Le opposizioni - governo ombra - della Provincia

Le proposte programmatiche dei gruppi di Centro sinistra e Rifondazione comunista di Palazzo Isimbardi

A metà legislatura vogliamo proporre una riflessione sul ruolo dell'istituzione Provincia e sugli indirizzi politici perseguiti dalla Giunta di Centro-destra nei suoi primi due anni di governo.

La riflessione è stimolata dall'iniziativa assunta recentemente dalla Presidente Colli in Consiglio (un lungo intervento di riassunto dell'operato svolto), ma ancor di più dal fatto che sentiamo la responsabilità di perseguire un percorso politico-programmatico che consenta allo schieramento di Centro-Sinistra e Rifondazione comunista di presentarsi e uscire vincente alle prossime elezioni del 2004.

In questa nota non si ha la pretesa di rappresentare nè tutti i temi nè tutte le proposte alternative, ma di individuare alcuni punti politici e programmatici prioritari nell'agenda di lavoro, punti che sottoponiamo ad una verifica e a un confronto tra gli esponenti politici e gli amministratori locali.

Il ruolo di programmazione e di coordinamento della Provincia

Appare piuttosto affievolita la volontà della Provincia di svolgere i compiti, conferitigli dalla legge, compiti di partecipazione alla determinazione della programmazione regionale di carattere generale, di coordinamento dei Comuni ai suddetti fini, di promozione di forme d'assistenza tecnico-amministrativa ai Comuni stessi. Compiti, questi, che rappresentavano la preoccupazione primaria della precedente amministrazione Tamberi. Clamorosa in proposito, ad esempio, la latitanza della Giunta Colli sul piano socio-sanitario regionale. Nei casi in cui è obbligata a svolgere un ruolo di programmazione, come per il PTCP, la Provincia dimostra una sostanziale incapacità di definire le vere priorità, come sarà precisato più avanti.

L'Area metropolitana

Riteniamo un'ennesima occasione persa il mancato avvio di un confronto e di un'iniziativa sul "governo dell'Area metropolitana". Questo alla luce delle modifiche alla 142/90, introdotte prima del Testo Unico (L.267/2000) e, più ancora, da quelle al Titolo V della Costituzione dove addirittura la "Città Metropolitana" è elevata al rango costituzionale. Le reiterate richieste di commissariamento e poteri speciali avanzati dal sindaco di Milano Albertini non trovano una risposta politica forte, proprio perché non si ha il coraggio di assumere il tema della Città Metropolitana con decisione. La posizione favorevole assunta in tempi più recenti attorno alla questione della Provincia di Monza potrebbe (forse) avere un significato meno "codino" se inserito in uno slancio riformatore delle istituzioni locali, che investa appunto Provincia e Città di Milano nella prospettiva della soluzione di problemi d'area vasta.

Il Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp)

La discussione sulla proposta di PTCP è entrata ormai nel vivo. Il giudizio che oggi diamo alla proposta di Piano Territoriale è fortemente negativo. Infatti, la proposta dell'assessore Di Tolle non si configura affatto come Piano d'assetto del territorio, non esplicitando alcun modello strategico. La positiva metodologia di confronto avviata attraverso i tavoli aperti ha però prodotto, nei fatti, solo un assemblaggio acritico di ciò che già è stato deciso da enti e istituzioni diverse da una parte e dalla pura registrazione delle scelte operate da ogni singolo Comune dall'altra. L'attuale maggioranza della Provincia non propone indirizzi, non dà giudizi di merito, non compie verifiche di fattibilità e non indica priorità. Il Piano appare il sostegno ad uno sviluppo diffuso e indifferenziato poichè riafferma un modello senza regole subordinato alle scelte del Comune di Milano e dei soggetti economici più forti. Il Piano lascia inalterato il ruolo di Milano e il rapporto squilibrato tra capoluogo e hinterland; non affronta tutti i nodi strutturali di grande scala (aeroporti, interporti, linee ferroviarie ecc.) e non si occupa dell'emergenza ambientale, a partire dalla questione, prioritaria della riduzione del traffico privato in Milano e in altre aree urbane. A nostro giudizio il Piano Territoriale dovrebbe darsi alcuni obbiettivi prioritari:

  1. un forte sviluppo del trasporto pubblico, (in particolare rafforzando e aumentando le linee su ferro, le radiali e le circolari, anche utilizzando al meglio le sinergie con FFSS e FNM) che affronti con decisione i gravi problemi di congestione e crisi ambientale presenti;
  2. l'individuazione di nuove infrastrutture intermodali necessarie e urgenti per il traffico delle merci;
  3. il contenimento del consumo di territorio e la valorizzazione e la salvaguardia delle aree agricole, dei parchi, (in particolare del Parco Agricolo Sud Milano) e il riuso delle aree dismesse;
  4. la valorizzazione e il riequilibrio tra capoluogo e hinterland si realizzano attraverso lo sviluppo del policentrismo: la presenza di funzioni qualitativamente pregiate (centri di formazione superiore, strutture del servizio sanitario nazionale, realtà culturali e museali ecc.); ciò a partire dalla vocazione espressa dai territori, con particolare attenzione al Parco Sud Milano;
  5. la revisione critica dell'iniziativa e dei progetti relativi alla direttissima autostradale Milano-Brescia e all'ipotizzata nuova Tangenziale Est esterna, alla luce di alternative non autostradali di minor impatto economico, ambientale e territoriale;

In relazione alla costante "emergenza inquinamento" appare ancora più evidente la necessità di offrire una risposta politica diversa ed alternativa a quella del Polo sul terreno della "modernizzazione e dell'infrastrutturazione dell'area metropolitana e di un suo sviluppo sostenibile".

Le politiche attive del lavoro

Nel campo delle politiche attive del lavoro, della formazione e del sostegno alle attività economiche non solo non siamo in presenza di seri investimenti o progettualità, ma registriamo arretramenti politicamente preoccupanti. Un esempio per tutti: lo smantellamento dei "Centri per il lavoro" avvenuto proprio mentre entrano nel vivo le deleghe in materia di politica del lavoro e i trasferimenti relativi al sistema della formazione professionale.

Il disegno del Centro destra sembra essere quello di ridurre al minimo l'intervento pubblico e di favorire il più possibile lo sviluppo di soggetti privati non stimolando una maggiore efficienza del sistema e non contribuendo a orientare e governare in modo trasparente i processi di incontro domanda/offerta. Le stesse scelte operate nel campo delle politiche a sostegno delle imprese sono assai discutibili. Si è magnificato un intervento a pioggia nei confronti delle piccole e medie industrie, ignorando la domanda di un'iniziativa politica pubblica a sostegno dello sviluppo innovativo, all'incontro tra i luoghi della ricerca (Università, Centri di eccellenza ecc) e il tessuto produttivo, terreno di applicazione delle innovazioni.

Le esperienze più significative rimangono quelle promosse e sostenute dalla precedente maggioranza di Centro sinistra e Rifondazione comunista (Agenzia Nord Milano ed Euroimpresa di Legnano), mentre oggi la Provincia è di fatto rimasta tagliata fuori dalle stesse iniziative promosse e finanziate dalla Regione come il Centro di Eccellenza di Bicocca e altri centri.

Le politiche sociali

Sui servizi alla persona, (materia che il legislatore ha in gran parte demandato a Regione e Comune) la Provincia non solo ha ritenuto di intervenire in modo episodico e propagandistico (si pensi al bando per gli assegni alle famiglie a sostegno degli anziani, con il quale sono state beneficiate solo 500 famiglie!) ma ha depotenziato il terreno progettuale e di coordinamento. Questa funzione nel passato ha registrato positive forme di collaborazione tra Provincia e Comuni. L'applicazione della 328/2000 renderebbe oggi ancora più praticabile questo indirizzo dato che la Provincia ha competenze nel settore dell'analisi dei servizi sociali, della formazione del personale e dell'elaborazione dei piani di zona.

Alla totale mancanza di politica sociale si deve aggiungere la rozza indifferenza con la quale si è affrontato il tema relativo alla presenza sempre maggiore di cittadini migranti. L'argomento è stato affrontato solo dal punto di vista dell'ordine pubblico. Non si è parlato e non si è fatto nulla per realizzare politiche di inclusione indispensabili in una realtà come quella milanese.

La Provincia di Milano ed il suo tessuto necessitano di nuova manodopera, di un inserimento sociale e politico dei migranti e di una nuova cultura dell'accoglienza basata su principi solidali e tolleranti. E' impensabile bloccare chi fugge da guerra e miseria, da morte e disperazione. E' indispensabile un nuovo corso per ridare a Milano e alla sua provincia il volto sorridente di un luogo accogliente, solidale e multiculturale.

L'ambiente

Stiamo assistendo in questi due anni e mezzo di governo della Presidente Colli al progressivo abbandono delle iniziative nel campo ambientale. Questo attraverso una riduzione costante e progressiva dei fondi di bilancio e delle iniziative di coordinamento delle politiche ambientali comunali, alla mancanza di iniziativa politica e programmatica in materia di riduzione dell'inquinamento atmosferico nelle città e nei paesi della Provincia, alla scarsa e poco convinta iniziativa a sostegno del riciclo e della raccolta differenziata dei rifiuti. L'assessorato all'Ambiente, dopo aver emarginato figure importanti del settore e liquidato strutture innovative in materia di rifiuti (Osservatorio rifiuti), si è caratterizzato sempre più come luogo di potere politico, scarsamente interessato allo sviluppo delle politiche ambientali innovative (pensiamo al blocco del processo di Agenda 21 operato dallo stesso assessore). Insomma, in materia manca una voce autorevole capace di interloquire con i Comuni, Milano in testa, e con gli Enti sovracomunali (Ministero e Regione) per definire iniziative adeguate a risolvere i problemi ambientali dell'Area metropolitana milanese.

Il Parco Agricolo Sud Milano

Un altra grave iniziativa della Giunta Colli è rappresentata dal processo di svuotamento delle attività del Parco agricolo sud Milano, attraverso la diminuzione del personale, la riduzione dei fondi di bilancio, i tagli agli investimenti, il progressivo svuotamento degli organi del Parco (Direttivo e Assemblea dei sindaci), la non valorizzazione del Parco sud come risorsa agricola, ambientale, storica e turistica

La scuola

In questo campo di fatto sono stati perseguiti gli indirizzi e completati i progetti avviati dalla Giunta Tamberi sia per quanto riguarda il programma di bonifica degli stabili scolastici, sia per l'utilizzo degli strumenti finanziari. Quanto all'Istruzione la Provincia dovrebbe sviluppare una politica di supporto alle scuole e ai Comuni favorendo l'elaborazione dei Piani di offerta formativa e le sinergie tra Comuni e territorio.

L'Idroscalo

Su un altro versante assistiamo ad operazioni poco limpide e spregiudicate; ci riferiamo al valzer degli assessori intorno al futuro dell'Idroscalo e alla controversa vicenda della sponsorizzazione Fila. L'operazione ci deve far riflettere e mettere in guardia su un punto che può far presa sull'opinione pubblica: il Polo Idroscalo e la fame di consumo di tempo libero presente nella realtà milanese.

Nonostante tutte le lacune e le debolezze politico-istituzionali di questa maggioranza di Centro destra da noi riscontrate e denunciate, non sottovalutiamo nè minimizziamo il forte impatto mediatico che la Presidente Colli, utilizzando cospicue risorse pubbliche, ha creato dal suo insediamento ad oggi. Una Presidente che appare sostanzialmente poco interessata - in quanto impegnata appunto prevalentemente a curare la sua immagine personale- al ruolo del Consiglio Provinciale e dei consiglieri che sono, tra l'altro, spesso tenuti all'oscuro di iniziative di rilevanza esterna promosse dalla stessa Presidente a nome della Provincia.

Proprio perché consapevoli di tutto ciò, oltre che dell'esigenza di un affinamento di una nostra proposta programmatica, riteniamo utile e necessaria una verifica tra di noi al fine di delineare, per quanto possibile, una strategia fondata certamente su una rinsaldata unità politica ma anche sulla capacità di utilizzare al meglio alcune forme di comunicazione e presenza politica rivolte ai cittadini.

Per riportare la partecipazione popolare alla politica ed alle sue scelte, elemento vitale per le forze democratiche, incentiviamo sperimentazioni del bilancio partecipativo, (uno dei lasciti maggiori di Porto Alegre), nei Comuni con Giunte di Centro sinistra e Rifondazione Comunista. Sperimentazioni che devono vedere come protagonisti anche le organizzazioni sindacali, le associazioni e i movimenti. Processo di partecipazione che innerviamo anche in Provincia di Milano, con futuri momenti di approfondimento, progettazione e costruzione di indirizzo politico sui grandi temi di competenza dell'Ente

Ulivo, PRC - Provincia di Milano
Milano, 6 marzo 2002