Verso il 6/7 Giugno, elezioni per la provincia di Monza e Brianza

Decisivo il ruolo di Rifondazione Comunista

Il PRC in Brianza, come nel Paese, inizia un percorso politico, ma anche elettorale, per contendere l’egemonia politica ed elettorale ad un soggetto (il PD) che nei fatti ha mortificato le aspettative di milioni di elettori

Per analizzare con calma le strategie politiche in vista delle prossime elezioni provinciali, le prime per Monza e la Brianza, bisogna ricostruire gli scenari che si possono prefigurare l’8 giugno, vale a dire dopo lo spoglio delle schede.

Mi pare che la confusione nel PD regna sovrana nel Paese e in Brianza. Ci dobbiamo sottrarre a questo perverso gioco del frazionamento dell’atomo.

Oggi il PRC in Brianza, come nel Paese, inizia un percorso politico, ma anche elettorale, per contendere l’egemonia politica ed elettorale ad un soggetto che nei fatti ha mortificato le aspettative di milioni di elettori che nel 2006 seguirono l’indicazione del famigerato “voto utile”.

E questa egemonia la possiamo esercitare indicando nel PRC un soggetto speculare alla Lega ma a Sinistra. Dunque non un soggetto racchiuso nello splendido isolamento identitario, dove qualcuno ci vorrebbe mettere, ma un soggetto politico e sociale che intende riaprire i giochi a Sinistra.

In molte occasioni, proprio qui in Brianza, abbiamo dimostrato sia nelle amministrazioni comunali dove governiamo e dove siamo all’opposizione di tenere comportamenti unitari e responsabili nel segno della buona esperienza dell’Unione.

Abbiamo ricevuto invece dal PD segnali improntati alla maleducazione (non rispondere al telefono e non rispondere agli inviti a sedersi intorno ad un tavolo) politica lanciati dalle pagine dei giornali.

Messaggi di scorrettezza politica: prima le alleanze (chi sta con me e chi no – ovviamente lo decide il PD) e solo dopo i contenuti e i programmi. In questo modo si vorrebbe truccare il risultato alterando le forze in campo facendo campagna acquisti.

Ma credo che sia legittimo per il PD un atteggiamento che faccia terra bruciata attorno a sé perché in questo modo, non avendo "competitor" può gestire le grandi contraddizioni interne. Contraddizioni come: tenere sotto lo stesso tetto sia la senatrice del PD che firma l’appello con la peggio feccia clerico/fascista, per il DDL d’urgenza contro il dispositivo della Corte di Cassazione, sia il drappello di transfughi provenienti dal PRC.

Oppure tenere insieme gli operai della Rhodia, della Borghi e tante altre imprese brianzole in crisi, con l’Associazione Industriali MB.

Oppure ancora tenere insieme i comitati anti-pedemontana con il pannicello delle compensazioni ambientali (siamo allo sconto sul pedaggio) con chi le infrastrutture anche per l’Expo le vuole ad ogni costo e così come previste.

Un film già visto in passato da Caorso, Trino Vercellese, Acna, ecc…. corrotte le amministrazioni locali, per garantire le opere, dopo trent’anni arriva il conto salato delle malattie. Pertanto, vista la piega che sta prendendo il Paese, verso una deriva fascistoide o modernamente fascista, è urgente dare una risposta modernamente Comunista.

Nulla di meno e nulla di più.

Ognuno si deve assumere le proprie responsabilità e poi saranno gli elettori che decideranno, si spera liberamente.

Dunque, se non si giungerà ad un accordo prevalentemente di natura programmatica, alla Sinistra del centro moderato del PD ci sarà un candidato Presidente della Sinistra Comunista, Ambientalista, Anticapitalista con una coalizione larga e plurale per ridare speranza alla nostra gente.

E, più ampio sarà il risultato che otterrà questa proposta, più ci potranno essere possibilità per vincere al secondo turno.

Per il PRC la battaglia politica e culturale in Brianza è in primo luogo, contro la destra fascista - razzista - mafiosa e dunque faremo di tutto per poterla sconfiggere; secondariamente siamo consapevoli che questo PD non è in grado di esercitare questa funzione di argine politico, culturale e sociale e dunque nessuno (astensionisti, maldipancisti, votoutilisti) avrà il pretesto per chiamarsi fuori.

Se si vuole ridare una speranza al nostro Popolo si deve dare un segnale partendo dai territori, dal basso e a Sinistra.

Marco Fraceti
Monza, 17 febbraio 2009