PROPOSTA DI LEGGE REGIONALE DI INIZIATIVA POPOLARE
LO SLOGAN DEL COMITATO PROMOTORE È: "LEGGI PER CAPIRE FIRMA PER CAMBIARE"
"Riordino degli interventi sanitari a favore degli anziani malati cronici non autosufficienti e di tutte le patologie  ad alto rischio invalidante"

Il convegno tenutosi a Milano il 24 febbraio, è stato l'occasione per la presentazione di una proposta di legge regionale in materia sanitaria a sostegno dei malati cronici e non autosufficienti. Il comitato di sostegno a questa iniziativa, raccoglie un ampio spettro di realtà legate all'associazionismo ed al volontariato: ACLI, ACFA, Centro Diritti del Cittadino, Tribunale per i Diritti del Malato, Medicina Democratica, Senza Limiti; solo per citare alcuni nomi.

Gran parte del lavoro di stesura dei 16 articoli di cui si compone la legge è stato svolto da Luigi Lia, responsabile del PRC in regione per la questione sanitaria e consulente legale dell'associazione "Senza Limiti". È quindi toccato a lui illustrare le finalità della proposta ed articolarne i contenuti.

Il malato cronico in Lombardia

Il malato cronico oggi in Lombardia (che sia una persona anziana o meno), si trova ad essere vittima di un sistema sanitario in cui la stragrande maggioranza delle risorse sono riservate alle patologie in fase acuta: ciò che conta, in un'ottica efficientistica di gestione del servizio, è ridurre al minimo la degenza dei malati per ottimizzare i costi ed aumentare la redditività delle strutture. La mancanza di posti letto riservati alle malattie croniche, ha come effetto il fenomeno delle "dimissioni selvagge"; per cui il paziente si trova improvvisamente privato di assistenza e senza un percorso terapeutico post- ricovero a cui fare riferimento.

La malattia cronica viene prontamente riqualificata come problema socio-assistenziale, il malato privato di un diritto fondamentale. La Costituzione, infatti, riconosce il diritto alla cura ed alla tutela della salute come fondamentale ed universale, qualsiasi sia la patologia o la sua durata. Per questo, la proposta di legge prevede uno specifico articolo (l'articolo 3) che regoli in maniera rigorosa le dimissioni ospedaliere e le condizioni in cui esse debbano avvenire.

Il buono servizio non è una panacea

Al fine di realizzare in concreto l'assistenza necessaria ai malati cronici, sono stati ovviamente considerati tutti gli strumenti che il sistema sanitario dovrebbe fornire al paziente ed ai suoi familiari: cure domiciliari, residenze sanitarie assistenziali, centri diurni, ospedalizzazione a domicilio, istituti di lungo degenza riabilitativa.

Il principio fondamentale in base al quale sono stati previsti questi interventi, è bene espresso nell'articolo 2, dove si specifica che eventuali forme di sostegno economico non possono "in nessun caso essere utilizzate dagli enti erogatori quali misure sostitutive, nemmeno parzialmente, dei servizi e delle prestazioni stabilite in questa legge...". Questo perché, oggi, la nostra regione sembra avere sposato la soluzione del buono servizio come panacea di tutti i mali; mentre l'erogazione stessa del contributo in quanto tale viola il principio della gratuità del servizio di assistenza sanitaria. Prova ne è il fatto che, chi usufruisce del buono servizio, può scegliere se acquistare altrove la prestazione di cui necessita o fornirla in proprio al parente in stato di necessità (come se il grado di parentela con un malato equivalesse a possedere la preparazione medica per fornire assistenza).

No alle rette troppo gravose

Un altro importante obbiettivo dell'iniziativa è quello di mettere fine al vergognoso fenomeno delle rette favolose imposte ai pazienti ed alle loro famiglie per la degenza in RSA. Trattandosi infatti per la maggior parte di prestazioni a carattere sanitario, le spese di degenza dovrebbero essere interamente a carico del sistema sanitario nazionale o regionale, gravando solo in parte (dove le condizioni economiche lo consentano) sul reddito dell'assistito e non su quello dei congiunti. La Regione Lombardia, invece ha sì agevolato l'incremento del numero di posti letto nelle Residenze Sanitarie Assistenziali, ma eroga un contributo giornaliero di 70 mila lire che copre una percentuale ridicola delle spese effettivamente sostenute.

Perchè una legge regionale

La scelta di presentare una proposta di legge regionale, si sposa con la necessità di prendere atto della ormai prossima abolizione del Fondo sanitario nazionale (conseguenza della legge delega approvata dal Governo sul federalismo fiscale); sarà quindi quella regionale, la dimensione in cui muoversi per ottenere un concreto miglioramento delle prestazioni sanitarie per i cittadini. In effetti, in Piemonte l'amministrazione ha già in parte preso atto della necessità di una particolare tutela del paziente cronico; è stata infatti emanata, in data 23 ottobre 2000, una circolare  che recepisce la necessità di stabilire delle reali condizioni per il proseguimento della cura dei pazienti cronici e non autosufficienti al momento delle dimissioni. Si conferma, in sintesi, che debba essere compito delle ASL quello di predisporre delle soluzioni compatibili con le condizioni del malato e le necessità della famiglia.

Le associazioni e la proposta di legge

Il fronte delle associazioni e dei gruppi che hanno espresso sostegno a questa proposta di legge, dimostra quanto le realtà quotidianamente a contatto con gli anziani e i malati cronici concordino con le nostre critiche al sistema sanitario lombardo. Per quanto i movimenti di area cattolica tendano a non criticare in linea di principio una politica che faccia della famiglia (a scapito dell'individuo) il soggetto fruitore dei servizi, non è sfuggito il grave pericolo di questa scelta di governo: la famiglia viene di fatto isolata e costretta a ripiegarsi su se stessa per affrontare il problema del malato, togliendo all'amministrazione l'onere di garantire a tutti il diritto alla salute e ad una vita degna proprio a quei soggetti che sono più fragili.

La necessità di un segnale forte nei confronti della giunta del Polo, ci obbliga ad uno sforzo notevole; il progetto di legge è infatti profondamente antitetico al progetto di governo fin qui visto per la nostra regione, soprattutto in materia di sanità.

I sostenitori sono molti e qualificati

L'ampio fronte dei sostenitori ci permette di non correre il rischio di vedere il progetto frettolosamente liquidato come "demagogico"; ma è indispensabile che il numero dei cittadini coinvolti in questa battaglia sia tale, da mettere in difficoltà i membri dell'Amministrazione. La raccolta delle firme terminerà in luglio, quindi fin da subito occorre mobilitarsi in questa battaglia che, se vinta, contribuirà a bloccare l'opera di depauperamento dello stato sociale perpetrato in questi anni a scapito dei diritti fondamentali di ogni cittadino.

Stefania Crippa, PRC Brianza
Monza, 24 febbraio 2001