Inquinamento elettromagnetico generato dalle antenne... purtroppo in Lombardia si va di male in peggio

Un appello alle associazioni ambientaliste ed alle amministrazioni locali

Proseguono le iniziative della Giunta Regionale in merito all'inquinamento elettromagnetico generato dalle antenne... purtroppo si va di male in peggio: alla pessima legge regionale n° 11 dell'11 maggio 2001 (che noi abbiamo cercato di migliorare proponendo una serie di emendamenti, alcuni dei quali recepiti) segue ora una Delibera di Giunta regionale (DGR n°6424 del 12 ottobre 2001) per definire i criteri sulla base dei quali i Comuni dovranno individuare le aree dove consentire l'installazione delle antenne.
Però si tratta di criteri fasulli che non pongono vincoli e limiti e che permettono ai gestori di collocare antenne ovunque!
Fortunatamente la delibera non è esecutiva: deve essere sottoposta al parere della III commissione consiliare regionale.
In quella sede noi daremo battaglia e ci muoveremo per rendere illegittima la nuova delibera e per ridare ai Comuni il potere di decidere dove e come collocare gli impianti.
Nel frattempo chiediamo a tutti di continuare a collaborare:

OSSERVAZIONI CRITICHE ALLA DGR n°6424 del 12 ottobre 2001

Vediamo un po' più nel dettaglio cosa prevede la delibera.
Anzitutto la filosofia di fondo può essere così riassunta: NESSUN VINCOLO PER I GESTORI NESSUNA TUTELA PER I CITTADINI
La Giunta Regionale con Delibera n° 6424 del 12 ottobre 2001 ha approvato la "Definizione dei criteri per l'individuazione delle aree nelle quali è consentita l'installazione degli impianti per le telecomunicazioni e la radiotelevisione" in attuazione dell'art. 4 comma 2 della legge regionale n° 11 dell'11 maggio 2001 sull'elettrosmog generato dalle antenne.
Si tratta di due paginette di regole che demoliscono ogni possibilità di tutela della popolazione dai campi elettromagnetici emessi dalle antenne, contraddicendo anche quei pochi divieti che la stessa legge regionale prevede.
Infatti, grazie ad alcuni emendamenti di Rifondazione Comunista, l'art. 4 comma 8 della legge regionale vieta l'installazione di antenne "in corrispondenza di asili, edifici scolastici nonché strutture di accoglienza socio-assistenziali, ospedali, carceri, oratori, parco giochi, orfanotrofi e strutture similari, e relative pertinenze che ospitano soggetti minorenni".
Invece, la delibera appena approvata dalla Giunta stabilisce che "nelle aree di particolare tutela (asili, scuole, ospedali, case di cura e di riposo) è consentita l'installazione delle antenne, ad eccezione di quelle con potenza superiore ai 300 Watt".
Questo significa che le antenne per la telefonia cellulare possono essere localizzate ovunque, perfino in alcuni di quei luoghi vietati dalla legge regionale, poiché hanno potenze inferiori ai 300 Watt!.
La delibera inoltre specifica testualmente che "gli impianti possono essere collocati su edifici aventi particolare valore storico-artistico"!!! Risultato?
I gestori possono collocare le antenne della telefonia cellulare dove vogliono!!!
C'era da aspettarselo!
  1. Formigoni ha definitivamente affossato il principio di cautela previsto dalla legge quadro nazionale, a discapito della tutela della salute dai rischi dovuti ai campi elettromagnetici.
  2. Formigoni ha regalato il territorio della Lombardia ai gestori della telefonia mobile perché la delibera impedisce di avvalersi dei vincoli urbanistici, storici, artistici per regolamentare le installazione delle antenne.
  3. Formigoni ha dato un altro esempio del suo concetto di decentramento che tanto va declamando: le amministrazioni comunali saranno obbligate dalla Regione ad autorizzare tutte le richieste di installazione dei gestori, ma essendo gli stessi comuni a dover compiere materialmente l'atto, su di essi ricadranno le tensioni ed i timori dei cittadini.
Simona Colzani
Responsabile regionale ambiente-territorio Rifondazione Comunista della Lombardia
per comunicazioni

www.prclombardia.it
Milano, 6 novembre 2001