Ai/alle segretarie regionali e provinciali del Partito della Rifondazione Comunista Care/i compagne/i,
com’è noto, è in corso la raccolta delle firme per l’abrogazione dell’attuale
legge elettorale (il cosiddetto “porcellum”) e il ripristino di quella precedente (meglio
nota come “mattarellum”). Sulla nostra contrarietà all’operazione voluta
dai settori veltroniani del PD, cui si sono accodati poi l’area prodiana, SEL e IdV, non occorre
tornare.
Già vi è stata inviata a tempo debito una comunicazione specifica e nei giorni scorsi è comparso un mio editoriale a tale proposito su Liberazione. Ne consegue che in ogni circostanza (dalle feste in corso, ai dibattiti pubblici, alle presenze sulla stampa o sulle emittenti) questa posizione va ribadita con forza, esplicitando il nostro dissenso.
Se questa posizione è nota al corpo del partito, qualche confusione può derivare dalle esternazioni recenti di Passigli che, com’è noto, è il presentatore dei quesiti referendari che si proponevano di modificare l’attuale legge elettorale per ripristinare un sistema proporzionale, che anche noi appoggiavamo.
I compagni giustamente vogliono capire se è necessario riprendere la raccolta delle firme su quei quesiti che a suo tempo fu sospesa, dopo che Passigli e la CGIL fecero marcia indietro.
La nostra opinione è che non sia opportuno riprendere la raccolta delle firme, per le seguenti ragioni:
Per queste ragioni, quindi, è opportuno che la mobilitazione avvenga invece sul piano della comunicazione, esprimendo una critica esplicita all’iniziativa veltroniana, di SEL e dell’IdV.
Nel caso, non improbabile, che alla fine i sostenitori del mattarellum riuscissero a raccogliere le firme necessarie, resta in campo la possibilità, anche attraverso strutture di costituzionalisti, associazioni e quant’altro di agire affinché la Corte costituzionale non accolga quesiti referendari viziati da evidenti limiti dal punto di vista dell’ammissibilità e, infine, schierandosi contro, nel caso in cui il referendum superasse l’esame di ammissibilità.