Primarie dell'Unione per le elezioni Amministrative di Milano

Milano, prove generali di sinistra alternativa. «Il nostro ruolo ora è portare risorse, innovazione per il cambiamento»

Intervista a Augusto Rocchi, segretario provinciale milanese di Rifondazione comunista

Augusto Rocchi, segretario provinciale di Rifondazione, eredita dalle primarie un risultato ottimo del candidato sostenuto dal Prc, ma la vittoria all'Ulivo e adesso che fare?

L'affermazione di Bruno Ferrante è netta, quella di Dario Fo estremamente significativa e dimostra ancora una volta che c'è un'area di sinistra alternativa che si è coagulata in tantissime iniziative in questi anni, a partire dai movimenti e non da ultima col voto a Bertinotti nelle primarie nazionali, e che rappresenta almeno il 12% della città. Un'area con un peso e un ruolo determinate per battere il centrodestra alle comunali. Non lo dice solo la matematica. Abbiamo ottenuto questo risultato grazie al lavoro straordinario di Dario Fo, al ruolo che ha saputo interpretare e alla sua capacità di rappresentare valori, idee e proposte di un'area vasta, ma dobbiamo anche ringraziare i tanti che con Rifondazione in questi anni hanno portato avanti questa voglia di cambiamento.

E quindi che facciamo da eterni secondi dell'Unione?

Credo che Ferrante sul piano della costruzione programmatica dovrà essere in grado di fare sintesi delle idee e del riconoscimento indispensabile per questa area. Altrimenti non c'è alternativa. Il problema non è quello dei posti, chiediamo un riconoscimento politico; siamo l'unica forza a non aver appoggiato la sua candidatura e mi sembra chiaro che senza un ruolo visibile e chiaro nel programma e nella squadra non si vince.

Non sembra però pensare la stessa cosa Dario Fo che ha detto che i "suoi" voti sono disponibili a un accordo con i Ds (e quindi con Ferrante) solo davanti a un notaio.

Per carità sarebbe sbagliato tradire il voto di questo popolo se non ci fossero segnali del cambiamento, ma allo stesso modo credo sia un errore pensare che il voto sia proprietà di qualcuno: non lo pensa Rifondazione speriamo non lo pensi nemmeno Dario Fo. L'investimento comune è la costruzione di una sinistra alternativa e per realizzarla ribadiamo la nostra disponibilità: la lista di Rifondazione è aperta a tutte queste istanze e rinnoviamo l'invito a Dario Fo a capeggiare da indipendente la lista del nostro partito, continuando la battaglia per battere la destra e diventando stimolo per costruire la qualità delle proposte di cui ha bisogno l'Unione. Il voto delle primarie chiede unità e riterrei un tradimento del voto tornare a frammentazioni e divisioni. Il nostro ruolo ora è portare risorse, innovazione per il cambiamento.

Anche perché il popolo di queste primarie non è fatto di maggiorenti o truppe cammellate, ma di cittadini.

Questa città ha dimostrato di fregarsene delle alchimie tra candidati moderati o radicali, vuole risposte alternative alla condizioni di vita, sulla sicurezza sociale, sulle prospettive del lavoro, sui servizi sociali e più di tutto sulla qualità del vivere e dell'ambiente. Tutti i candidati alle primarie hanno scoperto la domanda di cambiamento radicale nella vivibilità che chiede il popolo dell'Unione e su questo l'alternativa è secca. Su trasporto pubblico, traffico e inquinamento è ormai evidente a tutti: o si inverte rotta o non si riuscirà a cambiare nulla. Così sui beni comuni, sullo stop alle privatizzazioni, sui servizi sociali. Milano, il cuore dello sviluppo alto del sistema paese per molti decenni, non offre più certezza, autonomia e sicurezza sociale attraverso il lavoro, lo sanno tutti. Questa è la radicalità delle domande che ci consegnano le primarie, adesso tocca alle risposte, sapendo che le decisioni non possono più essere assunte senza il parere dei cittadini e la partecipazione deve diventare lo strumento principale di governo di questa città.

Scheda

Oltre 80mila elettori ed elettrici, con le gimcane per la neve sui marciapiedi ed un responso che più annunciato di così non si poteva. La città sogna i candidati insieme in giunta

Alla fine tutti contenti. Oltre 80mila elettori ed elettrici, con le gimcane per la neve sui marciapiedi, ed un responso che più annunciato di così non si poteva. Contenti i cittadini, quelli che hanno partecipato, contenti i partiti che riconfermano la loro «centralità» nella novità di investitura popolare del leader dell'Unione anche a Milano. Sarà Bruno Ferrante (con un sonoro 68%) a sfidare Letizia Moratti il prossimo maggio per strappare la città a 15 anni di Lega prima e partito azienda poi e ridare voce al protagonismo delle sinistre, le tante che si sono confrontate in queste primarie. Quella riformista che l'ex-prefetto intende interpretare in prima persona con una sua lista civica, quella dei Ds alla riscossa della città che gli ha dato più delusioni da «mani pulite» in poi, quella radicale e alternativa che con Fo raccoglie un ottimo 23%, quella verde e ambientalista che va ben oltre il 6% di Milly Moratti avendo contaminato tutti i candidati e programmi (vera vincitrice su traffico e vivibilità) e quella dei manager come Davide Corritore che raccoglie un piccolo 3% ma ha dimostrato l'esistenza di «tecnici» che si buttano in politica senza infingimenti e spalle coperte da accordi con i partiti che dovrebbero incalzare. Complimenti a tutti e tutte.

Ma adesso bisogna rimboccarsi le maniche, perché Letizia Moratti non è avversaria da sottovalutare, non solo per una campagna sontuosa in pubblicità e televisioni, ma perché il centrodestra non è finito e a Milano non vive di sola luce riflessa del Cavaliere da dismettere. Letizia Moratti rappresenta qualcosa di più e potenzialmente pericoloso, abbastanza da condizionare anche un eventuale governo dell'Unione. Sarà per questo forse, che dopo una reazione a caldo molto dura - «i miei voti sono pesantissimi, ingovernabili, non sono a disposizione di nessun partito, se li vogliono andiamo davanti a un notaio» - Dario Fo ha smorzato le polemiche con il candidato sindaco: «Alla fine voterò per Bruno Ferrante perché deve vincere la sinistra. Non se ne può più della destra, e di questa milanese in particolare. Però è chiaro che lotterò fino in fondo perché le persone che hanno votato per me possano contare e continuare a far sentire la loro voce».

BRUNO FERRANTE SARA' IL CANDIDATO DELL'UNIONE A SINDACO DI MILANO

Bruno Ferrante Dario Fo Milly Moratti Davide Corritore
Bruno Ferrante Dario Fo Milly Moratti Davide Corritore
Voti ottenuti / percentuale (totale votanti: 82.496, Bianche e Nulle: 121):
55.890 / 67,75% 19.020 / 23,05% 4.760 / 5,77% 2705 / 3,28%
Principali sostenitori:
DS e Margherita PRC Verdi Milano partecipa

E lui, il vincitore, cosa dice? Grande soddisfazione e un po' di sorrisi rispetto a una fama da serioso, con una promessa: «Da Milano parte una nuova stagione politica, la stagione del cambiamento, perché i cittadini vogliono essere protagonisti della politica, vogliono far sentire la loro voce e non dipendere da una giunta dirigista e aziendalista». Il primo punto nell'agenda: coesione sociale. A partire da un programma e una coalizione per cui c'è molto bisogno di un «mediatore» di buon senso. Nei microfoni e nella lunga diretta che RadioPopolare ha regalato ai milanesi il gioco più ricorrente degli ascoltatori era: Ferrante sindaco, Fo alla cultura, Moratti (Milly) all'ambiente e Corritore al bilancio. Così sognano i fan delle primarie.

Claudio Jampaglia
Milano, 31 gennaio 2006
da "Liberazione"