La questione dell'istituzione della Provincia di Monza (57 Comuni
con 900.000 abitanti) negli ultimi mesi sembra aver accelerato i tempi.
Non che l'iter, a differenza di altri, ci leva il sonno, ma se la Brianza
diverrà Provincia la cosa ci riguarda.
Infatti nella scorsa Commissioni Affari Istituzionali della Camera dei
Deputati è stata accolta la proposta di stralciare la posizione di Monza
dagli altri comuni che hanno fatto la medesima richiesta, per accelerarne
la proclamazione.
Poi nel classico stile italico sono state aggiunte le richieste dei
comuni di Fermo e Barletta per comporre maggioranze ampie.
PRC in Regione Lombardia e in Provincia di Milano si è astenuto; nella
Commissione Affari Istituzionali il PRC non aveva un suo rappresentante
e il rappresentate del Gruppo Misto (del quale il PRC faceva parte non
essendo gruppo parlamentare autonomo) Mauro Paissan ha sostanzialmente
condiviso l'indirizzo dato dal centrosinistra che voleva istituirla
prima della chiusura della legislatura.
Oggi con il Governo Berlusconi le procedure dovrebbero accelerarsi ma dal territorio brianzolo arrivano segnali inquietanti: Forza Italia ha affondato l'agenzia Sviluppo Brianza e i neo eletti di deputati e senatori della CdL. sembrano voler rispondere più alle suggestioni neocentraliste di Albertini e di Formigoni.
Per quanto ci riguarda non crediamo che l'istituzione della Provincia di Monza sia la panacea dei mali della Brianza, ma sicuramente sarà un'opportunità in più per far valere il punto di vista delle lavoratrici e dei lavoratori brianzoli.
Occupazione, ambiente (aria, acque e smaltimento rifiuti) mobilità (Pedegronda), servizi sociali primari come Sanità e Istruzione, l'accoglienza e la solidarietà, la sicurezza e la lotta alla criminalità organizzata; queste sono solo alcune delle problematiche che saremo chiamati come PRC. ad affrontare in piena autonomia come Brianza salvaguardando le prerogative dei Comuni dalle mire centraliste della Regione polista.
Ma oggi lavoriamo con la Provincia che c'è per smascherare le inadempienze, i ritardi e la mancanza di programmazione funzionali alle mire centraliste della "signora provincia" di Milano e della presidente Colli.