la Campagna "Cambiare si può" abbiamo avanzato dieci proposte concrete per il futuro governo del paese, a sostegno delle quali stiamo raccogliendo centinaia di migliaia di firme e promuoviamo decine di momenti di confronto nei territori. In queste iniziative ritroviamo il protagonismo sociale che ha animato, da Genova in poi, la scena di questi anni, nei quali milioni di cittadini hanno preso parte alla costruzione di un nuovo spazio pubblico in cui esercitare la democrazia e hanno scelto di agire per il cambiamento attraverso la mobilitazione sociale.

Queste energie, salutate da tutti con soddisfazione al loro emergere, non possono essere ignorate ora che si apre la fase elettorale e viene il momento delle scelte. Il protagonismo sociale espresso nelle piazze, in decine di vertenze territoriali e conflitti sociali, chiama la politica istituzionale ad un salto di qualità che superi la logica della delega per divenire costruzione partecipata di scelte collettive. E' il momento di mettere in campo un metodo nuovo, riconoscere nuove forme di rappresentanza non riconducibili esclusivamente al sistema dei partiti.

Sappiamo che sono stati istituiti tavoli di confronto sui diversi temi del programma per la prossima legislatura. Il coinvolgimento della società civile e dei movimenti in questo sforzo non può limitarsi a sporadiche audizioni di "consulenti", o alla convocazione di un'assemblea nazionale chiamata di fatto a ratificare decisioni prese altrove.

Chiediamo allora un percorso di reale partecipazione alle scelte.

Proponiamo che partiti, associazioni e movimenti sociali organizzino insieme centinaia di assemblee, libere e aperte, sui contenuti del programma, almeno una in ogni provincia o grande città del Paese.

Solo così chi si candida a governare potrà avvalersi di un reale canale di comunicazione con le migliori energie che si muovono nella società.

Solo così si potranno porre sin d'ora le condizioni perché anche in futuro il governo non sia - da una consultazione elettorale all'altra - mera gestione di un potere delegato, ma esercizio quotidiano di democrazia partecipata, riconoscimento reciproco di ruoli diversi e convergenti, anche quando il confronto si fa legittimo conflitto democratico, contrasto di interessi.

Solo così la pratica della democrazia sarà terreno effettivo della costruzione del cambiamento. Diversamente, continuerà la separazione tra politica e cittadini, frutto amaro della società liberista dell'oppressione del mercato e della solitudine degli individui in competizione fra loro.

Non basta l'alternanza al governo, serve un'alternativa di società. E' del tutto possibile costruirla dal basso, a partire dalla mobilitazione autonoma dei cittadini e dai conflitti sociali, con la consapevolezza che la dialettica e il confronto sono il motore della democrazia, che i movimenti sono una cartina di tornasole della vivacità di ogni società.

Anche per questo ci siamo impegnati a mantenere anche nel futuro - e al di là delle specifiche collocazioni politiche - il nostro impegno di stimolo e di confronto permanente con l'azione di governo a tutti i livelli, in un rapporto di pari dignità fra lo spazio delle rappresentanze civili e sociali e il campo della rappresentanza politica.

Tale rapporto è per noi fondamentale per il rinnovamento della politica e dunque dell'azione di governo.

Contando sulla vostra attenzione

Paolo Beni (presidente nazionale Arci);
Luigi Ciotti (presidente Libera e Gruppo Abele);
Gianni Rinaldini (segretario generale Fiom);
Flavio Lotti (coordinatore Tavola della Pace);
Paolo Nerozzi (segretario nazionale Cgil);
Giampiero Rasimelli (portavoce Forum del Terzo Settore);
Carlo Podda (segretario generale Funzione Pubblica Cgil);
Giulio Marcon (presidente Lunaria);
Lisa Clark (Beati i costruttori di pace);
Ugo Biggeri (presidente Fondazione culturale responsabilità etica);
Enrico Panini (segretario generale Federazione Lavoratori Conoscenza Cgil);
Tonio Dall'Olio (Pax Christi);
Heidi Giuliani, Giuliano Giuliani, Marco Bersani (Attac);
Rita Borsellino (presidente onoraria di Libera);
Sergio Lo Giudice (presidente nazionale Arci Gay);
Maurizio Gubbiotti (coordinatore segreteria nazionale Legambiente);
Giovanni Palombarini (magistrato);
Fabio Alberti (presidente Un Ponte per …);
Riccardo Petrella (Comitato internazionale per il Contratto mondiale dell'acqua);
Guido Lutrario (Action);
Paolo Sabatini (coordinatore nazionale SinCobas);
Raffaele Salinari (presidente Terre des Hommes);
Sabina Siniscalchi (direttrice Fondazione culturale responsabilità etica);
Luigi Marini (magistrato);
Vincenzo Siniscalchi (presidente Sult Alitalia);
Luciana Castellina (giornalista);
Cristina Gramolini (presidente Arci Lesbica);
Davide Imola (segretario nazionale Nidil Cgil);
Giuseppe Beccia (coordinatore Uds);
Albino Bizzotto (Beati i costruttori di pace);
Gianfranco Benzi (Cgil nazionale);
Giorgio Cremaschi (segretario nazionale Fiom);
Franco Russo (Forum per la democrazia costituzionale europea);
Daniele Borghi (presidente ICS);
Vittorio Lovera (Comitato italiano Tobin tax europea);
Pancho Pardi (docente universitario);
Sergio Segio (rapporto sui Diritti Globali);
Raffaella Bolini (presidenza nazionale Arci);
Pierluigi Sullo (direttore di Carta);
Lidia Menapace (portavoce Convenzione Donne contro la guerra);
Alessandro Genovesi (Cgil nazionale);
Marco Berlinguer (Transform Italia);
Bruno Ciccaglione (SinCobas);
Massimo Serafini (segreteria nazionale Legambiente);
Daniele Giordano (coordinatore nazionale Udu);
Piero Maestri (Tavolo Bastaguerra);
Alberto Zoratti (Roba dell'Altro Mondo);
Domenico Jervolino (docente universitario direttore rivista Alternative);
Stefano Anastasia (Centro Riforma dello Stato);
Alessandra Mecozzi (Fiom nazionale);
Anubi Lussurgiu D'Avossa (Action);
Patrizio Gonnella (presidente ass. Antigone);
Ciro Pesacane (Forum Ambientalista);
Tommaso Fattori (Forum dei movimenti per l'acqua);
Aldo Garzia (direttore Aprile);
Grazia Bellini (coordinatrice Tavola della Pace);
Sandro Morelli (direttore rivista Quale Stato);
Domenico Pantaleo (segretario generale Cgil Puglia);
Sergio Bellucci (Associazione Demote);
Nicola Tranfaglia (docente universitario (presidenza associazione Aprile);
Raffaella Chiodo (campagna Sdebitarsi);
Gianfranco Landi (Un Ponte per …);
Filippo Miraglia (resp. immigrazione Arci);
Monica Di Sisto (cooperativa Fair)

Paolo Beni, primo firmatario
Roma, 18 novembre 2005
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