Devolution. La risposta di Formigoni allo sciopero dei medici:
tutti gli ospedali potranno passare alle fondazioni, più soldi ai privati

La Lombardia dà più spazio ai privati

Una legge regionale consente alle strutture private di coprire fino al 50% delle prestazioni

Con singolare tempismo il Pirellone modifica la sanità lombarda in senso opposto a quello voluto dai medici. Loro scioperano per difendere il servizio sanitario nazionale da due mali che l'hanno già compromesso (privatizzazioni e aziendalizzazione) e dall'incombente devolution che accentuerà una regionalizzazione già spinta. Il centrodestra guidato da Formigoni risponde allargando la fetta per i privati e realizzando parzialmente la devolution della sanità prima che la riforma costituzionale sia approvata. Lo fa con una legge che modifica, in peggio, precedenti leggi in materia di sanità, in particolare la numero 31 del 1997, pietra angolare del «modello lombardo». Tranquilli, garantisce il centrodestra, con queste modifiche «non si potrà fare nulla che non si potesse fare anche prima», l'opposizione «deforma la realtà». Ma se non cambierà nulla, che bisogno c'era d'apportare delle modifiche? Le novità, nascoste in un provvedimento tecnico fitto di commi e rinvii, ci sono eccome. Il centro sinistra e Rifondazione le hanno illustrate ieri in una conferenza stampa unitaria.

Queste le più sostanziose. Il Consiglio regionale potrà costituire, modificare o estinguere (il corsivo è nostro) aziende ospedaliere in base a criteri di funzionalità, di performance e al «valore aggiunto» derivante dalla riqualificazione delle rete sanitaria. Potrà trasformare tutti gli ospedali pubblici (non solo gli Istituti di ricerca e cura, quattro in Lombardia) in fondazioni di diritto privato. Oppure potrà conferirli ad altre fondazioni che potranno esternalizzare i servizi, compresi quelli fondamentali della cura e della ricerca, a società per azioni. (La parola esternalizzazione non compare nella legge approvata; ma che questa sia la strada lo si desume dalle «linee guida» per la sanità presentate dalla Regione ai sindacati). Bocciato un emendamento dei Ds che fissava un tetto del 30%, le fondazioni potranno essere proprietarie per intero di un ospedale. La Regione darà il suo placet a nuove assunzioni, comprese quelle a tempo determinato, solo se rispetteranno i «vincoli di bilancio» della Regione. L'obiettivo per l'anno in corso è di tagliare del 50% le collaborazioni.

Nell'articolo 1 della nuova legge si cela il vantaggio più immediato per i privati. Riconosce la «piena parità dei diritti e dei doveri» tra soggetti pubblici e privati che stipulano contratti con la Regione. Per capire la portata di questa modifica va ricordato che per non allargare il deficit la Regione ha bloccato sia gli accreditamenti che il budget per i soggetti pubblici e privati che «erogano» i servizi sanitari. Attualmente ai privati va il 33% del bilancio della sanità lombarda. Per ampliare la quota, con budget e accreditamenti bloccati, viene introdotto il contratto. La Regione sceglierà a sua discrezione da chi comprare i servizi. Ad esempio, su cento interventi di appendicite potrà farne fare 70 in cliniche private e 30 in ospedali pubblici. Il questo modo, prevede l'opposizione, i privati potranno salire fino al 50% del «fatturato». La «piena parità» che sta a cuore a Formigoni e ai privati è quella dei soldi. La gara della competitività è truccata in partenza: gli ospedali pubblici devono fornire tutti i servizi, le cliniche private scelgono quelli più remunerativi.

La somma di queste innovazioni, secondo Giovanni Martina (Prc), configura «un'organizzazione sanitaria lombarda» radicalmente diversa da quella delle altre regioni. Martina usa non a caso il termine «organizzazione», lo stesso che ricorre nella devolution di Bossi. Formigoni dimostra che la parola in apparenza tecnica può comprendere cose molto «politiche», come l'assetto proprietario degli ospedali. Per questo, insiste il consigliere regionale di Rifondazione, la devolution non è una scatola vuota confezionata per tener buona la Lega. In Lombardia il centrodestra anticipa la devolution e se vincerà anche le prossime elezioni, prevede Martina, «il giorno dopo introdurrà le assicurazioni private».

Manuela Cartosio
Milano, 11 febbraio 2004
da "Il Manifesto"