Elezioni politiche 2006. Rifondazione, «esterno» il 20 per cento dei candidati

Rifondazione presenta le liste: Haidi, Vladimir, Alì, e poi la tuta blu, la femminista, il disobbediente. Gianni Confalonieri candidato al Senato per la Brianza

Le liste per la Camera e per il Senato cominciano a disegnare il nuovo soggetto politico per l'alternativa di sinistra

Lo stanno costruendo, il percorso sarà lungo, e finirà molto, molto dopo le elezioni di aprile. Ma intanto il nuovo soggetto della sinistra alternativa, la «sezione italiana» della Sinistra europea, comincia a delinearsi. A cominciare dalle liste di Rifondazione per la Camera e per il Senato. Tanto che gli «esterni» al partito saranno addirittura il venti per cento. «Un dato rilevante», dirà Fausto Bertinotti, entrando ieri nella sala della direzione, poco prima che inizi la riunione dedicata alle liste elettorali (che saranno ratificate stamane dal comitato politico nazionale). «E' un passo importante - dirà il segretario - perché quei rappresentanti testimoniano del filo che abbiamo tessuto con i movimenti per la costruzione della sinistra di alternativa».

Gli «esterni», dunque. «A testimonianza dell'apertura di Rifondazione a tutti i conflitti che hanno caratterizzato questi ultimi anni». Ma assieme alla rappresentanza dei «movimenti», delle forze sociali, il Prc ha dovuto tener conto di altri criteri guida. Quelli che ha illustrato Ciccio Ferrara, della segreteria, nella sua relazione. E i criteri sono stati soprattutto tre. |Il primo: la conferma dell'attuale gruppo parlamentare (con l'eccezione di Giuliano Pisapìa, che ha chiesto e ottenuto di poter svolgere un altro ruolo e anche con l'eccezione di Gigi Malabarba, capogruppo al Senato che sarà comunque il capolista per il Senato in Liguria ma, come spieghiamo più avanti, si dimetterà per lasciare il posto ad Haidi Guliani). Secondo: la rappresentanza territoriale, terzo: il rispetto della decisione che assegna alle donne almeno il quaranta per cento delle liste. Meglio dire: che assegnava. Perché in realtà, la percentuale delle donne più bassa. Non di molto ma più bassa. Sintomo di «retaggi duri a morire», per dirla ancora con la relazione di Ferrara e con le parole - durissime - di Elettra Deiana.

Alla fine, comunque, gli elenchi sono venuti fuori. Mettendo nel conto anche la solita «dose di nervosismo» che accompagna il varo delle candidature in tutti i partiti, Rifondazione compresa. Si sta parlando, ovviamente, delle «teste di lista», dei nomi che compariranno all'inizio delle schede. Dei nomi insomma che alla fine dovrebbero risultare eletti.

Si è proceduto così: la base è stata fornita dal voto delle ultime regionali (voto per altro non particolarmente brillante per il Prc) e delle europee, per quelle zone del paese dove non si è votato ad aprile. Sulla base di quei numeri, è stato calcolato che il gruppo di Rifondazione potrà contare, quasi sicuramente, su almeno una sessantina di parlamentari, quaranta alla Camera, venti al Senato.

Chi saranno? Detto che il segretario sarà capolista in tutte le circoscrizioni, ma opterà per il collegio «Piemonte 1», detto che il capogruppo, Giordano, sarà candidato in Toscana, le novità più rilevanti vengono appunto dagli «esterni». Prima fra tutte, Haidi Giuliani, la madre di Carlo, assassinato nei tragici giorni del G8 a Genova.

Lei sarà candidata nel collegio senatoriale della Liguria. Sarà la numero due, perché capolista, come detto, sarà l'attuale capogruppo di Rifondazione a Palazzo Madama, Gigi Malabarba. Ma la candidatura di quest'ultimo è solo una sorta di «favore», se così si può dire, che l'esponente di Rifondazione farà ad Haidi. Vediamo di spiegarci meglio: Malabarba ha detto e ridetto di considerare esaurita la sua esperienza di senatore. Haidi Giuliani, dal canto suo - che con Malabarba ha costruito un rapporto politico «assai intenso» nella denuncia sugli abusi di Genova - ha accettato la proposta di candidatura, a patto che l'attuale capogruppo in qualche «modo l'accompagni». Almeno all'inizio della sua nuova avventura. E allora, s'è deciso che Malabarba si ricandidi ma lascerà l'incarico un mese dopo la sua elezione.

Una soluzione sicuramente atipica ma accettata da tutti. Nessuno ha avuto nulla da ridire. E ancora, altri «esterni». A Roma ci sarà Wladimir Luxuria. E sulla sua candidatura Bertinotti ha speso qualche parola in più, conversando con i giornalisti. Per dire che il suo nome nelle liste è «la testimonianza dell'impegno per una una battaglia politico-culturale che proprio Luxuria ci ha aiutato a capire». Sarà la testimonianza di un impegno di |Rifondazione attorno «a temi che forse il partito ancora poco conosce».

E poi, ancora, ci sarà Daniele Farina del Leoncavallo a Milano, e Francesco Caruso, leader dei «no global» a Napoli (a proposito del quale: «Europa», l'organo della Margherita, già lo attaccava prima ancora che si conoscesse la lista definitiva).

Di più: il candidato per la Camera al collegio «Lombardia 2». Il nome nella casella ancora non c'è, ma si sa che sarà un dirigente della Fiom. Un'agenzia (l'Agenzia Italia) in un dispaccio anticipa che quasi sarà Zipponi, storico dirigente dei metalmeccanici di Brescia. Ma più che il nome conta come si è arrivati a questa candidatura: in un rapporto stretto con l'organizzazione sindacale. Ed è la prima volta che questo accade.

E ancora, in lista ci sarà il numero due dell'Olp in Italia, Alì Rashid, ci sarà la vice presidente della Banca etica, la Siniscalchi, ci saranno due esponenbti del movimento femminista: Maria Luisa Boccia e Lidia Menapace. Infine, ci saranno Folena, Falomi e Martone. Il primo già alla Camera, gli altri già al Senato, da tempo hanno un rapporto con Rifondazione e sono impegnati, fin dall'inizio, nella costruzione della Sinistra europea.

Fin qui, gli «esterni». Che comunque, per dirla con Graziella Mascia, avrebbero potuto essere anche di più, vista la quantità - e la qualità - delle adesioni, collettive e individuali, al nuovo soggetto politico.

Ci saranno poi i rappresentanti delle minoranze. A cominciare dai loro leader: Grassi (al Senato), Burgio (Camera, Lombardia 3), Salvatore Cannavò (Camera, Lazio 1), Ferrando (Senato, Abruzzo). Va detto, comunque, che la presenza delle minoranze nelle liste è stata giudicata ancora insufficiente.

Soprattutto da Claudio Grassi, esponente di «Essere comunisti», la seconda mozione congressuale per numero di voti. Claudio Grassi ha accusato, con toni assai aspri, la maggioranza di aver «messo in un angolo» il dissenso. E ha descritto il Prc come uno dei partiti «tra i più chiusi in Italia». «In lista si dà complessivamente uno spazio del 15% a minoranze che hanno un consenso reale pari al 41%», ha detto. Da qui, la scelta di votare no ieri in direzione.

Le altre minoranze si sono invece astenute. Franco Grisolia, per «Progetto comunista», nel suo intervento ha sì ribadito le critiche già espresse ai criteri per la formazione delle liste (ha contestato soprattutto la scelta di confermare in blocco l'intero gruppo parlamentare uscente) ma ha anche riconosciuto che per la prima volta viene dato spazio all'opposizione interno, a quella che ha definito l'opposizione «marxista rivoluzionaria». Scelta che si è concretizzata con la candidatura di Marco Ferrando, espressione della stragrande maggioranza dell'area.

Il portavoce di «Sinistra critica», Salvatore Cannavò, ha apprezzato «la scelta di fondo sui criteri». Quello che proprio non gli è piaciuta, invece, è stata la scelta di candidare Bertinotti capolista in tutte le circoscrizioni. A Cannavò non è piaciuta perché la considera «una resa al leaderismo».

Ma Bertinotti capolista non piace neanche ad Alfonso Gianni, deputato confermato. Il suo ragionamento è questo: se, come potrebbe accadere, Bertinotti diventasse presidente della Camera, «il partito si troverà davanti il compito di scegliere il nuovo segretario non tra due anni ma tra 92 giorni. E sarebbe stato meglio mostrare all'esterno la ricchezza e la complessità del nostro gruppo dirigente».


I probabili eletti alla Camera e al Senato

Il segretario Bertinotti sarà capolista in tutte le circoscrizioni. Questi sono i parlamentari che Rifondazione conta di eleggere sulla base dei risultati delle regionali. Gianni Confalonieri candidato al Senato per la Brianza

Camera Bertinotti (Piemonte 1), Provera (Piemonte 1), Ferrero (Piemonte 2), Mascia (Lombardia 1), Rocchi (Lombardia 1), Farina (Lombardia 1), Gianni (Lombardia 2), un esponente Fiom (Lombardia 2), Locatelli (Lombardia 2), Burgio (Lombardia 3), Sentinelli (Veneto 1), P. Cacciari (Veneto 2), Siniscalchi (Friuli VG), Mantovani (Liguria), Ferrara (Emilia R.), De Simone (Emilia R.), Mungo (Emilia R.), Giordano (Toscana), Frias (Toscana), Ricci (Toscana), A. Ricci (Marche), Alì Rashid (Umbria), Luxuria (Lazio 1), Cannavò (Lazio 1), Perugia (Lazio 1), Deiana (Lazio 2), Acerbo (Abruzzo), De Cristofaro (Campania 1), Pegolo (Campania 1), Migliore (Campania 2), Folena (Puglia), Russo (Puglia), Duranti (Puglia), Caruso (Calabria), Falomi (Calabria), Dioguardi (Sicilia 1), Forgione (Sicilia 2), una candidata ancora da definire (Sicilia 2), Cogodi (Sardegna), Pillai (Sardegna).

Senato Alfonzi, Turigliatto (Piemonte), Boccia, Capelli, Confalonieri, Molinari (Lombardia), Valpiana (Veneto) Menapace (Friuli VG), Malabarba/Haidi Giuliani (Liguria), Grassi (Emilia R.), Caprili (Toscana), Zuccherini (Umbria), Emprin (Marche), Rina Gagliardi, Bonadonna (Lazio), Ferrando (Abruzzo), Sodano, Tecce (Campania), Nardini, Campese (Puglia), Giannini (Calabria), Russo Spena (Sicilia), Martone (Sardegna).

Stefano Bocconetti
Roma, 21 gennaio 2006
da "Liberazione"