Sindacato e politica

Non vedete l'impegno del Prc

Considerazioni sul documento di Danilo Cernari, Giuseppe Caserta, Luigi Morganti

Riteniamo opportuno socializzare alcune nostre riflessioni in merito al documento "politico" che porta la firma di autorevoli compagne e compagni della Cgil.

Tale documento circola oramai da alcune settimane; ne siamo venuti a conoscenza nei giorni seguenti allo straordinario evento del Social Forum di Firenze.

In seguito alcuni giornali ne hanno riportato sintesi, interpretazioni nonché dichiarazioni da parte degli estensori.

Altri compagni, più autorevoli di noi hanno già espresso la loro opinione, e il loro giudizio negativo, che condividiamo, quindi, schematicamente, evidenziamo solo alcuni degli aspetti che ci lasciano perplessi.

Innanzitutto vi è una contraddizione: è ben strano un documento che nel porsi l'obiettivo di avviare una interlocuzione con le forze politiche e con singoli militanti della sinistra, sui temi del lavoro e della sua rappresentanza, esclude a priori una forza politica come il partito della Rifondazione comunista (vedi dichiarazioni al "Corriere della Sera" di G. Patta del 25 novembre scorso).

Inoltre, il documento esce dopo Firenze. Il Social Forum Europeo non è stato solo, a nostro parere, un importante momento di dibattito sui temi dell'attualità politica, ma soprattutto, un luogo di incontro di esperienze diverse, senza esclusioni, dove tra l'altro, Rifondazione comunista ha svolto il proprio ruolo ottenendo anche un discreto consenso.

Ora, evidentemente noi siamo animati da malcelati sospetti oltre che di infondate paure rispetto al futuro anche organizzativo di Rifondazione comunista, ma per essere estremamente chiari: il disegno politico dell'azzeramento piuttosto che di un drastico ridimensionamento di Rifondazione comunista, per molto tempo sostenuto anche da forze politiche di sinistra (ci ricordiamo il referendum sul sistema elettorale?), trova nel progetto politico che sottende il "documento" una nuova dimensione.

Ovviamente come tutte le analisi anche la nostra, nella sua parzialità, può essere infondata e tranquillamente smentita. Se così non fosse, ci sfugge il senso del giudizio liquidatorio sulla capacità di Rifondazione comunista (citiamo solo Rifondazione perché siamo iscritti e militanti) di rappresentare il mondo del lavoro e quindi, il perché si sente la necessità di costruire un nuovo movimento politico (o costituente del lavoro, per chi sta stretto in casa sua) che, indiscutibilmente, troverà consenso e adesioni tra la gente di sinistra con o senza partito.

Diverso sarebbe stato il nostro giudizio se, partendo dai temi che il "documento" solleva (la questione salariale; il referendum sull'art. 18; la democrazia sindacale; il no alla guerra, aggiungiamo, proprio per poter rappresentare il mondo del lavoro, una legge elettorale sostanzialmente proporzionale; argomenti che ci pare siano quotidianamente nell'agenda di Rifondazione comunista), gli autorevoli estensori dello stesso, avessero avviato una interlocuzione, senza se e senza ma, con quelle forze politiche più sensibili agli argomenti di merito sopra citati; probabilmente avrebbero scoperto, con loro stupore, che il partito della Rifondazione comunista è non solo sensibile, ma anche impegnato a far vivere nel Paese quelle istanze.

Ma forse questo era chiedere troppo: gli obiettivi che si propongono sono altri.

Danilo Cernari, Giuseppe Caserta, Luigi Morganti
Monza, 11 dicembre 2002
da "Liberazione"