XI CONGRESSO REGIONALE DEL PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA / SINISTRA EUROPEA DELLA LOMBARDIA

Relazione iniziale di Fabrizio Baggi - segretario regionale uscente

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Fabrizio Baggi

Care Compagne e cari compagni, buongiorno a tutte e tutti, la giornata di oggi, è per noi e per il nostro Partito un momento estremamente importante dove andremo a discutere, confrontarci, analizzere la fase e fare un bilancio attività svolte dal nostro Partito in Lombardia ragionando e discutendo del rilancio e della programmazione dell’intervento che ci aspetta nel corso dei prossimi tre anni.

LA BATTAGLIA PER LA SANITÀ PUBBLICA

A due anni dall’inizio della pandemia - che ha colpito in maniera particolarmente violenta la nostra Regione - ci troviamo ancora di fronte a una gestione della sanità che privilegia gli interessi privati a scapito della salute e della vita delle persone. Tutto ciò mentre Unione Europea, governo ed amministrazione regionale, provano spasmodicamente a coprire i loro moltissimi gravi e colpevoli errori scaricando sulle responsabilità personali delle cittadine e dei cittadini le drammatiche scelte politiche di cui si sono rese responsabili e che nella nostra regione hanno prodotto una vera e propria strage.

Scelte ed azioni politiche che abbiamo denunciato con forza sin dall’inizio, sia direttamente come partito e sia attraverso la nostra partecipazione all’importante esperienza di movimento che è il Coordinamento regionale per la difesa della sanità pubblica.

Ho cominciato inusualmente questa mia relazione parlando di sanità perché questo nella nostra regione rappresenta, nella pandemia e dopo, un terreno fondamentale su cui siamo chiamati a misurare la nostra capacità di proposta e di iniziativa politica.

La nostra Regione rappresenta più di tutte le altre l’esempio di quanto le politiche neo liberiste delle destre, col loro carico di privatizzazioni ed esternalizzazioni del comparto sanitario, siano devastanti per i diritti, la salute e la vita delle persone.

In Lombardia la strada per il ritorno al Servizio Sanitario Nazionale così come lo abbiamo conosciuto con la legge 833 del 1978 non è certo all’ordine del giorno.

È però un obiettivo prioritario il contrasto alla legge regionale approvata circa un mese fa che è addirittura peggiorativa rispetto alla già fallimentare Legge23, equiparando definitivamente sanità pubblica e sanità privata e proseguendo con la distruzione della medicina territoriale. La legge 22/2021 – Moratti / Fontana, infatti, introduce solo formalmente al fine di poter disporre dei finanziamenti collegati alcune indicazioni del PNRR: le “case di comunità”, gli “ospedali di comunità”, e la “medicina di prossimità”, ad esempio, ma li stravolge totalmente in sede di attuazione aprendo anche questi ambiti al privato,considerato “equivalente” al pubblico.

Inoltre accentua ulteriormente le differenze di accesso e di erogazione dei servizi che diventano discriminanti per chi non dispone di forme di sanità integrativa come le mutue, le assicurazioni e il welfare aziendale che comunque non garantiscono gli stessi livelli di tutela per tutte le persone.

Le cittadine e i cittadini vengono così trattati come clienti e non come persone portatrici di diritti come recita l’articolo 32 della nostra Costituzione.

Contro la Legge Moratti/Fontana ci stiamo battendo ed è importantissimo continuare a farlo.

Il Coordinamento regionale per il diritto alla salute ha anche inviato una lettera al Ministro Speranza ed al Presidente del Consiglio Draghi per chiedere che il governo la impugni per via dell'evidente anticostituzionalità ma per il momento nulla si è mosso da parte delle istituzioni governative.

È stata anche lanciata una petizione online - che si può facilmente sottoscrivere nell’area dedicata del nostro sito – che ha lo scopo di rimandare al mittente l’ennesima legge della regione Lombardia pro- sanità privata che sta riscuotendo un discreto successo che deve essere sostenuta e rilanciata anche attraverso iniziative, nostre o di coordinamento, per presentarla nei vari territori sulla scia dell'importante diretta streaming, di valenza nazionale, che abbiamo tenuto lo scorso 28 gennaio proprio rispetto all'anticostituzionalità della nuova Legge.

Con la virulenza della variante Omicron e l’aumento della probabilità di nuove varianti è ancor più evidente la necessità di rilanciare la nostra battaglia per rimuovere i brevetti delle multinazionali dai farmaci e dai vaccini anti-Covid permettendo così ai Paesi più poveri di poter vaccinare le popolazioni che oggi hanno percentuali di immunizzazione sotto il 6%.

Per tutte queste ragioni abbiamo il compito di rilanciare con forza l'iniziativa delle cittadine e dei cittadini europei “no profit on pandemic” della quale siamo promotori sia come Rifondazione Comunista che come Sinistra Europea in quanto, in una pandemia, la ricerca e le tecnologie devono essere condivise ampiamente, velocemente, in tutto il mondo.

Delle aziende private non dovrebbero avere il potere di decidere chi ha accesso alle cure o ai vaccini e a quale prezzo.

LAVORO, REDDITO E LOTTE

La condizione del mercato del lavoro in Lombardia, pur in mancanza di dati aggiornati, può essere definita in linea col resto del paese. Certo con specificità che derivano da una struttura economica e produttiva e da una composizione di classe peculiari che con il gruppo lavoro regionale da poco costituito ci prefiggiamo di analizzare più a fondo.

Anche da noi sono in corso progetti di ristrutturazione in capo a diverse multinazionali di cui i casi noti della Gianetti, della Timken, della Voss e della FPT sono solo delle avvisaglie.

Se a ciò aggiungiamo la crescita di crediti in affanno con i rischi di crisi che comportano, i costi di materie prime ed energia, i colli di bottiglia delle filiere di approvvigionamento i rischi per i lavoratori e le lavoratrici sono destinati ad aumentare.

Nella maggioranza dei casi parliamo di aziende con i conti in attivo che intraprendono la strada della delocalizzazione unicamente per risparmiare sui diritti del personale e sui costi per la sicurezza nei luoghi di lavoro ma nonostante ciò in questo Paese non abbiamo ancora una legge per contrastare le delocalizzazioni.

Nel frattempo, i media mainstream, nel tentativo spasmodico di glorificare il “governo della provvidenza” ed il suo capo Draghi enfatizzano a dismisura la crescita del Pil dell'Italia nel 2021 tralasciano, volutamente, di sottolineare che siamo si cresciuti più di altri, ma anche perché eravamo precipitati molto più in basso e che il Pil italiano è cresciuto di un punto in più di quello mondiale ma contemporaneamente anche meno di quello di molti altri paesi.

Per la Lombardia vale lo stesso ragionamento essendo cresciuto il Pil della regione del 6,4, poco meno di quello nazionale, e restando ancora sotto i livelli del 2019 del 3,4% Inoltre, mentre le aziende vivono un momento di liquidità, i salari delle lavoratrici e dei lavoratori dipendenti sono rimasti fermi ai livelli bassissimi in cui si trovavano e di conseguenza si può dire che sono peggiorati alla luce dell’aumento del costo della vita che, secondo l'ISTAT, cresce di 6 volte di più rispetto alle retribuzioni. + 3,8% contro lo 0,6%. Ma aspettiamo perché a gennaio gli aumenti dei prezzi sono stati di ben il 4,8%.

Il cosiddetto“governo dei migliori”è totalmente immobile rispetto alla necessità di aumenti salariali, di riduzione della precarietà del lavoro e della disoccupazione e contemporaneamente si rende complice del fatto che con gli aumenti delle bollette e i rincari del costo della vita l’inflazione si scarichi sulle lavoratrici, sui lavoratori e sui ceti popolari.

La precarietà aumenta a dismisura, e dei 540 mila nuovi occupati sventolati dal Governo come un successo delle “politiche draghiane” la stragrande maggioranza sono contratti a termine - 434 mila a fronte di soli 157 mila con contratti stabili –il che può addirittura significare anche aver lavorato solo un'ora 1.289.538 contratti. Nella settimana della rilevazione. Nella sola nostra regione su 1.289.538 contratti attivati l’80% è a termine mentre il saldo tra contratti attivati e cessati registra una perdita di 103.069 posti di lavoro; merita attenzione il fenomeno delle dimissioni volontarie alla ricerca di posti dove sia più possibile conciliare reddito, qualità del lavoro e della vita.

Un importante ragionamento va certamente fatto anche rispetto all’utilizzo dello Smart working che nel nostro Paese non è mai stato migliorativo rispetto alla gestione dei tempi della vita personale delle lavoratrici e dei lavoratori. Si è trattato per lo più di lavoro da casa, quasi totalmente privo di “disconnessione” ed utilizzato a fronte della cancellazione di diritti ed auto organizzazione.

Persiste inoltre, anche in Lombardia, la vera e propria strage rispetto alle morti sul lavoro.

Nel 2021, in Italia, sono morte 1404 persone per infortuni, con un aumento del 18% rispetto all’anno precedente e non sono state/i conteggiate/i nel monitoraggio le lavoratrici ed i lavoratori morti per infortuni da covid contratto nei luoghi di lavoro e il 2022 è iniziato mantenendo questa drammatica tendenza.

A fronte di numeri tanto alti i fondi destinati agli enti di controllo sulla sicurezza continuano, colpevolmente, ad essere drasticamente ridotti, governo dopo governo.

La manovra finanziaria è stata pensata (ed approvata contro lo sciopero generale indetto a dicembre da CGIL e UIL, rispetto al quale ricordo con piacere la partecipazione significativa del nostro partito al corteo di Milano ) dimenticando ancora una volta totalmente i redditi medio/bassi ed inoltre il vertiginoso aumento delle bollette di luce e gas sta mettendo in seria difficoltà la maggioranza dei nuclei familiari che in alcuni casi hanno già ricevuto bollette del doppio rispetto a quelle relative allo stesso periodo dell’anno scorso.

Su questo punto vorrei sottolineare l’importanza della nostra campagna sociale lanciata dal Dipartimento nazionale lavoro del Partito che ci ha visti impegnate e impegnati dalla seconda parte del mese di dicembre e che riprenderà con modalità più strutturate nel corso del prossimo fine settimana.

Questa campagna, che in Lombardia è stata fatta bene in gran parte delle Federazioni, ci mette nella condizione di aver fatto un importante salto di qualità nelle modalità rispetto alle precedenti.

La raccolta di firme, che verranno poi consegnate ai prefetti mediante iniziative pubbliche e conferenze stampa, e la possibilità di coinvolgere le persone nella costruzione di ordini del giorno popolari da far discutere nei consigli Comunali anche laddove non siamo presenti ci dota di un significativo strumento per costruire relazioni con le persone e veicolare i nostri contenuti.

Ne abbiamo discusso molte volte e ne siamo tutte e tutti consapevoli ma tengo molto a sottolineare, di nuovo, come la costruzione di campagne nazionali sia un elemento fondamentale per quanto riguarda il nostro intervento politico e il nostro lavoro per l’allargamento e per la costruzione dell’opposizione politica e sociale al Governo Draghi e più in generale al neoliberismo dilagante.

Quando una campagna nazionale viene fatta bene, su tutto il territorio, utilizzando materiali adeguati, e con lanci che, da Bolzano a Palermo si tengono nella stessa giornata, si riesce anche a sfondare il muro dell’oscuramento mediatico nel quale spesso è relegata Rifondazione.

Di questo ne abbiamo avuto in questi anni prova tangibile e mi sento in questa sede di ringraziate pubblicamente tutte le compagne e tutti i compagni del Dipartimento lavoro grazie alle/i quali questo è stato possibile.

Infine, saluto con soddisfazione la costruzione della Commissione regionale lavoro che ho richiamato poco fa che ha dato vita ad un’importante e riuscita iniziativa online sui tempi dell’opposizione e del “dopo sciopero generale” e che si è data l’obiettivo di riunirsi periodicamente per strutturare al meglio, anche il Lombardia, l’intervento del nostro Partito sulle tematiche legate al lavoro.

ANTIFASCISMO, ANTIRAZZISMO E LOTTA ALLE DISCRIMINAZIONI

Se l’Italia è, com’è noto, il Paese che meno di altri ha fatto i conti con la propria Storia e con la drammaticità del ventennio fascista, la Lombardia è un vero e proprio laboratorio dell’estrema destra.

La cosiddetta “destra istituzionale” che in tutto il Paese è strettamente connessa alla destra neofascista dalla quale non prende nessun tipo di distanza, anzi è notizia di qualche giorno fa che il leader di CPI (CasaPound Italia), fuoriuscito nel quadro della scissione accaduta, stia prendendo in considerazione l’adesione a FdI (Fratelli d’Italia che in Lombardia arriva addirittura a candidare ed eleggere nelle proprie liste esponenti di gruppi eversivi, un esempio su tutti l’Assessore allo sport con deleghe a eventi, tempo libero, partecipazione e consulte di quartiere del Comune di Monza – Arbizzoni - appartenete a Lealtà Azione, candidato con Fratelli d’Italia e nominato il sindaco di centro destra Dario Allevi.

Su questo versante è di fondamentale importanza proseguire la battaglia per l'applicazione delle leggi e della Costituzione stessa e per la richiesta di immediato scioglimento di tutte le organizzazioni neofasciste e neo naziste sia da dentro le grandi organizzazioni di massa come l'ANPI, sia come Partito che all’interno dei movimenti antifascisti.

È importante ricordare che non è necessario attendere le sentenze della magistratura, e che in virtù dell’articolo 3 della legge Scelba ed in modo particolare dell’articolo 7 della legge Mancino del 1993 il governo è titolato a chiedere alla magistratura di procedere allo scioglimento di quelle organizzazioni che promuovono odio razziale, etnico, religioso, e che utilizzano il metodo della violenza nella misura in cui queste organizzazioni siano ritenute pericolose.

Va quindi sottolineato come, dopo il grave assalto squadrista a Roma della quale è stata vittima la sede della CGIL nazionale e che ha portato in Carcere, tra gli altri, Fiore e Castellino esponenti di spicco di Forza Nuova, il mancato scioglimento quell’organizzazione neofascista sia frutto di una mancata volontà politica del Governo ed anche di quelle componenti dello stesso che appena accaduto il fatto urlavano allo scandalo.

Tengo a ricordare che Rifondazione Comunista nel 2015 insieme con il Comitato Lombardo Antifascista contribuì all’importante raccolta di firme per chiedere al Governo di procedere allo scioglimento di tutti questi gruppi ma l'allora presidente della Camera–Laura Boldrini –non ricevette mai la delegazione che avrebbe consegnato le firme raccolte.

Le aggressioni sono sempre più frequenti ed il collante che le lega sono le discriminazioni di ogni genere.

Credo quindi che nella fase attuale sia di fatto impossibile parlare di antifascismo se non in maniera strettamente correlata all’antirazzismo, alla lotta contro l’omolesbitransfobia, e più in generale a tutte le discriminazioni.

Abbiamo la necessità di costruire un grande movimento intersezionale che lavori in questa direzione e che operi sia sul versante della forzatura sulle istituzioni perché facciano il loro dovere e sia su quello della mobilitazione popolare e del “riprendersi le piazze”.

In Lombardia nel 2021 abbiamo partecipato attivamente alla costruzione e alla riuscita di due grandi mobilitazioni antifasciste; Dongo in Provincia di Como e Lovere in provincia di Bergamo.

In entrambi i casi la presenza importante di un presidio di Democrazia ha cambiato i rapporti di forza ed impedito che due luoghi simbolo della Resistenza venissero, ancora una volta, ulteriormente oltraggiati da manifestazioni apologetiche.

Se non fossimo stati lì le cose sarebbero andate diversamente.

FEMMINISMO E QUESTIONE DI GENERE

La violenza di genere, i femminicidi, la mancanza di una reale situazione di pari opportunità, la sempre più frequente non applicazione della Legge 194 e l’enorme quantità di medici obiettori antiabortisti operanti all’interno di strutture ospedaliere pubbliche o convenzionate sono un tema grandissimo che il nostro Partito deve affrontare con estrema attenzione.

Quello che sta accadendo a Milano alla Casa delle Donne è emblematico, ed è gravissimo che un luogo politico, ottenuto e costruito dopo anni di lotte del movimento femminista, che rappresenta un punto di riferimento e di iniziativa sia politica che sociale autonoma delle donne, venga azzerato da un cavillo burocratico del Comune di Milano.

Sala e la sua Giunta sta commettendo un gravissimo errore dettato dalla totale mancanza di attenzione e di sensibilità rivolta verso un luogo prezioso. Per arginare il problema sarebbe bastata una trattativa diretta del Comune per il riaffidamento dello spazio di via Marsala, così come è avvenuto fra Comune di Roma e Casa Internazionale delle donne ma ciò a Milano non sta succedendo.

Così facendo si intende cancellare la storia di tutto il movimento delle donne che a Milano ha radici profonde.

Il punto è politico, non una rigidità dell’apparato tecnico.

Si mette colpevolmente al primo posto la redditività degli stabili e non la loro utilità sociale né tanto meno il valore e la qualità di chi li fa funzionare in pieno, il tutto accade in pieno stile neoliberista.

Quello della Casa delle Donne di Milano è solamente uno dei molteplici episodi che, nella Lombardia a guida leghista, vessa le Donne e la loro autodeterminazione e il nostro Partito ha il dovere di entrare in questa lotta così come deve lavorare sul piano della mappatura e della denuncia di quegli ospedali, e sono molti, che minano nelle maniere più becere il diritto all’aborto.

In Italia ci sono almeno 15 ospedali con il 100% di ginecologi obiettori e in Lombardia si raggiungono percentuali oltre il 63%.

Con ogni evidenza queste cifre minano la possibilità di esercitare un diritto che dovrebbe essere garantito da una legge dello Stato e i consultori - che sono per la maggioranza privati e di ispirazione cattolica - non aiutano certamente.

Negli ultimi decenni, infatti, nella nostra Regione abbiamo assistito ad un lento ma costante de potenziamento delle strutture pubbliche, causato anche dalla crescita dei consultori privati d’ispirazione cristiana, che ha complicato enormemente l’accesso all’interruzione volontaria di gravidanza.

IL PARTITO E I MOVIMENTI

È nel DNA di ogni compagna e di ogni compagno Comunista lavorare alla costruzione di organismi più larghi che si diano il compito di diventare organismi “di massa”.

In Lombardia abbiamo iniziato a farlo da tempo e le nostre compagne e i nostri compagni lavorano attivamente all’interno di diverse organizzazioni e Reti di movimento, penso ai molti Comitati territoriali per la difesa della sanità pubblica fino ad arrivare al Coordinamento regionale, penso alla Rete delle Città senza frontiere (Milano, Como e Varese ne fanno parte), penso alla partecipazione alla Rete regionale Mai più lager No ai CPR per la quale oggi abbiamo Teresa tra i nostri ospiti, penso ai vari gruppi di acquisto popolare, agli sportelli dell’Associazione SOS Diritti, al movimento Priorità alla scuola, alle scuole popolari e di italiano per stranieri, ed alle brigate di solidarietà che in alcune nostre sedi, a Como ad esempio, svolgono la distribuzione di pacchi alimentari ed a molto altro ancora.

Ogni singola situazione ha ovviamente le proprie particolarità ma una cosa le accomuna tutte: quando le nostre compagne ed i nostri compagni operano all’interno di una realtà sociale, di movimento,larga e plurale e lo fanno lavorando come comuniste e comunisti che fanno parte della realtà all’interno della quale stanno portando l’intervento, lavorando alla crescita di quella realtà stessa e non “pretendendo” – passatemi il termine – di essere la “componente di Rifondazione” - le cose allora funzionano e molti sono i casi in cui quelle nostre stesse compagne e quei nostri stessi compagni – in questa platea ne vedo alcune e alcuni - vengono riconosciute e riconosciuti per il loro valore, il loro lavoro e diventano parte della direzione politica di quei movimenti stessi.

Questo non significa rinunciare alla nostra appartenenza di compagne e compagni di Rifondazione Comunista ma bensì mettere le nostre capacità e competenze a disposizione della crescita di un organismo più largo operando come parte interna di quell’organismo e non come esponenti di una forza esterna che vi aderisce.

Il coordinamento regionale lombardo per la difesa della sanità pubblica, ad esempio, da noi fortemente voluto e che abbiamo, con Medicina Democratica ed altre realtà, contribuito a costruire è un’opportunità enorme per contrastare l’incostituzionale legge regionale sulla sanità Morati/Fontana e più in generale per contrastare le politiche di privatizzazione e smantellamento della sanità lombarda.

Attraverso il Coordinamento, che va sicuramente rafforzato, è possibile raccogliere attenzione e diventare tutte e tutti insieme un organismo di massa.

A questo proposito sono convinto che sia necessario che le nostre compagne e i nostri compagni lavorino nei propri territori alla costruzione di comitati territoriali laddove ancora non sono stati costituiti ed al rafforzamento di quelli esistenti.

Attraverso il livello territoriale dei Comitati sarà possibile aprire delle situazioni vertenziali e di denuncia delle varie mancanze nei confronti delle ATS e delle ASST – così come ha fatto il Comitato Milano città metropolitana – ed arrivare finalmente alla costruzione di una reale vertenza regionale.

Dicevo alcuni passaggi fa che oggi non si può pensare di fare antifascismo se non in maniera strettamente correlata all'antirazzismo ed alla lotta contro qualsiasi discriminazione. Su questo versante è fondamentale il lavoro fatto dalle nostre compagne e dai nostri compagni da un lato con le città senza frontiere nel tentativo fare memoria delle morti in mare e di cambiare la percezione delle migrazioni e dall’altro con la rete Regionale Mai più lager no ai cpr che da anni, da prima dell’apertura, si batte contro il lager di Via Corelli – un luogo di detenzione amministrativa – destinato a persone che non hanno commesso reati ai quali vengono negati i diritti fondamentali.

Luoghi che, non va dimenticato, sono stati ideati da Minniti, potenziati da Salvini e mantenuti da Lamorgese, confermando l’asse “centrodestra-centrosinistra” che sempre più spesso, sui temi sociali, si muovono con la sola differenza della forma ma non quella dei contenuti.

Fondamentale è stato ed è l’impegno dentro Priorità alla scuola che lotta per il Diritto allo studio negato dall'uso strumentale della pandemia e per una vera scuola della Repubblica: pubblica, laica e antifascista.

Gli sportelli dall’Associazione SOS Diritti – nati in forma online nel corso della prima fase pandemica hanno svolto un ruolo di sostegno e aiuto per le persone con problemi, e sono poi diventati nelle città dove sono stati aperti (ancora troppo poche) veri e propri sportelli sociali fisici nel momento in cui è stata costituita l’Associazione. (dovremmo avere anche delle testimonianze video che trasmetteremo nella giornata di oggi). Su questo vorrei essere estremamente franco, da anni parliamo nei nostri documenti politici di “Partito sociale” e di “radicamento sul territorio” e l’Associazione, con i suoi sportelli, è una strada per passare dai documenti all’intervento pratico.

In poche province per ora gli sportelli fisici sono partiti, Cremona, Bergamo, si sta lavorando perché se ne apra uno anche a Brescia ed in alcune altre città ma va da sé, che l’obiettivo per i prossimi mesi, è quello di aprirne almeno uno per provincia.

L’adesione all’associazione, che è un’ODV ed alla quale è possibile iscriversi anche oggi, permette un raggio di azione di promozione sociale molto ampio che va davvero dai servizi di patronato fino alla scuola popolare,all’assistenza legale o alla distribuzione di pacchi alimentari.

Tutti interventi che fanno sì che si possano costruire relazioni importanti, mettendo al centro i bisogni delle persone dando risposte concrete e facendo si che il nostro “essere comunisti” venga percepito come utile.

LE ELEZIONI

Nel 2023 avremo anche le elezioni regionali che si accompagneranno a quelle politiche.

Dedicheremo il tempo necessario in tempi non lunghi per discuterne nel dettaglio ma ci è chiaro come un prerequisito fondamentale di ogni progetto politico amministrativo non può che essere lo sviluppo una rete di movimenti di opposizione sociale alle politiche neo liberiste base indispensabile per far vivere un’alternativa politica ai poli esistenti che nell’intervento sociale sul terreno dei diritti e del lavoro costruisca la propria forza e capacità d’attrazione.

Una ragione in più perché a partire dal livello nazionale venga avanzata in tempi rapidi una nostra proposta politica di aggregazione della sinistra neoliberista nel cui alveo collocare la proposta per le elezioni regionali. Nel frattempo, non stiamo fermi, ma ci proponiamo di avviare al nostro livello le interlocuzioni con tutti i soggetti individuali e collettivi potenzialmente interessati per verificare nel concreto la possibilità di costruire unitariamente una proposta di questa natura in maniera tale che si riversi sull'istanza regionale e renda più lineare il progetto di costruzione dell’alternativa.

LE/I GIOVANI COMUNISTE/I

Vorrei complimentarmi con le e i giovani comuniste e comunisti che, attraverso un significativo lavoro di relazioni, stanno ristrutturando la nostra giovanile.

Il 2021 si chiude con più di 50 giovani iscritte e iscritti con una particolare attenzione rivolta alla Federazione di Pavia.

Per i prossimi mesi con Vittorio abbiamo immaginato una campagna regionale congiunta, GC e PRC, sull'importante tema del trasporto pubblico locale che struttureremo dopo la fine della campagna sociale attualmente in corso.

Le nostre e i nostri giovani Compagni hanno lavorato con successo alla costruzione di organismi studenteschi “più larghi” diventando, in alcune situazioni in modo particolare, “direzione politica” di collettivi fuori e dentro le scuole, abbiamo partecipato alle elezioni studentesche - eleggendo nella rappresentanza del corso di Servizio Sociale e in quella del dipartimento di Sociologia con Studenti Indipendenti Bicocca - e molto altro ancora è stato fatto.

In questi quasi due anni nei quali sono stato Segretario Regionale mi è capitato spesso di trovarmi ad iniziative dove, dopo molto tempo, erano presenti i GC autonomamente con striscioni e volantini, mi riferisco in modo particolare al Pride di Milano ed ai due scioperi generali; quello di sabato 4 dicembre indetto a Milano dal sindacalismo di base e soprattutto quello di giovedì 16 dicembre indetto sempre a Milano da CGIL e UIL e questo credo sia davvero un buon inizio.

Credo che tutto questo lavoro vada valorizzato impegnando tutto il Partito in modo serio a costruire le condizioni per la partecipazione delle e dei GC alla vita ed alla costruzione del prossimo organismo dirigente regionale.

UNIFICAZIONE FEDERAZIONI DI CREMA/CREMONA E RILANCIO DELLA FEDERAZIONE DI VARESE

Nel bilancio delle nostre attività di questo mandato congressuale credo sia doveroso citare altre due importanti operazioni politiche ed organizzative: L’unificazione delle Federazioni di Crema e Cremona in una sola Federazione provinciale che si organizza in tre strutture zonali, il casalasco, il cremasco e il cremonese, con coordinamenti zonali autonomi sul piano dell’iniziativa politica. Come Segreteria regionale uscente abbiamo salutato con piacere questa “unità di forze ed intenti” sulla quale il Partito stava lavorando da anni, che non è l’unione di due debolezze ma bensì l’unire competenze e militanza per coprire la più ampia parte di territorio.

Il rilancio e la ricostruzione della Federazione di Varese che negli ultimi anni aveva avuto un momento di crisi dovuta alla fuoriuscita di compagni che l’avevano l’avevano guidata.

Ci si è trovati, confrontati è stato coinvolto il livello regionale del Partito, personalmente ho partecipato a diversi incontri e si è arrivati, grazie alla determinazione delle compagne e dei compagni, al congresso del 2021 con tutte le condizioni per ripartire.

Oggi Varese ha nuovamente un Comitato Politico Federale, una segreteria ed una sessantina di iscritte ed iscritti e di questo ringrazio Luisa, Luciano e tutte e compagne e i compagni che hanno lavorato per il raggiungimento di questo importante obiettivo.

Voglio ringraziare di cuore tutte e tutti per la bellissima esperienza che abbiamo fatto insieme in questi anni ed un ringraziamento particolare lo rivolgo alle compagne e i compagni della Segreteria con le quali nel corso delle nostre riunioni settimanali abbiamo costruito ed elaborato posizioni politiche ed iniziative del Partito in Lombardia in una fase che a causa della pandemia è stata tutt’altro che semplice.

Grazie alla determinazione di tutte le compagne e tutti i compagni di questa nostra piccola - ma grande - comunità politica siamo riusciti a segnare punti importanti, a partire dal renderci protagoniste e protagonisti di tutta la fase di denuncia nel corso della prima drammatica ondata di covid che ha visto nello specifico province come Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi colpite con durezza dal covid reagire, rialzarsi e continuare a lottare.

Ed è proprio questo che dobbiamo fare, continuare tutte e tutti a lottare per la costruzione dell’alternativa al pensiero unico neoliberista.

Grazie ancora infinitamente tutte e tutti e vi abbraccio.

Viva il nostro partito, viva Rifondazione Comunista, le sue compagne e i suoi compagni!

Al lavoro e alla lotta

Fabrizio Baggi, Milano, 6 febbraio 2022

Fabrizio Baggi - Segretario del Partito della Rifondazione Comunista - Lombardia
Milano, 6 febbraio 2022