TORNA NELLE MANI DEI COMUNI LA SCELTA DEI SITI LOCALIZZATIVI DELLE ANTENNE

STOP AD ANTENNA SELVAGGIA

IERI BRUTTA GIORNATA PER IL MINISTRO GASPARRI BOCCIATO ANCHE DALLA CORTE COSTITUZIONALE CHE HA DICHIARATO ILLEGITTIMO IL SUO DECRETO SULLE ANTENNE DEI TELEFONINI

La corte costituzionale ha emesso ieri la sentenza n° 303 in cui dichiara illegittimo il decreto Gasparri n° 198 del settembre 2002 sulle infrastrutture strategiche per le telecomunicazioni, più noto come decreto “sblocca antenne”.

Il Ministro Gasparri, con il famigerato decreto 198 aveva prevaricato le competenze degli enti locali impedendo ai Comuni di avere voce in capitolo nella scelta dei siti in cui installare le antenne. L’art. 3 stabiliva infatti che “le antenne sono compatibili con qualsiasi destinazione urbanistica e sono realizzabili in ogni parte del territorio comunale, anche in deroga agli strumenti urbanistici e ad ogni altra disposizione di legge o di regolamento”.

“D’ora in avanti i gestori della telefonia mobile che vorranno installare stazioni radio base dovranno concordare l’ubicazione con le amministrazioni locali che – se non l’hanno ancora fatto – devono provvedere in fretta ad individuare i siti idonei nel Piano regolatore generale. Esultiamo per questo pronunciamento della Corte Costituzionale perché dimostra che ha vinto il buon senso: noi non siamo mai stati contrari alla telefonia mobile ma ci siamo sempre battuti per difendere il principio importantissimo che il governo del territorio spetta ai Comuni: sono gli amministratori locali, che meglio di chiunque altro conoscono il territorio, a dover valutare l’idoneità dei siti per le antenne, tenendo conto della tutela del paesaggio e della conformazione urbanistica” dichiara Simona Colzani responsabile regionale per l’Ambiente di Rifondazione Comunista.

“ Ha vinto - aggiunge soddisfatto Gianni Confalonieri, capogruppo regionale di Rifondazione Comunista - la cultura del diritto, della tutela dell’interesse pubblico e collettivo che deve prevalere sugli interessi privati delle lobby delle telecomunicazioni. Questo è quanto abbiamo sostenuto da sempre a cominciare dalle nostre ripetute sollecitazioni nei confronti di Formigoni affinché anche la Lombardia si accodasse alle altre sei Regioni che avevano presentato eccezione di costituzionalità.  Ora che i Comuni non dovranno più subire le scelte localizzative dei gestori potranno attuare il principio di precauzione e tutelare così la salute dei propri cittadini. Infatti, la corretta scelta del sito può determinare anche una riduzione della esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici generati dalle antenne”.

Manuela Della Nave
Milano, 2 ottobre 2003