Il governo ha di fatto bloccato il provvedimento che regolamenta le emissioni di elettrosmog, senza varare nessun decreto attuativo

Onde elettromagnetiche, una legge svuotata

onde elettromagnetiche (Alberto Ruggieri)
disegno di: Alberto Ruggieri

Tra la fine della tredicesima legislatura e l'inizio della quattordicesima ho raccolto in un volume proposte, riflessioni e materiali sulle politiche contro l'inquinamento elettromagnetico: Onda su onda (Cuen Napoli, 2001, pag. 263, lire 25.000, prefazione di Stefano Rodotà). Ho scritto l'introduzione tra marzo ed aprile: era appena entrata in vigore la legge quadro, erano in via di elaborazione le bozze dei decreti attuativi. Nel testo si fa riferimento al vecchio Governo.

E' passato un anno ed è un tormento. Dopo le elezioni del 13 maggio, il nuovo Governo ha bloccato tutto, ha stornato gran par te dei fondi stanziati derivanti dai proventi della gara UMTS, non ha mai convocato il comitato interministeriale, non ha esaminato nessuna bozza di nessun decreto attuativo, ha delegittimato la rete dei controlli ambientali.

Finora non sono state depositate proposte formali di modifica della legge, approvata dall'intero Parlamento senza contrarietà: i gruppi parlamentari (tutti!) o hanno votato a favore o si sono astenuti. Si tenta di svuotarla, di prescinderne, di modificare il "clima" politico e culturale. Forse può essere interessante ai lettori ricordare origine e contesti della legge "in vigore" in Italia per ridurre e prevenire l'inquinamento elettromagnetico.

La legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici è l'innovazione ambientale più importante della passata legislatura. La prevenzione e riduzione dell'inquinamento elettromagnetico è legge dello Stato italiano, è un diritto/dove re per ogni cittadina e cittadino nel nostro Paese. Nessuno può essere esposto a campi elettromagnetici indiscriminatamente. Bisogna sapere a quali campi, di quanta entità, per quanto tempo, onda su onda, i cittadini sono esposti, partendo dal principio che i loro effetti possono essere dannosi e che vi saranno limiti e valori che sono controllati e non devono essere comunque superati.

La legge è molto e cambia molto. Non chiediamole quello che non può dare. Non cesserà d'incanto l'inquinamento, non cesserà d'incanto la preoccupazione. Conviviamo (purtroppo) con altri inquinamenti e altre preoccupazioni. La legge può riconoscerli e definirli, assegnare compiti per monitorarli e diminuirli, suggerire scelte volontarie e accordi collettivi oppure sanzioni per averne meno, stanziare risorse per ricercare ancora, risanare, educare. La legge quadro costituisce la cornice semplice, chiara e originale entro la quale l'esposizione a onde artificiali diventa un evento giuridicamente rilevante, trasparentemente rilevante sia per chi le emette, sia per l'ambiente ove sono emesse, sia per chi si trova nelle condizioni di riceverle, anche dal punto di vista degli effetti sulla salute.

Ha certamente vari difetti, alcune incongruenze, qualche limite; vorrei vedere! Indubbiamente si sta meglio ora!

La legge impone un interesse diffuso, una verifica comparata (non solo comunitaria), un retroterra scientifico, una dialettica parlamentare, una volontà maggioritaria. Sotto tutti questi punti di vista, all'inizio della legislatura, non c'erano una situazione "matura", un "senso comune" nel Parlamento e nel Paese.

Dopo l'entrata in vigore della legge, è emersa un'altra politica, l'op posizione alla politica scelta dal Governo e approvata dal Parlamento. Partendo dall'idea che i decreti attuativi sono "costosi" si punta a tornare indietro; la legge stessa sarebbe sbagliata, esagerata, ingiustificata; la sua approvazione sarebbe stata un incidente, un errore, un inganno.

La legge comunque ora c'è. Sarà difficile rimuoverla. Ci proveranno.

Valerio Calzolaio
Roma, 1 febbraio 2002
da "Avvenimenti"