Regione Lombardia: legge sull'elettrosmog
UN REGALO AI GESTORI DELLA TELEFONIA MOBILE
Il voto contrario del PRC

La legge sull'elettrosmog, in discussione oggi in aula, è un regalo della maggioranza ai gestori della telefonia mobile, per questo motivo il nostro sarà un voto contrario. La legge, infatti, utilizza escamotage amministrativi per favorire i gestori della telefonia mobile a discapito della tutela della salute dei cittadini". Così dichiarano i Gianni Confalonieri e Giovanni Martina, rispettivamente Capogruppo e Consigliere regionale di Rifondazione Comunista.

Gli aspetti negativi di questa legge sono molti, e in particolare viene a mancare il principio di cautela nei confronti dei cittadini e dei lavoratori.

Innanzitutto non sarà obbligatorio individuare siti idonei per la localizzazione di tutte le antenne, ma solo di quelle superiori ai 300 Watt di potenza, questo significa che tutte le altre, cioè quelle della telefonia mobile, potranno essere localizzate ovunque.

Inoltre è stato introdotto un doppio binario per la richiesta di installazione che i gestori devono presentare al Comune: per gli impianti sotto i 7 Watt di potenza il gestore dovrà semplicemente comunicare al Comune l'intenzione di installare l'antenna; mentre solamente per le antenne sopra i 7 Watt sarà necessario chiedere l'autorizzazione e avere la concessione edilizia. Guarda caso tutti i gestori stanno già predisponendo un sistema di telefonia con impianti tarati sui 7 Watt… e quindi per le nuove antenne della telefonia basterà una semplice comunicazione.

"Insomma - continuano i consiglieri Confalonieri e Martina - viene abilmente aggirato il principio di cautela indicato dalla Legge Nazionale e che le Regioni dovrebbero praticare adottando misure urbanistiche atte ad allontanare gli impianti dai cittadini. Addirittura la Lombardia non ha nemmeno vietato l'installazione delle antenne nelle zone residenziali, nei pressi di ospedali, oratori, parchi gioco; e non ha neppure preso in considerazione la possibilità di individuare delle fasce di rispetto di 150 metri tra antenne e luoghi di vita o di lavoro in cui le persone soggiornano per oltre 4 ore".

L'altro aspetto fortemente negativo di questa legge è il mancato passaggio delle deleghe ai Comuni, in particolare laddove la Legge Nazionale riconosce agli stessi la possibilità di "adottare un Regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l'esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici". L'obiettivo è quello di svuotare dall'alto questa possibilità relegando i Comuni a meri esecutori di scelte regionali molto opinabili e poco cautelative. Tutto questo a dispetto della devolution di cui questa maggioranza si vanta tanto!

"Infine - concludono i consiglieri Confalonieri e Martina - questa legge rischia di restare una scatola vuota a causa della mancata indicazione di tempi certi per il risanamento degli impianti non a norma e dell'irrisorio finanziamento messo a disposizione degli enti locali e dell'ARPA per l'applicazione della legge".

PRC - Lombardia
Milano, 3 aprile 2001