Verso le elezioni provinciali del 6/7 giugno 2009

MONZA E BRIANZA: UNA PROVINCIA ON DEMOCRAZIA, DIRITTI E PARTECIPAZIONE

Programma del Partito della Rifondazione Comunista Federazione della Brianza

PRC

PREMESSA

La nascita della nuova Provincia di Monza e Brianza cade in un momento molto delicato della vita di milioni di persone causa della grave crisi globale che colpisce anche le lavoratrici e i lavoratori brianzoli. Dunque le proposte e le idee per una provincia con “democrazia e diritti” tengono conto in primo luogo della situazione che vivono le famiglie, l’attacco virulento alla loro stabilità economica, portato dal governo e dalla confindustria che intendono scaricare i costi sui lavoratori ed in primo luogo quelli precari, perché facilmente licenziabili. Inoltre la gravità della situazione è segnata anche dal simultaneo attacco al popolo dei migranti, alla CGIL, alla scuola pubblica e alla Costituzione nata dalla Resistenza. Un combinato che tende ad ingenerare una “guerra fra poveri”, restringere la democrazia nel suo complesso e gettare le basi per un sistema più autoritario. Per tanto la Provincia che vogliamo dovrà essere l’Istituzione che dovrà dare una risposta alla grave questione del lavoro, che insieme alla mobilità, alla scuola e all’ambiente vede svilupparsi le proprie competenze. Dunque una Provincia utile, vicina al Popolo Brianzolo, che interviene pesantemente nell’economia brianzola. Vanno sostenute le famiglie facendo sì che le tariffe dei servizi dall’acqua, ai rifiuti, gas ed energia elettrica, ai trasporti siano ridotte e che la provincia si doti di un osservatorio sui prezzi per giungere a vere e proprie convenzioni di area sui prezzi dei generi di prima necessità. Ma in primo luogo si deve intervenire per il mantenimento del posto di lavoro di chi ce l’ha e con un piano industriale d’area per dare prospettive a giovani e precari. Siamo per il lavoro stabile e sicuro. Per questo si deve intervenire sulle imprese per il rispetto degli accordi contrattuali con le OOSS in difesa dell’occupazione, per sostenerle nell’accesso al credito, nella commercializzazione del prodotto e l’internazionalizzazione del sistema Brianza. In Brianza è anche maturo il mercato delle micro imprese, spesso a conduzione individuale, che sono le prime a saltare quando la grande impresa ferma la produzione. Anche in questo campo il sistema creditizio deve svolgere un ruolo di sostegno e non di ostacolo come invece sta accadendo. Il sistema generale delle imprese e del commercio deve essere sostenuto anche per impedire che imprenditori, commercianti e liberi professionisti si rivolgano al mercato nero dei finanziamenti, agli usurai, compromettendo la stabilità della propria attività e aiutando l’espansione dei capitali illegali nell’economia legale nelle mani delle mafie. Con questa generalità di provvedimenti, con questo atteggiamento positivo e utile, la nuova Provincia di Monza e Brianza potrà smentire nei fatti la giusta critica che spesso viene rivolta a queste istituzioni che sia per dimensione che per attività si dimostrano inutili. Crediamo che la Provincia di Monza e Brianza debba rimanere aperta a quei Comuni che, dopo la sua nascita, intendano farne parte oppure per motivi geografici e geopolitici non ne vogliano più parteciparvi, nel libero esercizio democratico e partecipativo degli Enti Locali. La crisi globale non risparmia nessuno e le politiche scellerate del governo spingono le persone e le famiglie a tentar di risolvere i problemi in piena solitudine; questa modalità non solo è inefficacie ma è la causa principale del razzismo dilagante e della rottura della solidarietà sociale. Solo con l’unità delle forze sane del lavoro e di una Provincia utile potremo far fronte al dramma della crisi globale e della recessione.

DEMOCRAZIA E PARTECIPAZIONE

I temi della democrazia e della partecipazione costituiscono per il governo della nuova provincia una nostra priorità. Intendiamo rilanciare la politica partecipata come luogo collettivo di elaborazione e confronto in contrapposizione alla crescente passivizzazione sociale e politica dei cittadini. E’ indispensabile la ricostruzione di una democrazia partecipativa, in questo senso il nostro obiettivo sarà quello di portare i conflitti sociali aperti nel territorio e di cimentarci in sperimentazioni innovative, guardando gli esempi esistenti in molti Comuni che hanno prodotto esperienze significative nelle forme e negli ambiti più diversi, per esempio: Statuti, Bilancio Partecipativo, Agenda 21 locali, Contratti di quartiere, Piani strategici Progetti urbanistici, Contratti di fiume e altre ancora. Su questi temi sono necessari i rapporti diretti con i soggetti sociali e la costruzione di un percorso che modifichi le istituzioni locali e le relazioni tra esse. Un percorso partecipativo legato anche a valorizzare e ridisegnare il patrimonio dei bisogni e dei diritti da concretizzare nell’ente locale.

LE NOSTRE PROPOSTE PER IL LAVORO

Siamo alla presenza di un quadro che cambia profilo dentro un’economia profondamente messa in crisi da un capitalismo straccione e da un governo infame: calano ordini e fatturato, aumentano le imprese di micro dimensioni, crescono licenziamenti e Cassa Integrazione Guadagni (CIG), si moltiplicano le imprese in difficoltà: l’IBM, la Candy, la Star, la Peg, la Borghi, Rhodia per citarne alcune. Crescono gli infortuni e le morti sul lavoro causate dalle strategie aziendali di esternalizzazare le manutenzioni, oppure ricorrere spesso al lavoratori in affitto; morti sul lavoro anche di lavoratori immigrati. Per questo la futura Provincia dovrà dotarsi di una task force per intervenire nei cantieri e nelle imprese per far rispettare la normativa sulla sicurezza; noi crediamo che in questi casi sia utile la cosiddetta “tolleranza zero”

Per i lavoratori la Provincia deve rappresentare un punto fermo nel mercato destrutturato dal liberismo dilagante. La Provincia del lavoro e per il lavoro è il nostro punto di approdo. Una Provincia attiva sul fronte delle politiche occupazionali e formative, con un ruolo progettuale, come in Francia e Germania fanno proprio gli enti locali. La Provincia di Monza e Brianza deve rilanciare la propria capacità di reggere la concorrenza con gli operatori privati, nell’intermediazione della manodopera. La nuova Provincia dovrà intensificare il ruolo del soggetto pubblico, in qualsiasi forma essa si manifesti. Va costruito sul territorio un “sistema integrato” delle politiche del lavoro, della formazione, dell’istruzione. Importante ruolo va riconosciuto ai Centri per l’Impiego. Un grande progetto del lavoro e della formazione per imprimere un carattere nuovo e forte alla Brianza del lavoro che cambia Va costruito il PIANO DEL LAVORO e della PIENA OCCUPAZIONE, in cui si comprima al massimo la precarizzazione. Lavoro di qualità, occupazione certa e di qualità, che vogliono formazione e salario di qualità. Crediamo inoltre che vada valorizzato e sostenuto il patrimonio delle micro imprese e per questo proponiamo che la Provincia si faccia promotore di una vera e propria Holding delle micro imprese al fine di permettere a questi lavoratori di non affrontare la crisi in totale solitudine aumentando solo il proprio grado di autosfruttamento , come spesso accade.

Rifondazione consapevole del ruolo strategico che svolge la Brianza a livello Lombardo sta già lavorando perché Malpensa sia uno snodo strategico per il sistema merci e che le infrastrutture necessarie al rilancio economico della zona non passi attraverso la devastazione del territorio come prevede la Regione Lombardia, ma si valorizzino e si ristrutturino le infrastrutture locali spesso abbandonate perché tagliate da politiche miopi, senza programmazione e poco lungimiranti. Incentivare il trasporto pubblico su gomma e su ferro aumentando le frequenze e con tariffe popolari per studenti e lavoratori, significa non solo meno traffico ma anche nuove opportunità di lavoro nel settore. Crediamo alla difesa dell’importante struttura industriale della Brianza vada affiancato un Piano del Lavoro che sappia innovare lo sviluppo puntando anche alla qualità e all’ambiente. Pensiamo che sia sul piano dell’energia, che della difesa del patrimonio ambientale dei parchi e dei fiumi, ma anche delle testimonianze artistiche si possano aprire di nuova e stabile occupazione. Un piano generale per l’istallazione dei pannelli solari su tutti gli edifici pubblici e autorizzare nuove edificazioni con condizioni eco compatibili significa dare lavoro; la difesa e il controllo del territorio dei parchi e dei fiumi della Brianza dalle discariche abusive, dall’edificazione selvaggia, possono essere opportunità di nuovo e stabile lavoro. L’arte, la cultura e il patrimonio monumentale brianzolo, se messi nella rete del turismo sostenibile possono divenire volani di nuova e stabile occupazione. Oggi la rete dell’assistenza sociale per la nostra popolazione anziana (quasi il 40% della popolazione totale brianzola) è lasciata nelle mani della pur lodevole opera del volontariato oppure alle Cooperative controllate dalla CdO (Compagnia delle Opere) che ne fa uso per il consenso al centrodestra; crediamo invece che si debba superare la logica pietistico-manipolatoria verso l’anziano per fare luogo al diritto all’assistenza domiciliare, alle cure e all’intrattenimento. Anche questo insieme di servizi alle persone può generare nuova e stabile e qualificata occupazione. Vanno anche adottate politiche di drastica riduzione delle rette nelle RSA aprendo con le famiglie un vero e proprio fronte di lotta nei confronti della regione Lombardia che è il soggetto competente in materia.

BENI COMUNI E SERVIZI, SOCIETÀ E PARTECIPAZIONI

Si potrebbe sintetizzare nel modo seguente il senso ed il ruolo che dovrebbero, secondo il PRC. svolgere le società di mano pubblica consorziate fra loro: la Brianza, smaltisce i rifiuti che produce; produce e/o commercializza l’energia che gli serve (Elettricità e Gas) ; depura le acque che mette negli acquedotti cittadini; muove, connette e trasferisce la mobilità in sinergia con le altre province limitrofe. In uno stato generale di globalizzazione dei mercati questo approccio appare velleitario e un po' autarchico. Se invece lo si legge sotto il profilo della domanda interna potenziale (400.000 potenziali clienti) la capacità di consorziare l’offerta di questi servizi al complesso degli utenti brianzoli vanno a costituirsi soggetti economici che possono tradurre il locale in globale locale da spendere sul piano globale regionale, nazionale ed europeo. Del resto già oggi le società partecipate forniscono livelli, di qualità, di quantità e di servizi ad alta densità di utenze. Dunque la propensione al consorzio, alla multiutility è una necessità per mettere al servizio degli utenti cittadini, delle famiglie e delle imprese brianzoli materie prime a costi contenuti in uno sviluppo compatibile. Per questo esprimiamo la più totale contrarietà a come è stato costruito il gruppo Gelsia e all’operazione di fusione fra Agam e Acsm di Como.  Per il PRC. una delle discriminanti nelle relazioni politiche con il resto delle forze politiche democratiche è che le società che dovranno gestire questa tipologia di servizi dovranno essere di mano pubblica. Dovremo essere in grado di interloquire Brianza e nei comuni affinché pezzi di municipalizzate regalate ai privati tornino sotto controllo pubblico.  Un segnale importante di inversione potrebbe essere l’ipotesi di far rinascere la CENTRALE DEL LATTE DI MONZA.

LA SCUOLA

Con forza Rifondazione si sta opponendo, insieme al grande movimento di Retescuole e dell’Onda, all’attuazione della riforma Gelmini. La Provincia può divenire un prezioso alleato per impedire la devastazione dell’importante patrimonio pubblico presente nel territorio fatto di personale sottopagato e demotivato e in infrastrutture spesso fatiscenti e insicure. Cosi la Provincia può nelle sue competenze:

La battaglia che stiamo conducendo si fonda su una convinzione: il diritto all’educazione è premessa per l’esercizio di tutti i diritti . Parlare di pace, di giustizia, di solidarietà, di difesa dell’ambiente e via dicendo non avrà senso se le nuove generazioni non avranno più gli strumenti per comprendere l’importanza di questi valori: e solo una scuola pubblica, laica, pluralista può essere veicolo di questi valori. Una scuola in cui non esistono gerarchie tra insegnanti, né tra le discipline, né tra gli alunni e le alunne.. Una scuola come luogo della cooperazione e non della competizione, che vuol dire l’esatto contrario della scuola azienda .

La scuola è un servizio alla persona, intesa nella sua globalità. Il futuro è un progetto di vita che non può e non deve essere funzionale solo al lavoro.  La nostra tende a valorizzare il concetto di Buona Scuola Pubblica come previsto dalla nostra Costituzione.

LA NOSTRA IDEA DI SICUREZZA SOCIALE

Per noi comuniste/i il concetto di sicurezza non rappresenta solo la lotta alla microcriminalità, o non solo a quella. Significa affrontare e risolvere i fattori di disagio sociale prodotti dai fenomeni di marginalizzazione provocati dalle politiche neoliberiste. È sulla premessa della comprensione ed eliminazione delle prevalenti cause che generano illegalità, pur nella consapevolezza che il liberismo è la causa prima, vive la diversità con la politica della destra, orientata esclusivamente alla repressione, strumento da sempre utilizzato per l'esercizio arbitrario del controllo sociale.

In questo contesto e nell'ambito della nuova disciplina sul decentramento va anzitutto evitato, contrariamente a quanto vorrebbe invece la destra, di considerare la Polizia Provinciale come un nuovo ed ulteriore strumento di controllo e di repressione e va  concepita, nel rispetto delle sue prerogative e per il suo stretto legame col territorio, come risorsa per la tutela dell'ambiente, della sicurezza del lavoro e della strada.

In concreto i punti che seguono rappresentano un efficace strumento di prevenzione e riduzione della criminalità:

Per sicurezza va inteso anche la lotta alla grande criminalità organizzata che ha fatto della Brianza terra di riciclaggio del denaro sporco. Denaro proveniente da attività illecite nazionali ma anche al livello internazionale. Dunque è necessario intensificare da un lato gli sforzi per il contrasto al crimine finanziario (si pensi che a Monza ci sono più conti correnti che residenti) ma va anche sviluppata una forte iniziativa di divulgazione in età scolare dell’etica della legalità. Per questo motivo il PRC. chiederà in tutte le sedi l’istituzione nella futura Provincia della Commissione Provinciale Antimafia.

LA CULTURA

Garantire il diritto alla cultura, anzi l’accesso stesso alla cultura per tutti i cittadini, è un elemento basilare di civiltà oggi assai più di ieri. Per noi sono un emergenza la cultura delle 3A: Antifascismo, Antirazzismo e Antimafia.

La Provincia, nel campo delle sue competenze in materia, può promuovere mostre, rassegne, concerti; censire beni; dare contributi ad enti ed associazioni. E’ un’attività abbastanza ampia e diversificata in un’offerta che spazia dalla diffusione di manifestazioni musicali, teatrali, cinematografiche, al recupero ed alla piena valorizzazione del patrimonio storico/artistico/architettonico del territorio.

La cultura dell’integrazione, della cittadinanza, della valorizzazione della ricchezza delle diversità. Naturalmente lavorare per l’intreccio delle culture vuole, per essere credibile, anche l’assunzione dell’obbiettivo del voto e della rappresentanza democratica dei cittadini migranti, i nuovi brianzoli appunto.

Lavorare sulla cultura vuol dire perciò operare sul collante tra soggetti sociali (strati e ceti diversi), la società della conoscenza e delle eccellenze, la società multietnica. E’ un lavoro di qualità quello che ci aspetta.

Particolare attenzione va rivolta ai piccoli, ai bambini cittadini di domani, con spazi, giochi, spettacoli decentrati nei paesi .

Una valorizzazione di ruolo va assegnato alla rete delle ville storiche largamente diffuso sul territorio della Brianza. Un ruolo non solo di rappresentanza istituzionale ma anche di luogo di cultura e di produzione di idee. A tal fine occorre individuare i siti ed i manufatti da recuperare, anche attraverso un’operazione di restauro filologico, da inserire nella pianificazione territoriale. Priorità assoluta sia il recupero della Villa Reale di Monza. Per questo qualunque soluzione gestionale dal consorzio, alla fondazione devono essere di mano pubblica e l’intera struttura deve avere fini pubblici, NO PROFIT, che sappiano valorizzare l’esistente, i giardini, Il Serrone, il roseto e la scuola d’Arte ISA-LAS di Monza. Il sistema delle biblioteche è da potenziare con più servizi, una rete di luoghi decentrati di lettura, di dibattito, di mostre, di conferenze e seminari. La biblioteca diffusa è la chiave del policentrismo culturale che insistiamo nel perseguire. E,’ anche nelle biblioteche, che si afferma la città della conoscenza e dell’accesso alla stessa. Infine, ma non meno importante, dovremo recuperare le radici culturali della Brianza partendo dalle esperienze dei Mestieri e dell’organizzazione dei Contadini ma anche valorizzando la gloriosa esperienza della Resistenza Partigiana per la quale sarà opportuno avere una biblioteca e un MUSEO PROVINCIALE DELLA RESISTENZA. Inoltre già molte città della Brianza si sono dotate di strumenti per diffondere la cultura della Pace; per questo motivo sarà importante costituire a livello provinciale la CASA DELLA PACE.

MOBILITÀ E TRASPORTI

I livelli di congestione del traffico e dell’inquinamento dell’aria sono fra i principali problemi del nostro territorio, al quale sono collegati problemi di ambiente, salute e sicurezza.

Le politiche di settore adottate negli ultimi decenni è stata pessima ed inefficace. La politica delle grandi e costose infrastrutture ha dimostrato tutta la propria inadeguatezza. In particolare, la filosofia di incrementare nuove strade per decongestionare le esistenti, ha aggravato la situazione invece di risolverla. Si sono “pianificate” nuove strade, autostrade e tangenziali. A Milano la Gronda Nord e la Gronda Sud, mentre in provincia le autostrade Pedemontana e BRE-BE-MI, la tangenziale est-esterna, la tangenziale ovest -esterna, il sistema di collegamenti con Malpensa ed il nuovo anello tangenziali esterne milanesi.

La pianificazione e la progettazione degli interventi infrastrutturali, oggi, dipendono esclusivamente dalle società che gestiscono le autostrade e le tangenziali e dalle imprese ad esse collegate. La pianificazione e la progettazione sono effettuate in termini di efficienza e di redditività economica in una logica di mercato, subordinando il ruolo ambientale e producendo consumo di suolo. In particolare i progetti delle tangenziali (Est-Sud ed Ovest) e della Pedemontana avrebbero un impatto ambientale e sociale devastante. In Brianza, la sola Pedemontana, se realizzata, attraverserebbe ben quattro Parchi nella attuale provincia di Milano (Parco dell’Adda, Parco del Molgora, Parco della Valle del Lambro e Parco delle Groane, tutte aree di particolare pregio ambientale e/o agricolo. Con questi progetti si ridisegnerà sostanzialmente lo sviluppo futuro del territorio, portando nuove urbanizzazioni e favorendo dinamiche speculative.

Noi proponiamo, al contrario, una mobilità sostenibile e rispettosa dell’ambiente e del territorio. Condividiamo la battaglia dei comitati e dei Sindaci del Vimercatese. Entrambi si battono per ricercare delle soluzioni alternative non autostradali e di minore impatto ambientale, territoriale, sociale ed economico.

È necessario riequilibrare l’attuale sistema modale dei trasporti. L’obiettivo prioritario della programmazione provinciale ed anche regionale, deve essere il riequilibrio dell’attuale situazione di mobilità pesantemente squilibrata a favore del trasporto privato su gomma, di persone e merci. Noi di Rifondazione Comunista riteniamo si debba invertire quest’ultimo dato.

Ribadiamo la necessità di una “cura del ferro”. Sono necessari interventi a favore del rilancio del sistema ferroviario regionale (SFR), del potenziamento dei servizi ferroviari per traffico passeggeri e merci, della riqualificazione, recupero e riutilizzo di linee ferroviarie sottoutilizzate, del potenziamento del trasporto pubblico su ferro, della realizzazione di prolungamenti linee tranviarie e metropolitane.

In alternativa alla grandi infrastrutture viarie, poiché non tutto può essere trasferito su ferro, e consapevoli della necessità d’integrazione tra i due sistemi (gomma/ ferro), riteniamo si debba procedere a:

definizione di una gerarchia di interventi in base ad una scala di priorità (la stessa definizione deve avvenire anche per il ferro)

BRIANZA IN RETE

Uno degli elementi che stanno segnando le fase attuale delle relazioni fra le persone sono il telefono, la televisione e il computer. Le famiglie sia per la telefonia fissa e cellulare, sia per la televisione e sia per il PC. pagano costi notevoli di canoni e di connessioni con in più costi di gestioni dei decoder e del cosiddetto digitale terrestre. Paghi quanto telefoni; paghi quanto vuoi vedere; paghi per ciattare; paghi i canoni relativi. Per la non eccessiva ampiezza della Provincia e il numero di abitanti la Brianza si presta a poter essere un territorio dove poter iniziare almeno per la telefonia e i PC a pagare solo le connessioni, togliendo gradualmente tutte le antenne della telefonia mobile per far posto alle microcelle che permettono (senza fili) le connessioni wireless per le quali oltre a non pagare più canone telefonico con un semplice cordless casalingo è possibile circolare nel raggio di circa 30 km da casa. Si possono cogliere da questa proposta, che in alcuni paesi europei si sta già sviluppando, gli elementi di ripulitura dell’ambiente dall’elettrosmog; di risparmio delle famiglie; di maggior democrazia partendo dal fatto che la rete connette, mette insieme, informa e relaziona dunque è intrinsecamente democratica. I comunisti brianzoli si fanno portatori di una proposta fortemente innovativa e che collocherebbe la Brianza ai primi posti in Europa come Area territoriale tecnologicamente avanzata in materia di comunicazione in tempo reale, di servizi online alle persone, di connessioni e di risparmio.

PIANIFICAZIONE DEL TERRITORIO

Il modello di sviluppo fortemente liberista e fondato sulla continua crescita perseguito dal centrodestra ha prodotto un continuo consumo del territorio I Piani lasciano il posto ai Progetti. L’interesse collettivo a quello privato. Il ruolo delle Province è sempre più marginale Va invece rilanciato e valorizzato lo strumento del PTCP che per noi continua ad essere di carattere programmatico e capace di innescare pratiche effettive di copianificazione e codecisione dal basso, dei Comuni e delle comunità. Il PTCP come occasione di riqualificazione territoriale e ambientale. Il PTCP come processo per la definizione di previsioni infrastrutturali, ambientali, insediative e non come sommatoria di proposte dal contenuto di tipo espansivo e di erosione del suolo. E’ arrivato il momento di introdurre politiche alternativa, tese al recupero e al risanamento. Individuiamo, oltre al problema delle infrastrutture e della mobilità (Vedi capitolo precedente), tre priorità di intervento per la futura Provincia di Monza e della Brianza: Il sistema ambientale: la struttura a rete e policentrica della Brianza va non solo confermata ma anche valorizzata dal punto di vista ambientale. Proponiamo a tal fine un rafforzamento del sistema ambientale, a partire dai Parchi (nelle diverse accezioni o forme istitutive che garantiscono all’area un fragile ma importantissimo equilibrio). Va costruita una forte relazione e connessione tra i diversi parchi, tra i parchi e le aree non costruite. Un progetto di verde complessivo per la Brianza che determina contemporaneamente una ricaduta positiva sulla qualità della vita dei suoi abitanti e la creazione di buoni presupposti per la definizione di una seria e vera politica di difesa del suolo. In quest’ottica va rilanciato un forte impegno della Provincia di Milano nella tutela del sistema idrico provinciale, nella difesa dei Parchi naturali e nel rafforzamento, promozione ed istituzione di parchi fortemente voluti dalle comunità locali (Parco del Molgora, Parco del Grugnotorto, Parco delle Cave, ecc.). E’ indispensabile che i parchi mantengano per i cittadini quell’importante significato iniziale e cioè: ambientale, paesaggistico, naturale, agricolo, sociale. In questo senso anche i Parchi locali di interesse sovracomunale (PLIS) devono essere sviluppati e qualificati da parte della Provincia. Il sistema insediativo: proprio per quanto detto in precedenza, va attivata una politica volta al rafforzamento dell’identità storica e sociale della Brianza. La Provincia si dovrà attivare affinché vengano garantiti un utilizzo del suolo attento alle specificità territoriali e l’arresto del consumo di suolo, ormai eccessivo. Ciò significa agire sul piano della pianificazione e dalla localizzazione delle funzioni utili al superamento delle dicotomie territoriali e della parcellizzazione degli spazi e dei tempi di vita delle persone (rapporto casa/lavoro, casa/studio, casa/tempo libero, casa/servizi, ecc.). La provincia si impegna ad affrontare i problemi relativi allo stato di difficoltà del sistema economico produttivo e del settore commerciale della piccola distribuzione. Ciò significa un intervento diretto affinché non si aggiungano ulteriori fattori che possono aggravare la situazione (es. localizzazione senza limiti ed indifferenziata della grande distribuzione come nel caso dello Shopping Center nei comuni di Muggiò, Lissone e Desio). Il sistema dei servizi: la Provincia di Monza e della Brianza dovrà promuovere la valorizzazione ed il rafforzamento delle esperienze dei Comuni, delle Aziende e degli enti pubblici preposti alla gestione dei servizi pubblici (dall’acqua ai rifiuti, dalle farmacie ai servizi alla persona).

POLITICHE AMBIENTALI

La definizione di “sviluppo sostenibile” è ormai sottoposta a una critica forte da molti studiosi e settori di movimento. Per il modo in cui è assunta da molte organizzazioni e istituzioni, essa si presta ad un uso distorto rispetto alle ragioni per le quali nacque. I due termini (sviluppo e sostenibilità) risultano spesso contradditori. Nel momento in cui si tenta di affidare al mercato e alle imprese l’ambientalizzazione dell’economia, occorre un cambio di fase. Il punto è riconnettere l’economia alla società e all’ambiente, che ha propri cicli vitali (spesso compromessi) e da governare in modo da salvaguardarne l’equilibrio. La riconnessione delle scelte alla promozione sociale e agli equilibri ambientali, è il tema che può essere reso con definizioni come il “futuro sostenibile” o “economia socialmente e ambientalmente connotata”.

Bisogna poi contestare il dogma delle liberalizzazioni in quanto, concretamente, contrastano con l’esigenza di risparmiare risorse ambientali; così come va contrastata la mercificazione dei beni ambientali stessi, in quanto sono indispensabili alla vita e non sostituibili.

Acqua, energia, biodiversità e territorio sono beni comuni e a questi si deve garantire l’accesso per tutti, come garanzia per le generazioni future ed il mantenimento della loro riproducibilità come cicli. Pensiamo ad indicatori di qualità ambientali diversi da quelli economici. Sarebbe opportuno connettere la mission della Multiutility alle politiche ambientali per la Brianza.

L’acqua è un bene comune e un diritto umano. L’acqua è un bene indispensabile e primario. Per questo carattere centrale negli equilibri territoriali e di diritto inalienabile alla vita noi ci battiamo contro l’aziendalizzazione e la mercificazione dell’acqua e la sua gestione per S.p.A. Le recenti evoluzioni del quadro legislativo, anche grazie ai movimenti, riaprono la strada a una gestione diretta ad affidamento come funzione di sovranità sui propri territori e di garanzia di un diritto. Da questo punto di vista, giudichiamo estremamente positivo l’approvazione da parte della Provincia di Milano, il Piano d’Ambito dell’ATO della Provincia di Milano. Nel Piano è stata anche inserita la nascita dell’ATO della Brianza che, a partire dal 2009 si staccherà da quello di Milano. L’approvazione del Piano d’Ambito è un risultato positivo, soprattutto per le ricadute che essa avrà sulla qualità del servizio offerto ai cittadini. Tale risultato è stato possibile anche grazie al contributo del nostro gruppo in Provincia che ha consentito, cosa non scontata, che la programmazione, la gestione e l’erogazione del servizio idrico saranno completamente affidati al soggetto pubblico, garantendo così il pieno interesse della collettività.  In senso positivo va anche il recente pronunciamento in questo della Regione Lombardia, sul quale dovremo vigilare per comprenderne l’effettiva attuazione.  Inoltre su piano propositivo il PRC chiederà di insediare un nuovo impianto di depurazione delle acque a “monte di Monza” per permettere la depurazione e lo smaltimento dei fanghi che il depuratore sito nel quartiere di San Rocco a Monza non è più in grado di svolgere correttamente salvo compromettere la salute dei cittadini. Infatti il depuratore nato in origine per depurare le acque di Monza città oggi  è il fulcro dello smaltimento dell’intero ATO Brianza.

Per ciò che concerne la politica di gestione dei rifiuti, occorre invertire l’attuale politica imperniata sullo smaltimento attraverso la realizzazione di discariche e inceneritori. Consideriamo inefficace e dannosa per la salute e per l’ambiente la soluzione impiantistica “a valle”. Siamo contrari alla logica dei termovalorizzatori che sono concettualmente e concretamente l’opposto di ciò che è necessario: massimizzano i rifiuti e bruciano anziché riciclare merci ad alto contenuto energetico (carta, legno, ecc.) sprecando in realtà energia. Inoltre le ceneri prodotte richiedono discariche speciali. L’incenerimento con recupero energetico finisce con il compromettere l’esito della raccolta differenziata finalizzata al riciclo di materia. Carta e plastica finiscono negli inceneritori sotto forma di CDR (combustibile da rifiuti). Non devono essere previsti nuovi termovalorizzatori, per questo siamo nettamente contrari all’ampliamento dell’inceneritore di Desio per indirizzare gli sforzi verso una reale politica alternativa dei rifiuti; anche perché gli attuali impianti di smaltimento risultano sufficienti per rispondere al fabbisogno della nostra Provincia.

Lo smaltimento deve essere considerato come attività residuale, dopo aver messo in atto la riduzione della produzione dei rifiuti, la raccolta differenziata e il riciclo.

Sono necessarie quindi soluzioni alternative “a monte”. Intervenire a monte significa programmare democraticamente, coinvolgendo gli operatori economici e i cittadini. In questi anni è invece mancata una seria programmazione.

E’ necessario rafforzare la raccolta separata dell’umido anche a Milano e potenziare la raccolta differenziata e il riciclaggio.

La Provincia deve avviare e sostenere la realizzazione degli impianti di compostaggio per la produzione di compost di qualità.

LO SPORT

Da sempre questo segmento della vita di decine di migliaia di persone (in Brianza una su tre pratica o è coinvolta nel circuito sportivo brianzolo) è stato lasciato esclusivamente nelle mani delle società sportive, a quelle volontaristiche (AVIS, ADMO, ARCI UISP, CSI ed altre) che erano governate dall’alto degli EPS o dalle Federazioni di categoria, oppure da singoli che spesso coincidevano o con l’animatore dell’Oratorio, oppure il singolo assessore allo Sport che si costruiva la sua piccola base di consenso. Questi rilievi vengono mossi non per nascondere l’impegno ai vari livelli nel dare comunque strutture e luoghi per l’attività sportiva, ma per sottolineare come questo sia avvenuto in totale assenza di un SISTEMA BRIANZA DELLO SPORT. In questo modo lo sport è stato non solo veicolo di consenso politico, ma anche un vero affare per i privati e i centri sportivi convenzionati con i vari comuni.

Le politiche di continuo taglio alle infrastrutture sportive pubbliche legate alla scuola; un offerta formativa degli istituti di ogni ordine e grado che hanno praticamente cancellato le ore di attività sportiva; queste ed altre scelte sbagliate alla lunga hanno esternalizzato lo sport nella scuola trasferendo la domanda esistente di attività sportiva verso soggetti privati, semipubblici e clientele di natura varia. Questi ultimi, non paghi di avere a disposizione strutture pubbliche a costi irrisori hanno continuato a chiedere risorse facendo le fortune di questa o quella amministrazione secondo il volume di finanziamenti che venivano indirizzati allo sport, cioè alle associazioni. In questo ginepraio sarà opportuno non solo fare un inventario del patrimonio pubblico della Provincia, ma anche chi ne fa uso, a quali condizioni tenendo conto che per il PRC. lo sport è un’attività che deve in primo luogo vedere i ragazzi protagonisti nelle scuole, nelle quali scoprirsi e dalle quali partire per esperienze verso l’agonismo. In questo segmento le strutture pubbliche e private devono essere messe in grado di competere ma anche di integrarsi attraverso investimenti mirati e controlli costanti. Il rilancio dello sport nelle scuole  e nelle strutture pubbliche comunali il loro ammodernamento e manutenzione e autonomia energetica (fotovoltaico) può diventare occasione di nuova, stabile e sicura occupazione.

Gli investimenti futuri nello sport devono partire da un progetto che, a partire dall’edilizia scolastica, più l’impiantistica pubblica, più quella privata, mette a sistema l’esistente e ne indirizza gli sforzi economici per dare la possibilità a tutti quanti di cimentarsi nello sport dagli elevati contenuti di prestazione, in quello agonistico, in quello amatoriale di livello ed in quello amatoriale salutistico. La futura Provincia, anche bypassando tutte le strutture sportive intermedie, deve studiare nuovi e coraggiosi percorsi, mettere in campo magari esperienze positive di altre province, di diretto supporto alle società sportive, senza ad esse sostituirsi nell’organizzazione della moderna domanda di sport ed in quella antica e curricolare, ma offrendo servizi atti a sostenerla ed allargarla. In un’epoca di cementificazione più o meno selvaggia ma certamente possente, particolare attenzione e cura deve essere riservata a tutti quegli sport cosiddetti non stadia, ovvero attività che non necessitano di strutture fisse ed invasive.  In Brianza si praticano quasi tutti gli sport conosciuti ma alcuni più di altri vanno incentivati come la Danza Sportiva per aiutare le persone a conoscere sin da piccoli gli elementi di psicomotricità, oppure il gioco delle BOCCE NEL PARCO, grande risorsa per il nostro popolo anziano, ma spesso dimenticato e abbandonato.

***

SI RINGRAZIANO TUTTE LE COMPAGNE E I COMPAGNI DEI CIRCOLI, LE FORZE POLITICHE E LE ASSOCIAZIONI BRIANZOLE CHE HANNO CONTRIBUITO A QUESTO IMPORTANTE PASSAGGIO PROGRAMMATICO

Versione .doc

Versione .pdf

Versione precedente del programma (1/1/2007) .pdf

PRC - Federazione di Monza
Monza, 16 febbraio 2009
www.prcbrianza.it; Via Borgazzi 9, 20052, Monza