D. E’ noto che Monza è una delle città più inquinate del paese. Nell’ Enciclica Laudato Sii! di Papa Francesco si legge: “Esistono forme di inquinamento che colpiscono quotidianamente le persone. L’esposizione agli inquinanti atmosferici produce un ampio spettro di effetti sulla salute, in particolare dei più poveri, e provocano milioni di morti premature. A questo si aggiunge l’inquinamento che colpisce tutti, causato dal trasporto, dai fumi dell’industria, dalle discariche di sostanze che contribuiscono all’acidificazione del suolo e dell’acqua, da fertilizzanti, insetticidi, fungicidi, diserbanti e pesticidi tossici in generale.” Se sarà eletto Sindaco quali azioni intende intraprendere per migliorare la qualità dell’ambiente cittadino? Non crede che occorrano scelte coraggiose ed anche impopolari?
R. Per quanto riguarda la prima domanda devo dirle che da sempre ho lottato contro l’inquinamento, sia atmosferico che elettromagnetico (cosa che quasi nessuno ha mai evidenziato). Non è più possibile parlare di “emergenza smog” dopo quasi 20 anni è ora di programmare il futuro ecocompatibile con:
D. Il Lavoro. Monza ha cambiato volto: da città produttiva e industriale a polo scolastico e sanitario. Inoltre la città è sempre più anziana. La tecnologia migliora la vita, ma crea disoccupazione. Servirebbero investimenti pubblici e privati per sostenere l’intraprendenza di molti giovani che stanno scommettendo sul proprio futuro. La risposta è sempre quella: mancano i fondi, non ci sono risorse. Non crede sia un alibi? Come intende recuperare fondi e risorse per rilanciare l’economia monzese e l’occupazione giovanile?
R. Riguardo al tema lavoro propongo:
D. La vita sociale e le aree dismesse. Monza ha vissuto la crisi quasi in silenzio. Il ceto medio si è assottigliato. Le disuguaglianze sono cresciute. Ma anche la solidarietà si è moltiplicata. Le associazioni, le cooperative il volontariato hanno fatto molto. Molti vorrebbero che le aree dismesse diventassero infrastrutture per occasioni di socializzazione, di cultura, spirituale, di lavoro. Ma, si dice, c’è la burocrazia … mancano i fondi … Cosa fare, insomma?
R. No, non c’è nesso tra vita sociale e aree dismesse: la prima ha il “binario” dei servizi sociali che dovrebbero essere gestiti da gente più competente. Spesso mi hanno riferito che alcuni operatori hanno liquidato singoli e/o famiglie con la frase “perchè non tornate al vostro paese”. Grave affermazione da chi dovrebbe avere più tatto e comprensione per il ruolo sociale che svolge!
Per quanto riguarda le aree dismesse nel nostro programma proponiamo il loro recupero e destinare il 30%(circa)della superficie a verde pubblico, il restante 70% destinati ad alloggi comunali,a canone concordato e servizi al quartiere: a Monza attualmente ci sono circa 4.000 alloggi sfitti privati e circa 650 richieste di alloggio comunale(ultimo bando). Nella ripartizione volumetrica destinata a servizi dovranno essere destinati locali adeguati a onlus e cooperative che si occupano di volontariato. Naturalmente questo è nell’ottica del consumo di suolo zero!
D. Burocrazia e Democrazia. A proposito di burocrazia (il potere dell’Ufficio) di Democrazia (il potere del popolo) come è possibile che spesso la democrazia soccomba in una giungla di circolari, leggi, leggine e sentenze spesso in contraddizione l’una con le altre. Per uscire da questo tunnel serve coraggio? Competenza? Lotta all’assurdo? Cosa propone al riguardo?
R. Purtroppo le amministrazioni comunali spesso devono applicare leggi e direttive emanate a livello nazionale. E’ però vero che spesso i comuni potrebbero semplificare e snellire alcuni uffici e/o metodi “burocratici”. Questo è il nostro intento, decentrandoli nei quartieri ove ci saranno le necessità, ascoltando la gente e i loro bisogni quotidiani: TRA LA GENTE E CON LA GENTE!