Elezioni Politiche 2006

L’Unione vincerà le elezioni, la vera sfida inizia martedì

La sfida è quella di riuscire a infrangere la legge del pendolo, per la quale la sinistra vince sull’onda del malcontento per le politiche delle destre, ma poi, per così dire, si accuccia sulle gambe del liberismo e non riesce a rispondere alle domande della società.

Non c’è da essere molto preoccupati per il risultato elettorale di domenica e lunedì prossimi. Le possibilità che il centrodestra ribalti un risultato annunciato, infatti, sono sostanzialmente nulle. E’ un segnale il nervosismo di Berlusconi che, se la campagna elettorale non finisse oggi, arriverebbe con tutta probabilità a proporre l’abolizione di tutte le tasse esistenti.

Lo dice, soprattutto, il clima che si respira nella «vera» campagna elettorale, quella fatta per le strade, le piazze, i mercati, nei porta a porta reali e non televisivi. La «gente», per meglio dire il «popolo», sa benissimo cosa ha dovuto sopportare in questi anni e guarda con fiducia al centrosinistra. Chiede a noi cosa faremo, se riusciremo a stare uniti, se tireremo fuori l’Italia dalla crisi sociale ed economica, se i giovani potranno contare su un lavoro decente per stipendio e garanzie, se le pensioni ci saranno ancora o no.
Lo diciamo perché tante compagne e compagni, tanta gente comune, è in queste ore alla spasmodica ricerca di conferme.

L’uscita sull’Ici avrà avuto qualche effetto?

L’odio riversato a piene mani in questa competizione ricombatterà gli elettori del centrodestra?

Basterà questo a far vincere Berlusconi?

Queste le domande che circolano nel popolo del centrosinistra.

La risposta è evidentemente no, non basta. Chi ha perso credibilità in questi 5 anni in modo tanto evidente non può sperare di riconquistarla in pochi giorni.

Certo, una campagna elettorale condotta nel disprezzo di ogni regola e all’insegna dell’insulto continuo ha forse la possibilità di convincere una parte di elettori del centrodestra a concedere il proprio voto ancora una volta. Ma anche questo non basta. Il paese ha sfiducia verso l’attuale maggioranza in parlamento che, da tempo, non è più maggioranza nel paese. Per la prima volta in 12 anni, il centrosinistra vincerà non per le divisioni dell’avversario né per un meccanismo di voto disgiunto tra proporzionale e maggioritario.

Vincerà con chiarezza perché sarà maggioranza nel paese, senza se e senza ma. Ci apprestiamo a leggere un risultato che sarà il massimo storico raggiunto da questa coalizione. Sarà bene ricordarlo, a partire da martedì, quando l’Unione sarà chiamata a governare il paese. Questa sarà la sfida vera. Quella decisiva per le sorti del centrosinistra. La sfida è quella di riuscire a infrangere la legge del pendolo, per la quale la sinistra vince sull’onda del malcontento per le politiche delle destre, ma poi, per così dire, si accuccia sulle gambe del liberismo e non riesce a rispondere alle domande della società. E’ accaduto in Germania, in Francia, in Italia tra il ‘98 e il 2001. L’appuntamento della costruzione di una nuova soggettività politica, la Sinistra europea in Italia, è il tentativo di dare una risposta alla necessità di rompere questa legge.

La necessità, cioè, di dare all’Italia una sinistra capace di mantenere la sua radicalità anche nella fase del governo. Una parte della sinistra sembra aver rinunciato a questo obiettivo. Noi speriamo ancora che gli eventi possano prendere una strada diversa, che non si arrivi al partito democratico.

Ma questo potrà accadere solo se qualcuno sarà abbastanza forte da mantenere aperta una prospettiva a sinistra.

Oggi è finalmente l’ultimo giorno di una delle campagne elettorali più strane della storia repubblicana. Una campagna che, molto più di quelle precedenti, ha visto il presidente del consiglio in carica utilizzare ogni mezzo contro gli avversari. Emblematica la vicenda degli osservatori internazionali che, secondo Berlusconi, verrebbero a controllare eventuali brogli della sinistra. Una affermazione ridicola. Come è ovvio chi ha il potere di artefare il risultato elettorale è il governo, non l’opposizione.

In realtà tutta la campagna elettorale è stata giocata su questo tono, accusando gli avversari dei propri comportamenti: l’uso politico della giustizia, di cui Berlusconi si è servito andando dalla magistratura a denunciare l’opposizione; le tasse, accusando l’Unione di cose che non ha mai proposto e contemporaneamente affermando che il centrosinistra mistifica e distorce le affermazioni del premier; infine lo sdoganamento dell’insulto e della parolaccia contro l’avversario che viene accusato di insultare e odiare Berlusconi. Per fortuna oggi lo strazio è finito. Rimane il rammarico di non aver potuto parlare abbastanza dei problemi del paese.

Questo è stato possibile grazie al controllo sui media, in particolare quello televisivo, esercitato da Berlusconi. Una seria legge sul conflitto di interessi è necessaria per un atto di sanità politica. Per poter tornare a parlare, anche in tv e non solo nelle piazze, dei problemi dell’Italia e non di quelli di Berlusconi.

Pietro Folena
Roma, 7 aprile 2006
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